“Specchio doppio e rovescio” (nel limbo azzurrognolo anime perse fan colazione col formaggio tra le pere) [12], la saga dell’Incappucciato dal volto coperto in viaggio sul treno toccato in sorte lungo la mysteriosa Valle del Serchio in Garfagnana, di Claudio Arzani

(NdR) prosegue con il dodicesimo ‘racconto in versi’ la pubblicazione del viaggio intrapreso nella misteriosa Valle del Serchio in Garfagnana sul treno toccato in sorte dall’incappucciato dal volto coperto. La saga é inserita nel volume “Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio – Racconti poetici in versi e in prosa”, Vicolo del Pavone editore, Piacenza, 2009. La pubblicazione delle liriche in Arzyncampo é programmata in occasione dei mercoledì, non casualmente in contemporanea con i “mercoledì coi grilli per la testa”, iniziativa letteraria in via Roma al 163 dove peraltro recentemente il libro é stato riproposto. Attualmente risultano pubblicate “Tarot (nel limbo azzurrognolo ove albergano spiriti ed anime perse)”, “Nel residuo di tracce di caffè, un bambino se ne vaDiecimo Pescaglia (ove fagotto scuro sulla linea binaria non é un gatto nero) , “Antica Mulina (ove gli amanti ballan intorno alla luna)“, Linea aperta con l’aldilà (ove s’ode sguaiata, smodata, grottesca risata)“, “La fiera dei mercanti”, “Casa rossa, casa cantoniera (oltre il ponte ove vivono anime perse)” , “740.278, locomotore a vapore (al valico del Lupacino transita anima persa)”, “Capolinea“Fate nere, Fate le streghe – (nel limbo azzurrognolo chiude la porta una dama di nome Senza)” e “Itaca (nel limbo azzurrognolo ove albergano illusioni che son perse)

Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio, pubblicato nel 2009, le ultime copie disponibili presso Libreria Internazionale Romagnosi, Piacenza

SPECCHIO DOPPIO E ROVESCIO (nel limbo azzurrognolo anime perse fan colazione col formaggio tra le pere

Davanti alla tela che la raffigura,
sagoma oscura di modella voltata
corpetto allacciato e largo copricapi
controlla di lunga posa il risultata

mani appoggiate all'ombrellino,
schiena civetta leggermente inarcata,
rimira il sorriso stampato ssulla tela
enigmatico,ammiccante, col suo stesso volto

rimira il vestito di bianco trine
che il marito alla bottega acquistò,
dipinta di bianco, di nero vestita,
una di spalle, l'altra di viso

sotto lo sguardo vigile e attento
del marito morboso e geloso
l'incappucciato con gran maestria
della modella ha fatto madonna

Pura madonna all'alba s'assiede
allo specchio al letto di lato,
con leggiadria e grande eleganza
inizia il duello all'immagine più bella

scivola civettuola la sottovesta
pudica copre le belle cosce
affusolate le lunghe gambe
mostrano all'occhio sottili caviglie

vola nell'aria con grande perizia
spazzola riordina le rosse chiome,
restano in attesa del loro turno
profumi, belletti, ciprie, mollette

si fanno nere le lunghe ciglia
mitigate da tocco d'azzurro,
polvere di rosso sulle gote
giusto un'ombra di terra di Siena

cade spallina non certo per caso
ad arte si mostra morbido seno,
ammira madonna la dama riflessa
sorriso di specchio doppio e rovescio

l'Incappucciato dal volto coperto
va barcaiolo secondo corrente
dipinge sul fiume a cielo aperto
della madonna l'inconfessato rovescio

niente bianco e neppure nero
nessun vestito nella nuova tela
dama alla toilette dopo l'incontro
mostra sfacciatamente sodo sedere

marito geloso ma distratto,
dell'artista divertito e rilassato,
del gusto del formaggio tra le pere,
specchio di brame è d'obbligo tacere.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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