Daniela Gentili e Roberto Pasquali premiano i piacentini dell’anno a Bobbio

La Settimana della Letteratura conclude l’edizione 2024 con la consueta premiazione di due personaggi definiti “piacentini dell’anno”, individuati in Francesca Lipeti e Astutillo Malgioglio che saranno appunto premiati da Daniela Gentili dell’editrice Pontegobbo, Roberto Pasquali, Sindaco di Bobbio e Gaetano Rizzuto, già Direttore del quotidiano piacentino Libertà e conduttore della serata. Francesca Lipeti, medico piacentino, specializzato in Medicina tropicale a Liverpool (Gran Bretagna), dal 1994 si adopera con tenacia e laica vocazione per l’aiuto e la condivisione dei grandi problemi del popolo Maasai. Sino ad ottobre 2014 ha gestito il presidio sanitario di Lengesim, sperduto villaggio nella Savana sud-occidentale, a cinque ore di auto da Nairobi (Kenya). Un impegno che, nel 2004, le è valso il premio per la Pace della Provincia di Piacenza “Livia Cagnani”, nel 2006 “L’angil dal Dom”, assegnato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano ai piacentini che si sono distinti per la loro opera meritoria fuori dall’Italia. l 17 ottobre 2009 le è stato attribuito il premio “Cuore Amico” dell’Associazione di Brescia “Cuore Amico Fraternità Onlus”, un Nobel per i missionari italiani nel mondo. La dr.ssa Lipeti dal febbraio 2015 si è trasferita a Ilbissil, una cittadina situata sempre in Kenya, al confine con la Tanzania, per portare qui non solo la sua attività di medico missionario ma anche per promuovere iniziative sociali ed umanitarie a beneficio in particolare di donne, ragazze e bambini.

Astutillo Malgioglio è sposato con Raffaella e ha una figlia di nome Elena. A partire dal 1977, in seguito a una visita a un centro per disabili, si è occupato di assistenza ai portatori di handicap, fondando a Piacenza l’associazione Era77 per il recupero motorio dei bambini distrofici. A causa di problemi di salute di Malgioglio e della mancanza di fondi, l’associazione ha chiuso nel 2001. Per questo suo impegno nel 1995 ha ricevuto il premio Sportivo Più. Nel 2019 ha ricevuto il premio BUU – Brothers Universally United, istituito dall’Inter e destinato a figure che si sono messe in luce per meriti umanitari contro discriminazione e razzismo. Il 13 novembre 2021 è stato insignito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, «per il suo costante e coraggioso impegno a favore dell’assistenza e dell’integrazione dei bambini affetti da distrofia». Non l’ho conosciuto personalmente, avevo conosciuto invece qualche anno prima del loro matrimonio Raffaella, sorella minore di Roberto, mio coetaneo e amico. Di lui, professionista del pallone in Serie A, ho invece sempre avuto grande stima per quanto ‘sentito dire‘, appunto come calciatore e come uomo. Professionista con il Bologna prima, portiere titolare con il Brescia della promozione in serie A poi, uno dei migliori portieri del campionato nella stagione 1979-1980. Dopo due anni con la Roma come vice del portiere titolare Franco Tancredi, nel 1985 pur di tornare a giocare accetta di scendere in Serie B con la Lazio. Qui le cose gli vanno decisamente male come giocatore ma fanno letteralmente risplendere l’uomo. Infatti Malgioglio viene preso di mira dai tifosi laziali (e qui, come possiamo dimenticare il saluto fascista che il bomber Chinaglia negli anni ’70 rivolgeva ai suoi tifosi notoriamente di analoga fede politica? Per tacere dell’analogo saluto rivolto alla curva biancoceleste da Paolo Di Canio nel 2005), sia a causa dei trascorsi romanisti, sia per il suo impegno coi disabili. Così il 9 marzo 1986 allo stadio Olimpico, nella gara interna contro il L.R. Vicenza, persa per 4-3, viene duramente contestato a causa di alcune incertezze in occasione dei gol subiti. A fine partita Malgioglio — ulteriormente provato dalla recente morte del padre — reagisce ai cori rivolti dalla curva laziale contro la sua famiglia e i disabili, togliendosi la maglia e sputandoci sopra: sugli spalti era stato affisso uno striscione recante la scritta «Tornatene dai tuoi mostri». Malgioglio rescinde il contratto con la Lazio ed esprime l’intenzione di ritirarsi dal calcio. Invece, in quella stessa estate, chiamato da Giovanni Trapattoni, passa all’Inter dove resta per cinque stagioni fino al ’91 quando passa all’Atalanta senza tuttavia mai scendere in campo per problemi fisici che lo spingono al definitivo ritiro nel 1992, a 34 anni. Dunque, onore al merito all’organizzazione della Settimana della Letteratura per la scelta di individuare come ‘piacentino dell’anno’ l’uomo Astutillo Malgioglio.

Paolo Di Canio saluta i tifosi della Lazio, la squadra italiana più fascista, Si nota sul braccio anche il tatuaggio con la parola “DUX”

Prosegue la Settimana della Letteratura a Bobbio con Matteo Eremo (annullata la serata con Valentina Petri) e Luca Maffi

Valentina Petri, insegnante blogger, ha annunciato la sua assenza dalla serata per problemi sopravvenuti. Potremo invece ascoltare il giornalista Matteo Eremo che presenta “Il calcio è musica – Vita e romanzo di Sandro Puppo allenatore dimenticato”. Puppo (1918 – 1986) era nato a Piacenza ma la sua carriera da atleta prima e allenatore poi lo portarono in giro per il mondo. Con la maglia della Nazionale vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Fu in seguito allenatore della nazionale Turca, del Barcellona e infine del Piacenza nel 1967, squadra nella quale aveva giocato come mezzala prima e come centromediano poi.

