“Diecimo Pescaglia (ove fagotto oscuro sulla linea binaria non è un gatto nero)” [3], la saga dell’Incappucciato dal volto coperto in viaggio sul treno toccato in sorte lungo la mysteriosa Valle del Serchio in Garfagnana, di Claudio Arzani

Lupo ululante sotto un cielo stellato di montagna, di Mikki Madison

(NdR) prosegue con il terzo ‘racconto in versi’ la pubblicazione del viaggio intrapreso nella misteriosa Valle del Serchio in Garfagnana sul treno toccato in sorte dall’incappucciato dal volto coperto. La saga é inserita nel volume “Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio – Racconti poetici in versi e in prosa”, Vicolo del Pavone editore, Piacenza, 2009. La pubblicazione delle liriche, iniziata lo scorso 24 gennaio con “Tarot (nel limbo azzurrognolo ove albergano spiriti ed anime perse) e proseguita con “Nel residuo di tracce di caffè, un bambino se ne vaé programmata in occasione dei prossimi mercoledì, non casualmente in contemporanea con i “mercoledì coi grilli per la testa”, iniziativa letteraria in via Roma al 163 dove peraltro recentemente il libro é stato riproposto.

Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio, pubblicato nel 2009, le ultime copie disponibili presso Libreria Internazionale Romagnosi, Piacenza

DIECIMO PESCAGLIA (ove fagotto oscuro sulla linea binaria non è un gatto nero)

Ululati del lupo innamorato
la strada binaria s’inerpica tra monti
s’alzano scheletriche braccia protese
ai neri bordi dell’oscuro sentiero.

Le vetture del mesto convoglio
nel silenzio al confine con la paura,
si alternano al dominio del nero
di magioni contadine del paese morto.

Il fascio del faro apre l’ignoto
al locomotore e alle anime dormienti,
l’incappucciato dal volto nascosto
conta gli scudi, accarezza i tarocchi.

Diecimo Pescaglia, illuminato nell’attesa,
accende una paglia Petronio d’Armenia,
il fagotto oscuro sulla linea binaria
no, non è un gatto nero

 il fagotto indefinito al centro del buio
no, non è un cadavere d’uomo morto
il fagotto che si pone davanti
al faro sferzante del locomotore.

Accende fari gialli il fagotto tenebroso,
osserva fiammelle scivolanti tra le dita
s’apre ad ampia falcata alate,
mostra le piume al freddo lunare

sulla strada ferrata incombe il fagotto nero,
alata civetta notturna che muta osserva,
vola altrove lasciando annunci e domande
lanciando inconsapevoli irrefrenabili paure.

Stazione ferroviaria di Diecimo Pescaglia,
tra le ruote del convoglio il vuoto d’aria
arrota sassi e ciuffi di sterpaglia,
illumina l’ingresso una lampada in attesa

lancia l’ultimo richiamo l’oscura civetta
svanendo nell’ombra di tenebrose nubi,
Stazione ferroviaria di Diecimo Pescaglia,
un’anima sale in vettura, si riparte.
Diecimo Pescaglia

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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