Daniela Gentili e Roberto Pasquali premiano i piacentini dell’anno a Bobbio
La Settimana della Letteratura conclude l’edizione 2024 con la consueta premiazione di due personaggi definiti “piacentini dell’anno”, individuati in Francesca Lipeti e Astutillo Malgioglio che saranno appunto premiati da Daniela Gentili dell’editrice Pontegobbo, Roberto Pasquali, Sindaco di Bobbio e Gaetano Rizzuto, già Direttore del quotidiano piacentino Libertà e conduttore della serata. Francesca Lipeti, medico piacentino, specializzato in Medicina tropicale a Liverpool (Gran Bretagna), dal 1994 si adopera con tenacia e laica vocazione per l’aiuto e la condivisione dei grandi problemi del popolo Maasai. Sino ad ottobre 2014 ha gestito il presidio sanitario di Lengesim, sperduto villaggio nella Savana sud-occidentale, a cinque ore di auto da Nairobi (Kenya). Un impegno che, nel 2004, le è valso il premio per la Pace della Provincia di Piacenza “Livia Cagnani”, nel 2006 “L’angil dal Dom”, assegnato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano ai piacentini che si sono distinti per la loro opera meritoria fuori dall’Italia. l 17 ottobre 2009 le è stato attribuito il premio “Cuore Amico” dell’Associazione di Brescia “Cuore Amico Fraternità Onlus”, un Nobel per i missionari italiani nel mondo. La dr.ssa Lipeti dal febbraio 2015 si è trasferita a Ilbissil, una cittadina situata sempre in Kenya, al confine con la Tanzania, per portare qui non solo la sua attività di medico missionario ma anche per promuovere iniziative sociali ed umanitarie a beneficio in particolare di donne, ragazze e bambini.
Astutillo Malgioglio è sposato con Raffaella e ha una figlia di nome Elena. A partire dal 1977, in seguito a una visita a un centro per disabili, si è occupato di assistenza ai portatori di handicap, fondando a Piacenza l’associazione Era77 per il recupero motorio dei bambini distrofici. A causa di problemi di salute di Malgioglio e della mancanza di fondi, l’associazione ha chiuso nel 2001. Per questo suo impegno nel 1995 ha ricevuto il premio Sportivo Più. Nel 2019 ha ricevuto il premio BUU – Brothers Universally United, istituito dall’Inter e destinato a figure che si sono messe in luce per meriti umanitari contro discriminazione e razzismo. Il 13 novembre 2021 è stato insignito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, «per il suo costante e coraggioso impegno a favore dell’assistenza e dell’integrazione dei bambini affetti da distrofia». Non l’ho conosciuto personalmente, avevo conosciuto invece qualche anno prima del loro matrimonio Raffaella, sorella minore di Roberto, mio coetaneo e amico. Di lui, professionista del pallone in Serie A, ho invece sempre avuto grande stima per quanto ‘sentito dire‘, appunto come calciatore e come uomo. Professionista con il Bologna prima, portiere titolare con il Brescia della promozione in serie A poi, uno dei migliori portieri del campionato nella stagione 1979-1980. Dopo due anni con la Roma come vice del portiere titolare Franco Tancredi, nel 1985 pur di tornare a giocare accetta di scendere in Serie B con la Lazio. Qui le cose gli vanno decisamente male come giocatore ma fanno letteralmente risplendere l’uomo. Infatti Malgioglio viene preso di mira dai tifosi laziali (e qui, come possiamo dimenticare il saluto fascista che il bomber Chinaglia negli anni ’70 rivolgeva ai suoi tifosi notoriamente di analoga fede politica? Per tacere dell’analogo saluto rivolto alla curva biancoceleste da Paolo Di Canio nel 2005), sia a causa dei trascorsi romanisti, sia per il suo impegno coi disabili. Così il 9 marzo 1986 allo stadio Olimpico, nella gara interna contro il L.R. Vicenza, persa per 4-3, viene duramente contestato a causa di alcune incertezze in occasione dei gol subiti. A fine partita Malgioglio — ulteriormente provato dalla recente morte del padre — reagisce ai cori rivolti dalla curva laziale contro la sua famiglia e i disabili, togliendosi la maglia e sputandoci sopra: sugli spalti era stato affisso uno striscione recante la scritta «Tornatene dai tuoi mostri». Malgioglio rescinde il contratto con la Lazio ed esprime l’intenzione di ritirarsi dal calcio. Invece, in quella stessa estate, chiamato da Giovanni Trapattoni, passa all’Inter dove resta per cinque stagioni fino al ’91 quando passa all’Atalanta senza tuttavia mai scendere in campo per problemi fisici che lo spingono al definitivo ritiro nel 1992, a 34 anni. Dunque, onore al merito all’organizzazione della Settimana della Letteratura per la scelta di individuare come ‘piacentino dell’anno’ l’uomo Astutillo Malgioglio.