Sucessivamente Luca Maffi, laureato in storia e critica dell’arte con indirizzo medievistico, proporrà una conferenza dedicata a Frida Kahlo, pittrice dalla vita travagliata. Nata nel 1907, le piaceva dire di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell’anno, e perciò del Messico moderno. Affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiarono per poliomielite (ne era affetta anche sua sorella minore), fin dall’adolescenza manifestò una personalità molto forte, unita a un singolare talento artistico e aveva uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale. Nel 1928 si iscrisse al Partito Comunista Messicano (già Partito Socialista Operaio) partecipando a numerose manifestazioni.

Loggiato dell’Abbazia di San Colombano, Bobbio

A Bobbio i piacentini Daniele Camia e Stefano Ghigna con ‘Lupi nella nebbia’ e ‘I prigionieri di Dio’

La serata dedicata a due protagonisti delle iniziative letterarie “i mercoledì coi grilli per la testa” promosse dall’associazione odv Fabbrica&Nuvole in via Roma a Piacenza: fuori discussione la mia presenza a dir poco ‘militante’. Anche in vista di una presentazione dei due romanzi appunto in città, da programmare per il prossimo anno e ad altre iniziative letterarie comuni considerato che sempre Daniele e Stefano sono tra i 26 narratori ciascuno dei quali autore di un racconto inserito in una raccolta in avanzata fase di stampa con uscita in libreria prevista per fine settembre. Nell’attesa con Daniele e il suo ‘Lupi nella nebbia’ potremo seguire le vicende di Carlo che, mosso da eventi che sembrano casuali, esce dalla sua insoddisfacente comfort zone, per intraprendere un percorso in salita e raggiungere un luogo dove la natura e il silenzio regnano sovrani. Sarà lui il nuovo guardaboschi di uno sperduto paesino in alta collina.

Con Stefano Ghigna, insegnante in pensione, nato nella suggestiva Val Perino, ascolteremo invece di brindisi e grande Storia rievocata alle tavole imbandite di amici che familiarizzano con Paolo di Tarso in giro a predicare attorno al mar Egeo. Escursioni in Val Trebbia e alle origini del Cristianesimo. Lontane imprese, ingiustizie, lotte di potere, personaggi raccontati senza veli. Gli imperatori, da Augusto fino a Nerone (che farà decapitare il futuro San Paolo, divulgatore e regista del messaggio cristiano) insieme a comparse più o meno illustri, tra cui la gens dei Pisone, originaria della piacentina Velleia, suscitano confronti continui per scoprire chi vince e chi perde. Movimentate vicende del presente immettono l’onda nel fiume della Storia che riserva sempre sorprese.

In cima al Lesima, avvolti nel grigio del nulla

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Stefano Vendrame e Samanta Mazzocchi presentano i loro libri stasera a Bobbio

Ne uccide più l’alimentazione (scorretta) che il fumo. In Occidente, oggi, è così. Negli ultimi cento anni l’umanità ha radicalmente trasformato il proprio modo di mangiare. Siamo caduti senza accorgercene in una serie di “trappole” e basta guardare gli scaffali di un supermercato per capire quanto sia radicato il problema: il 90% della superficie è occupata da conserve in scatola, piatti pronti, carne e salumi a perdita d’occhio, biscotti, yogurt zuccherati, gelati e altri alimenti ultraprocessati. Stefano Vendrame, biologo nutrizionista e ricercatore, ci svela nella suggestiva location del loggiato dell’Abbazia di San Colombano le dieci principali trappole alimentari che ci tengono in scacco senza che lo sappiamo e ci indica dieci obiettivi strategici per migliorare la nostra salute.

Samanta Mazzocchi, gastroenterologa, lavora nel reparto di Medicina interna dell’Ospedale di Castel San Giovanni, e svolge attività ambulatoriale di gastroenterologia integrata. Con il suo libro ricorda che oggi abbiamo nuove armi contro le trappole alimentari la cui efficacia è ampiamente documentata dalla letteratura scientifica: la nutrizione, i farmaci vegetali, i funghi medicinali, la terapia cognitivo-comportamentale, l’attività fisica… perché quindi fermarsi solo alla cura del sintomo? Questo libro non è un semplice elenco di disturbi, ma è un racconto attraverso cui il lettore può cercare di capire un po’ di più se stesso per imparare anche a raccontarsi meglio al proprio medico. Curare la pancia vuol dire curare la persona nel suo insieme e l’alimentazione, la fitoterapia, lo stile di vita non devono più essere considerate come terapie alternative o non convenzionali, ma medicine da integrare alle cure tradizionali.

