“Verdi e Puccini, l’uno bocciato al Conservatorio di Milano, l’uno promosso”. Interessante appunto di Simone Tansini in conferenza da Biffi Arte

Interessante appuntamento alla Biffi Arte di via Chiapponi a cura del baritono e studioso Simone Tansini su “Gli anni giovanili di Giacomo Puccini, vita e opere del Maestro di Lucca“. Durante l’evento Tansini ha approfondito molteplici aspetti della vita del compositore toscano, partendo dal suo talento musicale ma anche approfondendo vicende personali della sua esistenza. Figura di punta del mondo operistico italiano a cavallo tra Ottocento e Novecento, Puccini può ben essere definito figlio d’arte: il bisnonno, il nonno e il padre Michele sono tutti celebrati musicisti e lui stesso sin da giovanissimo si rivela appassionato alla musica. Purtroppo a sei anni il padre Michele muore, in famiglia restano in sette tra fratelli e sorelle, cresciuti dalla madre Albina. I soldi in casa sono pochini ma il giovane Giacomo può studiare imparando musica correndo di chiesa in chiesa suonando l’organo e di festa in festa a carnevale suonando il piano. Fino a quando dice in casa “bisogna che io vada a Milano!“. Narra la leggenda che in quei giorni a Pisa si rappresenti l’Aida e Giacomo vuole assolutamente andare a sentirla ma il viaggio in treno costa troppo così il giovinotto parte da Lucca e, a piedi, va fino a Pisa! L’ascolto dell’opera verdiana risulta fondamentale: la decisione è presa, “sarò musicista veramente, e scriverò opere!“. Già ma per scrivere opere bisogna studiare al Conservatorio, andare a Milano perché a Milano c’è la Scala, ci sono gli editori e i maestri. Purtroppo in casa non ci sono i soldi dunque che fare? La madre, Albina, ha una buona idea, si raccomanda alla marchesa Pallavicini, una dama di Corte, perché cerchi di ottenere dalla Regina Margherita un aiuto, un sussidio. Che viene concesso: per un anno il giovinotto sarà mantenuto al Conservatorio (che all’epoca prevedeva studio e alloggio). Così, nell’autunno 1880, ventunenne di belle speranze, si trasferisce e tutto ha inizio, a partire dalla frequenza del Conservatorio dopo aver superato l’esame di ammissione. Dalla dimensione locale, dalle chiese di Lucca e dalle feste popolari, lentamente matura una dimensione internazionale e Giacomo diventa il Puccini di Manon Lescaut e di Turandot. Ecco, a questo punto Simone Tansini ha proposto un interrogativo: come mai il Puccini supera l’esame di ammissione quando allo stesso esame era stato bocciato il Maestro Giuseppe Verdi? Una risposta, sempre da parte di Simone, che fa riflettere su come da sempre van le cose nel nostro BelPaese. Anno 1832, un giovanissimo Giuseppe Verdi si presenta all’esame di ammissione al Conservatorio di Milano ma l’esito è infausto: il candidato si è dimostrato “inetto alla musica” a causa di una “non corretta” posizione delle mani sul pianoforte e della “non sufficiente cognizione delle regole sul contrappunto”. Già ma, ipotizza Tansini, forse anche altri elementi hanno svolto un ruolo: la candidatura è ardita, i pochi posti disponibili al Conservatorio sono riservati ad allievi al massimo quattordicenni e provenienti dal Lombardo-Veneto. Verdi ha ventinove anni, è un fuorietà e in più proviene dal Ducato di Parma, è un fuorisede e dunque per lui non c’è posto nel dormitorio. Certo, anche Puccini arriva addirittura dall’ancor più lontana Lucca ma, ha suggerito il nostro baritono Simone Tansini, ha alle spalle il sostegno della Regina e questo, si capisce, conta eccome. Una parola, mi vien da pensare, che risulta da sempre utile: la giusta raccomandazione da parte del potente di turno e poi, aggiungo io, il Giuseppe vien da Villanova sull’Arda, mica da Massaciuccoli come il Giacomo! Beh, a questo punto m’è sfuggito un sorriso mentre la rievocazione di Simone è proseguita fino alla fine salvo doversi concludere all’ora di chiusura della galleria d’arte Biffi ma nessun problema. Seguiranno altri due appuntamenti, il prossimo 18 ottobre e successivamente l’ultimo evento, il 15 novembre per altre interessanti notizie che spesso sono taciute dalle biografie ufficiali. Per concludere, una nota a parte: utile, nel passare nella via in direzione Galleria d’arte, una sosta alla Caffetteria. Seduto al tavolino esterno mi sono goduto un gustoso caffè con crema al pistacchio: tornerò di certo! Del resto, anche se l’autunno s’avvicina, sono disponibili altrettanti comodi tavolini all’interno del locale.