Serata con Gigi Riva e Luigi Garioni alla Settimana della Letteratura a Bobbio

Gigi (Luigi) Riva, giornalista, scrittore, già direttore del Giornale di Vicenza, apre la seconda serata della settimana della letteratura con il libro ‘Ingordigia’, un’indagine su un caso clamorosamente sottaciuto della recente storia d’Italia. Il 19 giugno 2022 Massimo Bochicchio – definito dalla stampa “il broker del vip” – si schianta con la sua BMW K75 contro un muro perimetrale dell’aeroporto dell’Urbe. Il corpo è carbonizzato al punto che per accertarne l’identità bisogna ricorrere all’esame genetico. Il giorno dopo, Bochicchio sarebbe dovuto comparire in tribunale per la terza udienza nel processo a suo carico. Le accuse: riciclaggio, abusiva attività finanziaria, truffa. A denunciarlo erano stati trentasette clienti, tra cui l’ex CT della Nazionale di calcio Antonio Conte e altri personaggi di spicco dello sport italiano. Molti di più i raggirati che non si sono rivolti alla giustizia, tra cui un altro ex CT della Nazionale, Marcello Lippi. Come è possibile che così tante persone abbiano consegnato al broker centinaia di milioni di euro? Combinando lo studio maniacale delle vastissime carte processuali a interviste realizzate ad hoc, Gigi Riva ricostruisce con il passo del thriller la parabola incredibile di un uomo capace di vivere per anni nel jet-set tra Roma, Londra, Capalbio, Cortina e i paradisi fiscali del pianeta, erigendo attorno a sé una facciata di rispettabilità sottilissima eppure infrangibile. Colto, fascinoso, sposato con Arianna Iacomelli, seconda a Miss Italia 1990, Massimo Bochicchio è riuscito a raggirare imprenditori, professionisti, ambasciatori, alti funzionari di Stato. E a tradire amici carissimi. Così carismatico che molti dei truffati ancora soffrono verso di lui di una sorta di sindrome di Stoccolma, mentre altri non credono alla sua morte e sono convinti che prima o poi tornerà e restituirà loro quanto dovuto. Ma il racconto delle truffe di Massimo Bochicchio, che si vantava di avere maneggiato un miliardo e ottocento milioni di euro, serve anche a far luce sulle dinamiche mentali delle vittime, e in generale su quell’ossessività all’accumulo tutta contemporanea, un’ingordigia di denaro che è ormai l’ottavo peccato capitale.

A seguire, il racconto di un sogno da bambino finalmente realizzato: l’ex preside dell’Alta Val Trebbia Luigi Garioni racconta del viaggio da Bobbio al Giappone in bicicletta. Cento chilometri al giorno, centonovanta tappe in 192 giorni: sei mesi e otto giorni. E ancora: 4 copertoni delle ruote della bici esausti, 24 raggi e tre cavalletti cambiati, tre portapacchi, 25 forature, un filo del freno saltato, una riparazione dovuta alla catena. Ma ce l’ha fatta, Garioni ed ora racconta del viaggio, delle emozioni, degli incontri con tante persone diverse nel libro pubblicato con le edizioni Pontegobbo, casa editrice nata, non lo dimentichiamo, proprio in Val Trebbia. In definitiva, un racconto, autobiografico e avventuroso, a tratti interrotto da considerazioni personali dalle quali emerge la sensibilità e lo spirito zen del protagonista così com quando dice “Partire non è fuggire, ma arricchirsi per tornare rinnovati e migliori, così il viaggio è esperienza e scoperta”.

Foto scattata lungo il percorso della 187esima tappa,  Makinohara-Fuji

Pietro Badaloni, Luca Pandelli ed Ermanno Mariani aprono la Settimana della Letteratura a Bobbio

Piero Badaloni, giornalista, scrittore, presidente della giunta regionale del Lazio dal ’95 al 2000, ‘apre’ la Settimana della Letteratura ideata e proposta da oltre vent’anni dalle edizioni Pontegobbo in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Bobbio. “Quando il passato non vuole passare”, il libro edito da ‘Le piccole pagine’, piccola casa editrice con sede a Calendasco particolarmente attenta alla ricerca e alla riflessione storica. Manipolare il passato, coprire i misfatti compiuti e cancellare la memoria è tipico delle dittature. Ma un popolo, una democrazia può guardare avanti con fiducia senza aver sanato ferite ancora aperte? Ignorare il passato è favorire il revisionismo storico. Per oltre un trentennio un silenzio imbarazzante ha coperto in Spagna i crimini più efferati di una dittatura che ha il record di durata in Europa. Come è stato possibile?

A seguire Luca Prandelli, giovane conferenziere di San Nicolò che proporrà riflessioni in occasione del centenario dell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti da parte una squadraccia di fascisti, omicidio rivendicato di fronte al Parlamento dallo stesso Benito Mussolini.

Infine Ermanno Mariani, insegnante, giornalista di cronaca, scrittore, presenta il romanzo “L’ombra del Ras”: ricostruzione del più misterioso fra i delitti avvenuti a Piacenza nel Novecento. Un uomo viene trovato in una camera da letto agonizzante e con la testa rotta. Vorrebbe dire ai presenti chi lo ha colpito ma non riesce a parlare. I media parlano di delitto passionale, poi di vendetta privata, infine emerge la pista politica. L’anno del delitto e’ il 1924, la vittima un fascista dissidente. La ricostruzione dell’omicidio avviene attraverso verbali di polizia e di carabinieri, interrogatori della magistratura, documenti che solo recentemente sono diventati consultabili: la legge li aveva secretati per oltre settanta anni.

Domani, domenica 11, la seconda giornata della Transumanza Letteraria a Cerignale, 750 mt. s.l.m., lassù tra i Monti dell’Appennino piacentino

Il programma della seconda giornata della Transumanza letteraria a Cerignale

DOMENICA 11 AGOSTO

Prosegue nel pomeriggio la Transumanza Letteraria a Cerignale che non è solo un festival di libri e lettori, ma un viaggio emozionante attraverso le parole, i paesaggi e le comunità. Un’occasione per rallentare, riflettere e riscoprire la bellezza della lettura e della condivisione.

15.30      Apertura librerie del Festival

17.00     ASCOLTA LA PAURA di DANIELE COSENTINO, edizioni Officine Gutenberg. L’autore dialoga con GIOVANNI BATTISTA MENZANI: Gavino ha poco più di vent’anni nel 1952, quando viene condannato per aver ucciso, senza apparente motivo, un carabiniere. Orfano sin dall’adolescenza, è cresciuto come un cane randagio nel borgo di San Quirino, sull’Appennino pavese. Solo Nina, la misteriosa strega del paese, e Pinèt, il vecchio fabbro con loschi precedenti e una storia da partigiano, possono aiutarlo. L’unica possibilità per Gavino è fuggire verso sud, attraversando a piedi l’Appennino nel grande gelo dell’inverno, mentre contro di lui si scatena una vera e propria caccia all’uomo.

L’umarell, in mancanza di cantieri, … va in Libertà

18.00     IL GRANDE CAIMANO di DOMENICO VARIPAPA, NN Editore. L’autore dialoga con ANNALISA TRABACCHI: Rino ha 15 anni e non esce più di casa: dopo un umiliante scherzo in piscina, diventa un hikikomori. Di notte si rifugia nei giochi online e nelle videochat, con il nickname “Caimano” e la maschera di Berlusconi, il grande nemico del nonno. Il vecchio pensa che Rino abbia il malocchio, e in punto di morte si fa promettere che tornerà in Calabria per farselo togliere. Il ragazzo decide di partire per porgere al nonno l’ultimo omaggio: seppellire la sua gamba finta nel mare che tanto amava. Inizia così un viaggio verso sud, in cui Rino si ritrova in compagnia di Gaetano, che si fa chiamare Richie Rich e sogna di fare soldi a palate; poi di Massimo, un ragazzo con la sindrome di Asperger; e infine di Margherita, cosplayer di manga giapponesi e suo grande amore.

Il nuovo Sindaco Fausta Pizzaghi con il precedente Massimo Castelli, che da 10 anni ospitano la Transumanza Letteraria

A Cerignale il 10 e 11 agosto torna il festival “Transumanza Letteraria”

Da una decina di anni il Festival Transumanza Letteraria è un appuntamento fisso… itinerante. Nasce dall’idea che poiché i libri, come le montagne, stanno subendo un abbandono, si desidera contrastare questa tendenza: riportare le persone in luoghi non convenzionali. Ogni tappa di Transumanza Letteraria è un’opportunità per scoprire nuovi autori e incontrare altri appassionati lettori.   Uno degli obiettivi principali del Festival Transumanza Letteraria è promuovere la lettura per questo il primo appuntamento e il più gettonato, è ovviamente l’apertura del “Mercato del libro” dove poter trovare libri nuovi e usati, libri per grandi e per i più piccoli, l libri per evadere e libri per riflettere, a ciascuno il suo… Un consiglio? Non fatevi le liste, ma lasciatevi ispirare dai titoli, dalle trame e soprattutto dalle libraie! Il fil-rouge che lega la selezione dei libri che verranno presentati in questa edizione è il ricordo, che evoca la memoria di un tempo trascorso, un momento di nostalgia o un passaggio da superare… Il ricordo può essere dolce e amaro, un ponte invisibile che collega il passato al presente. Ogni libro scelto per questa edizione rappresenta una finestra aperta su esperienze vissute, su emozioni profonde che risuonano ancora oggi. Tra i libri scelti, troviamo storie che esplorano la giovinezza perduta, amori dimenticati, e avventure che hanno segnato la vita dei protagonisti. Alcuni racconti ci portano indietro nel tempo, facendoci rivivere epoche storiche con una precisione che incanta e commuove, un dialogo tra lettore e testo, dove ogni pagina sfogliata diventa un viaggio nei meandri della memoria umana.  Transumanza Letteraria non è solo un festival di libri e lettori, ma un viaggio emozionante attraverso le parole, i paesaggi e le comunità. Un’occasione per rallentare, riflettere e riscoprire la bellezza della lettura e della condivisione.

SABATO 10 AGOSTO

15.30      Apertura librerie del Festival: Il primo appuntamento e il più gettonato, è ovviamente l’apertura del “Mercato del libro” dove poter trovare libri nuovi e usati. Un consiglio? Non fatevi le liste, ma lasciatevi ispirare dai titoli, dalle trame e soprattutto dalle libraie!

16:30  NATI PER RIESISTERE di ALFREDO ZAPPA, edizione Piccole Pagine. L’autore dialoga con SANDRO BERETTA. La banale avventura di un romantico e ingenuo figlio del dopoguerra si intreccia con l’epopea di un padre che quella guerra l’ha fatta. Una “telemachia” contemporanea alla ricerca del tempo perduto ci porta alla scoperta della verità su una pagina di storia italiana a torto dimenticata, navigando tra le isole di uno struggente e mitico Mare Egeo.

16:30  LETTURE CARAMELLA di e con BARBARA EFORO e DAVIDE FASOLISpettacolo per bambini:  Te ne mangi una, due, tre… o quante ne vuoi tu! Letture per bambini di tutte le età, accompagnate da “rumorini” di sottofondo!

17:30  LA GRAMMATICA DELLE NUVOLE di LORENZO CALZA, Edizioni LOW. L’autore dialoga con SONIA GALLI: Questa è la storia di un bambino che negli anni Settanta trascorre i pomeriggi tra le lavoratrici di una sartoria di Piacenza. Lì, quando i rotoli di stoffa sono finiti, si impossessa delle anime di cartone divenute ormai inutili, le sistema sul tavolo e comincia a disegnare, una dopo l’altra, decine di figure. Centinaia. Migliaia. Quel bambino – che si chiamava Lorenzo Calza e che è oggi uno dei migliori autori del fumetto italiano – non lo sapeva ancora, ma stava dando inizio alla propria storia d’amore con le vignette.

18:30   L’APPENNINO RESISTENTE E I SUOI PROTAGONISTI di FILIPPO MULAZZI, Edizioni Officine Gutenberg, L’autore dialoga con MASSIMO CASTELLI: Un gruppo sempre più esiguo di donne e uomini vive oggi in una delle zone meno popolate d’Italia, l’Appennino piacentino. Una montagna forse poco cool, per lo più sconosciuta, ma per certi versi più autentica e vera di altre zone più battute dal grande pubblico.

21:00   “MINIMAL SOUND” – TRIO FLUXUS Alessandro Zezza tastiere, Andrea Anzalone violoncello, Serafino Tedesi violino: Rivalutare luoghi poco conosciuti del territorio attraverso la musica di qualità e la costruzione di una rete attiva di comuni desiderosi di potenziare l’offerta culturale a favore dei propri residenti e dei villeggianti che sulla nostra montagna trascorrono i mesi estivi.

E il Programma della seconda giornata, domenica 11? Pazienza: se ne parlerà domani, sabato 10

La transumanza letteraria a Cerignale

L’eresia di Don Paolo Miraglia, Savonarola del Novecento: Carmelo Sciascia il 20 luglio presenta il suo libro ad Ucria (Me) in attesa di portarlo il 16 ottobre all’ombra del Duomo piacentino

Carmelo Sciascia presenta in anteprima ad Ucria (ME) il saggio dedicato alla vicenda de “L’eretico Don Paolo Miraglia”, il sacerdote nato nel 1857 appunto sotto il sole della Trinacria ad Ucria e giunto nel 1895 a Piacenza per celebrare il mese mariano. In realtà da subito attraverso le sue prediche Don Miraglia si caratterizzò come un Savonarola del Novecento, fuori dalle regole del clero piacentino scontrandosi in particolare col vescovo Giovanni Battista Scalabrini, custode dell’ortodossia della Chiesa romana e oggi addirittura riconosciuto come Santo. Ma, come ben sappiamo, mal ne coglie in genere a quanti nella città in riva al Grande Placido Fiume si schierano contro il potere costituito. Così come mal ne colse a San Corrado Confalonieri, Santo ed eremita originario di Calendasco ma spesso denegato nella sua stessa esistenza dall’ortodossia piacentina in quanto reo di parentela con uno dei nobili ribelli congiurati che, oltre due secoli dopo la nascita del Santo, assassinarono il Duce Pier Luigi Farnese imposto Conte dominus alla città dal Papa Paolo III suo padre. Analogamente dunque identico destino concluderà la vicenda del sacerdote siciliano, dichiarato eretico, scomunicato e alla fine costretto ad emigrare in America per evitare il carcere subendo l’oblio della memoria quantomeno a Piacenza. Un fatto cui cerca ora di por rimedio Sciascia con una ricerca storica durata tre anni della quale oltreché nel libro che verrà presentato ad Ucria (e successivamente analogamente in previsione a Piacenza alla Biblioteca Passerini Landi il 16 ottobre) troviamo altresì testimonianza in un ampio saggio (6 pagine) nella rivista L’Urtiga-Quaderni di cultura piacentina n. 36 disponibile presso l’editrice libreria Romagnosi di Piacenza come del resto copia del libro.

Paola Chimisso mercoledì 26 alle ore 18 in via Roma al 163 ai “mercoledì coi grilli per la testa” presenta “Il Mondo Aperto”, suo secondo libro, una storia di vita nell’ambiente ospedaliero

Dopo aver aperto a ottobre 2023 il secondo ciclo degli incontri settimanali dei “mercoledì coi grilli per la testa”, rassegna letteraria dedicata ai narratori e poeti piacentini voluta e ideata dall’associazione Fabbrica&Nuvole, Paola Chimisso, infermiera strumentista di camera operatoria del Polichirurgico piacentino, conclude il ciclo con l’arrivo del caldo estivo e i giorni delle ferie presentando il suo secondo romanzo, “Il mondo aperto”. Ritroveremo i personaggi del primo libro, “Base Grande 13”, nome col quale gli operatori sanitari definiscono il carrello con gli strumenti appunto nedessari in camera operatoria, spesso fondamentali per la buona riuscita di un intervento e talvolta per salvare la vita del paziente al presentarsi di complicanze. Se però il racconto del primo romanzo si svolgeva seguendo della vita del personale all’interno di un’ipotetica struttura ospedaliera virtuale, ora Paola ci racconta che le porte della camera operatoria si aprono e così la vita dei protagonisti si apre al mondo esterno, non più solo servizio alla salute degli altri ma apertura alla vita, all’amore, alle relazioni con in evidenza il rapporto tra l’infermiera Carolina e il medico Alessandro che finalmente diventa di pubblico dominio tra colleghi e colleghe. Al fianco di Paola sarà il dottor Patrizio Capelli, medico chirurgo Direttore del Dipartimento delle Chirurgie dell’Azienda Usl di Piacenza mentre la serata sarà moderata come di consueto dallo scrittore e poeta Claudio Arzani, ideatore e conduttore dei mercoledì letterari riservati a narratori e poeti piacentini che l’associazione del Presidente Bernardo Carli organizza nei locali della Scuola Azzurra di via Roma al 163 ormai dal maggio 2022. Per concludere il buffet offerto dall’associazione e l’arrivederci al prossimo ottobre per un nuovo programma di iniziative letterarie settimanali con protagonisti Piacenza, i piacentini, le piacentine con le loro storie di fantasia e di vita

Paola Chimisso, scrittrice

“I documenti del culto a San Corrado”, presentazione del libro di Umberto Battini sabato 22 a Calendasco

La presentazione del nuovo libro di Umberto Battini dedicato all’approfondimento della vicenda di San Corrado Confalonieri, si svolgerà all’interno dell’antico romitorio ospitale di Calendasco dei Terziari francescani che lo realizzarono negli anni del 1200 come luogo dedito all’accoglienza dei viandanti e dei loro animali (albergo) e all’assistenza per la cura dei bisognosi. Nel romitorio, detto del gorgolare in quanto si componeva anche di un mulino, trovò rifugio all’inizio del suo percorso di fede il nobile Corrado Confalonieri nato nel borgo e caduto in disgrazia, ridotto in povertà per aver dovuto risarcire i danni causati da un incendio provocato incidentalmente durante un incontro di caccia. Corrado rimase nel romitorio per dieci anni scegliendo in seguito un percorso di fede eremitico che lo portò nella lontana Noto in Sicilia dove prosegui nell’assistenza ai malati causandone miracolose guarigioni che portarono al riconoscimento della santità.

Ai “mercoledì coi grilli per la testa”, la rassegna letteraria settimanale di Fabbrica&Nuvole, il 19 giugno in via Roma al 163 Alessandro Bersani presenta “Vedo – Come sfruttare le proprie potenzialità per vivere una vita senza limitazioni”

Ultimi bagliori per la rassegna letteraria dei “mercoledì coi grilli per la testa” che si avvia alla conclusione del suo secondo ciclo di incontri settimanali con narratori e poeti piacentini: appunto mercoledì 19 alle ore 18 Alessandro Bersani, 63 anni, fotografo professionista di rilievo nazionale, propone, come penultimo incontro della rassegna nella sede della Scuola Azzurra di via Roma al 163 dell’organizzazione di volontariato e inclusione sociale Fabbrica&Nuvole, la presentazione del libro “Vedo“, sottotitolo “Come sfruttare le proprie potenzialità per vivere una vita vera senza limitazioni“. Un esordio nel campo della narrativa che parte dalla vicenda personalmente vissuta da Alessandro, fin dalla nascita costretto in un mondo di ombre e senza colori: “non distinguo il rosso del semaforo“, racconta, “e indovinare quale sia il pullman in arrivo ad una fermata multipla è un problema non da poco, l’indicazione del numero e quindi della linea è fatta per vedenti, non certo per ciechi o ipovedenti“. Insomma, una vita irta d’ostacoli ma mai demordere ed è questo il senso del libro che vuole essere messaggio per gli altri, una testimonianza per chiunque possa trovarsi in difficoltà. Reagire con cocciutaggine senza rinunciare mai e la vita di Alessandro dimostra di come il carattere, la forza d’animo, il saper credere comunque nelle proprie forze possa portare a risultati impensabili, incredibili. Come appunto nel caso di un ipovedente che, diplomato ragioniere prima, tecnico informatico poi, addirittura diventa fotografo. Ma non un fotografo qualunque: infatti suoi servizi sono stati pubblicati da il Venerdì di Repubblica oltreché da riviste nazionali di auto e moto. Ancora: ha pubblicato libri di architettura, una quindicina di monografie, diversi cataloghi, ha seguito 11 edizioni della Mille Miglia, ha ritratto 160 personaggi,  riprodotto opere d’arte, lavorato in studio a Milano nel campo della moda senza negarsi il vezzo di mostrare, durante la breve intervista, le immagini in movimento di una recente manifestazione di piazza e del relativo .Appuntamento dunque per mercoledì 19 a partire dalle ore 18,00 con l’intervento introduttivo del presidente dell’associazione Bernardo Carli cui seguiranno gli interventi del dottor Carlo Giarelli, medico specialista in chirurgia e della dottoressa Chiara Morini, specialista in oftalmologia presso il reparto oculistico del Presidio Ospedaliero del nostro Guglielmo da Saliceto. Moderatore della serata come di consueto Claudio Arzani, scrittore e poeta a sua volta. Infine, a conclusione della serata, il consueto buffet di saluto.

Alessandro Bersani, fotografo nonostante la cecità

A Carpaneto mercoledì 19 giugno ore 21 l’onore di presentare le poesie dell’amico Francesco Saverio Bascio nel salone BOT del castello di Carpaneto piacentino

L’onore di essere chiamato ad intervenire alla presentazione delle poesie in lingua siciliana (con annessa traduzione in italiano) di un amico e nello stesso tempo il piacere di ritornare dopo quasi vent’anni, nel salone del castello di Carpaneto affrescato con i dipinti futuristi di BOT, l’artista piacentino Osvaldo Barbieri (1895-1958). Lo stesso salone che mi aveva ospitato per una delle prime presentazioni delle mie poesie e dove per la prima volta avevo avuto l’accompagnamento musicale delle ballate di Francesco Bonomini. Mercoledì, invece, commenterò e parlerò – con Arturo Croci e Alberto Brenni – delle liriche di Francesco che, anni fa, si presentò con la moglie Emilia nel mio ufficio per farmi omaggio della sua prima raccolta di scritti in versi dal titolo “Atto d’amore”. All’epoca potevo definirlo un esordiente che muoveva i primi passi nel particolarissimo mondo dell’espressione delle emozioni e dei sentimenti in versi. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, Francesco ha ottenuto e meritato molti riconoscimenti anche internazionali ed ora, con questa seconda raccolta, si presenta al pubblico di Carpaneto, il paese dove risiede. Portando poesie che innanzitutto “cantano” della sua terra e, come chiosa la maestra Anna Maria Bono, siciliana a sua volta, “é come l’Etna, un vulcano in continua eruzione di pensieri e sentimenti, é un torrente impetuoso che trascina con sé le anime che si accostano alla sua, è il sole cocente che riscalda i cuori dei suoi lettori per aprirli alla speranza di un mondo migliore“. Francesco é nato nel 1956 a Campobello di Mazara (TP) dove con la moglie ha gestito un negozio di frutta e verdura fino al giorno della “bussatina” di fronte alla quale ha scelto la dignità della coerenza e dell’onestà rifiutando ogni compromesso con la delinquenza. Pur di non piegarsi ha abbandonato il negozio e la sua amata Sicilia emigrando in Olanda prima e arrivando infine nella nostra Piacenza dove purtroppo un grave infortunio ne ha compromesso la salute ma lui non si è mai arreso, ha sempre lottato con il coraggio e la forza di un leone. Mercoledì dunque potrò condividere la sua condanna per i comportamenti delinquenziali, le ingiustizie sociali, l’atrocità della guerra, il dramma dei migranti. Ascolteremo i suoi versi che lui declamerà in siciliano seguito dalla lettura in italiano da parte di Dalila. Versi nei quali troviamo  l’umiltà degli umili e dei loro mestieri, il lattaio, il venditore ambulante, il contadino, gente il cui mondo è caratterizzato da duro lavoro, pazienza, determinazione e, a volte, anche da sfruttamento. La storia contadina della sua amata Sicilia, che è stata caratterizzata dalle differenze rurali tra poveri e ricchi, tra forti e deboli dove il proprietario dei terreni si sentiva padrone della natura e dei suoi frutti senza tenere in debito e doveroso conto le aspettative delle maestranze, sia che fossero braccianti o mezzadri o piccoli proprietari che spesso, per una vita migliore, alla fine come lui hanno dovuto emigrare verso terre lontane. Nei versi di Francesco dunque troviamo il sogno di una società meno iniqua e più equa, caratterizzata da principi di solidarietà, onestà e umiltà.

Francesco Saverio Bascio

Nuova iniziativa per l’ultima pubblicazione di Umberto Battini su Corrado Confalonieri, il Santo piacentino patrono di Calendasco

Dopo il ‘passaggio’ lo scorso 5 giugno alla rassegna letteraria cittadina dei ‘mercoledì coi grilli per la testa’ in via Roma al 163 da Fabbrica&Nuvole, prosegue il cammino divulgativo della vicenda storica di San Corrado Confalonieri, patrono di Calendasco, grazie alle ricerche di Umberto Battini. Figura controversa, quella del Santo piacentino: giovane nobile avviato alla carriera di cavaliere d’armi, protagonista nel 1315 di un grave incidente durante una battuta di caccia che causò un incendio nelle campagne prossime a Calendasco con danni rilevanti a campi, boschi, cascine, stalle, venne dichiarata nei suoi confronti una damnatio memoriae dalla famiglia: per almeno due secoli nessun Confalonieri sarebbe più stato chiamato col suo nome. Un velo d’oblio che lo spinse ad una vita di assistenza, carità e meditazione con i francescani dell’ospitale in Calendasco prima e in seguito ad un percorso eremitico che l’avrebbe portato nella lontana Noto, in Sicilia. Quando poi dopo il 1580 si ebbe notizia del riconoscimento della Santità, mentre veniva finalmente riconosciuto nella sua natia Calendasco, una nuova damnatio venne dichiarata dai Farnese, tornati dominus del Ducato di Parma e Piacenza con il conseguente esilio a Milano dei Confalonieri, rei d’aver partecipato alla congiura contro il Duca Pierluigi (assassinato) a favore del Gonzaga milanese. Così per i piacentini, storicamente acriticamente schierati con il potente di turno e quindi con i Farnese, il rapporto con la figura del Santo risulta caratterizzato da una certa diciamo freddezza tanto da metterne addirittura in dubbio l’effettiva esistenza o quantomeno la nascita in quel di Calendasco cioè nel territorio piacentino. Non a caso per arrivare ad una chiesa dedicata in città bisognerà aspettare il finire degli anni ’70 peraltro in zona periferica senza alcun rapporto con la vita del Santo e addirittura, come ricordato da Carmelo Sciascia nel citato incontro del 5 giugno in via Roma al 163 alla Scuola Azzurra dell’ associazione Fabbrica&Nuvole, in un relativamente recente articolo del Nuovo Giornale, settimanale ufficiale della Curia piacentina, ancora si esprimeva il dubbio dell’esistenza stessa del Santo. Meritoria dunque l’azione di Battini di ricerca basata su documenti ufficiali d’archivio con la conseguente pubblicazione già di tre opere letterarie fondamentali. Per quanto all’ultima in ordine di tempo, se ne parlerà nella suggestiva ambientazione del piccolo oratorio in località i Negri di Bramaiano magistralmente affrescato dall’ artista Bruno Grassi. In seguito il giorno 22 prossimo, altra conversazione direttamente a Calendasco mentre quanto prima Battini darà annuncio delle ulteriori iniziative in altre realtà territoriali tra le quali Roma e naturalmente Noto.

Ai “mercoledì coi grilli per la testa”, la rassegna letteraria settimanale di Fabbrica&Nuvole, il 12 giugno in via Roma al 163 Ettore Cravedi presenta “Cicciaräda in sal dialëtt piasintein – 4” 

Proseguono le serate proposte da Ettore Cravedi, già insegnante e giornalista pubblicista oggi in pensione, dedicate alla “piacentinità” ovvero a tutto quanto caratterizza il nostro territorio rivisitato attraverso racconti, poesie, modi di dire, canzoni e un po’ di storia, tutto per conoscere, approfondire, capire in particolare la nostra lingua. Il ciclo dialettale, inserito nella più generale rassegna letteraria settimanale dei “mercoledì coi grilli per la testa” dedicata ai narratori e ai poeti piacentini, giunge al quarto e per ora conclusivo appuntamento a cadenza mensile iniziato a marzo. Nell’occasione Ettore sarà affiancato dal cantautore Maurizio Pitacco mentre il ‘focus’ della serata saranno personaggi, angoli di Piacenza e vecchi mestieri scomparsi. Occasione dunque per ricordare la ciambellaia (la Buslanera), quella signora che girava per fiere e mercati con al collo e sulle braccia lunghe file di ciambelline infilate con uno spago come collane, al patunèr cioè il venditore di castagnaccio (la patòna), lo scranàr ovvero l’impagliatore di sedie al quale le donne portavano le sedie sfondate, al zavattèin il ciabattino mestiere artigiano che oggi i giovani hanno abbandonato, al strillon che girava per le strade gridando i titoli più eclatanti dei giornali, al basulon che girava solitamente con un carrettino di legno vendendo generi alimentari e così tanti altri mestieri scomparsi o quasi di fronte all’avvento dei tempi del consumismo e che mercoledì Ettore Cravedi ci farà rivivere o, nel caso dei giovani, conoscere per la prima volta. Appuntamento dunque per mercoledì 12 a partire dalle ore 18,00 con gli interventi introduttivi del presidente dell’associazione Bernardo Carli e dello scrittore e poeta Claudio Arzani per una breve informativa sui successivi appuntamenti settimanali appunto con narratori e poeti piacentini che a fine mese concluderanno la stagione ottobre 2023-giugno 2024 ovvero il secondo anno della rassegna. Infine a conclusione della serata, il consueto buffet di saluto.

Umberto Battini il prossimo 5 giugno presenta in anteprima ai ‘mercoledì coi grilli per la testa’ in via Roma al 163 il libro “I documenti del culto a San Corrado”, patrono di Calendasco

Umberto Battini di Calendasco, devoto di San Corrado, ricercatore storico, mercoledì 5 giugno alle ore 18,00 in via Roma al 163 alla Scuola Azzurra dell’associazione Fabbrica&Nuvole nell’ambito del ciclo letterario ‘i mercoledì coi grilli per la testa’ propone, in anteprima nazionale, il libro “I documenti del culto a San Corrado – Le carte originali di Calendasco circa il Patronato secolare”. Con questa nuova pubblicazione, per l’esattezza la terza, Battini ricorda di come il giovane Corrado Confalonieri, nato nel castello di Calendasco nel 1290, avviato ad una vita come cavaliere d’armi, nel 1315 durante una battuta di caccia per un errore provoca un incendio devastando colture, boschi, cascine comprese stalle e animali. Avuta salva la vita in quanto nobile viene comunque condannato al risarcimento dei danni, risarcimento cui provvedono la moglie e la famiglia e che per lui significa povertà, denigrazione, abbandono e soprattutto la damnatio memoriae da parte della famiglia stessa (infatti fino al 1600 nessun Confalonieri viene più chiamato col suo nome). Scelto di vivere come terziario penitente con i francescani presenti a Calendasco nel romitorio hospitale e nel mulino del Gorgolare (il tipico rumore perenne dell’acqua del canale adiacente dell’ospizio francescano che serviva la ruota del mulino) conducendo una vita di carità e assistenza, nel 1340 parte alla volta della Città Santa di Roma come pellegrino per poi proseguire per giungere, nel 1342, in Sicilia dove si ritira tra le aspre montagne di Noto, svolgendo vita eremitica in una grotta di pietra grezza.Protagonista di miracolose guarigioni  e soprattutto per il miracolo dell’apparizione nella grotta di calde pagnotte che verranno definite “il pane degli angeli”, cresce sempre di più la devozione della popolazione e infine, per mano del Vescovo di Siracusa, ha inizio l’iter che porta il piacentino a divenire Santo francescano per il Terzo Ordine Regolare. Di tutto questo, considerata la distanza e la già citata damnatio memoriae, nel piacentino e a Calendasco non si ha notizia fino al 1580 circa ma a quel punto i Farnese, ritornati dominus a Piacenza, impediscono che il culto di San Corrado venga divulgato nel piacentino (seconda damnatio memoriae, un piccolo record). Infatti nel 1547 alcuni feudatari del piacentino, tra i quali Giovan Luigi Confalonieri, avevano assassinato il Duca tiranno Gian Luigi Farnese, figlio di papa Paolo III Farnese, dallo stesso imposto come dux del neo costituito per provvedimento papale Ducato di Parma e Piacenza (in precedenza parte del Ducato di Milano), riconsegnando il ducato a Don Ferrante Gonzaga, governatore di Milano. Nel 1611 però gli Anziani di Noto scrivono a Calendasco una lettera chiedendo notizie di Corrado che, sostengono, aveva posseduto il castello, così inizia la diffusione della conoscenza del Santo, viene affermata la nascita nel castello del borgo e il Nobile Giovan Battista Zanardi Landi, feudatario, fa erigere nella chiesa del borgo una sontuosa cappella dedicata al santo, con obbligo di celebrazione mentre in cattedrale a Piacenza viene costruita una cappella dedicata al Santo nella Cattedrale. Nel 1617 San Corrado diventa patrono di Calendasco mentre per quanto al capoluogo bisognerà aspettare il 1974 per la costruzione su volontà del Vescovo Manfredini di una parrocchia in zona periferica della città peraltro senza particolare collegamento con la vita del Santo. Con la nuova pubblicazione il Battini dà atto di una serie di documenti originali e importanti, carte minuziose scritte a mano, conservate da secoli nell’archivio della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Calendasco, chiara e certa testimonianza dell’antico culto devozionale e patronale verso San Corrado Confalonieri nella piccola chiesa addossata al grande castello del 1200, feudo per circa 300 anni dei Confalonieri piacentini. Il volume, come chiosa lo stesso autore, serve a capire meglio la storia e il culto piacentino che ha avuto il massimo della divulgazione proprio solo dal paese in riva al Po; andrà quindi a unire sempre e meglio il piccolo borgo con la Città di Noto in Sicilia. mercoledì alla rassegna letteraria organizzata dall’associazione Fabbrica&Nuvole alla Scuola Azzurra di via Roma al 163. Come di consueto la serata sarà moderata da Claudio Arzani, scrittore e poeta a sua volta. Previste altresì letture di Dalila Ciavattini e un intervento di Carmelo Sciascia, opinionista e scrittore, circa la devozione del Santo da parte dei Netini per concludersi con un saluto da parte di Bernardo Carli, recentemente confermato presidente dell’associazione di volontariato e inclusione sociale Fabbrica&Nuvole promotrice dal maggio 2022 dei ‘mercoledì coi grilli per la testa’. A seguire, il rinfresco offerto ai presenti.