(NdR) prosegue con il sesto ‘racconto in versi’ la pubblicazione del viaggio intrapreso nella misteriosa Valle del Serchio in Garfagnana sul treno toccato in sorte dall’incappucciato dal volto coperto. La saga é inserita nel volume “Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio – Racconti poetici in versi e in prosa”, Vicolo del Pavone editore, Piacenza, 2009. La pubblicazione delle liriche in Arzyncampo é programmata in occasione dei mercoledì, non casualmente in contemporanea con i “mercoledì coi grilli per la testa”, iniziativa letteraria in via Roma al 163 dove peraltro recentemente il libro é stato riproposto. Attualmente risultano pubblicate “Tarot (nel limbo azzurrognolo ove albergano spiriti ed anime perse)”, “Nel residuo di tracce di caffè, un bambino se ne va”, “Diecimo Pescaglia (ove fagotto scuro sulla linea binaria non é un gatto nero)“ , “Antica Mulina (ove gli amanti ballan intorno alla luna)“ e “Linea aperta con l’aldilà (ove s’ode sguaiata, smodata, grottesca risata)“.
LA FIERA DEI MERCANTI
Il suono di un corno sul crinale del monte annuncia l'arrivo del nero convoglio, Castelvecchio Pascoli stazione ferroviaria, locomotore spunta dalla nebbia. Diretto Ventidodici affianca i carri cortei di carri dalla pianura sono mercanti ed allevatori portano spezie antiche mercanzie. Tutta la conca si riempie di tende tende colorate, tende festose, affollate attorno ai fontanili i mercanti espongono i banchi offrono mucche, solidi buoi, vitelli, capretti, morbidi agnelli, porcelli, cavalli, grassi maiali, miele, vino, formagge con le erbe mangia la formaggia vorrai una donna, acquista il sale per condire e conservare, pollame e oche, selvaggia cacciagione, al calore della fiamma scalda la resina con altri carri arrivano i tessuti mani di donna lavorano la lana, stuoia colorate ad adornare le case, arrivano anche metalli, rame e stagno ferro dalle terre oltre il mare, giullari danzanti con abili cani, musici cantanti antichi stornelli, vampe di fuoco dai saltimbanchi. Concluse le vendite s'avvia la festa, arrivano rosse le carni col vino, per la fatica e il senso di ebbrezza crollano i mercanti in sonno profondo. Non s'avvedono dell'appartarsi al fiume delle figlie, moglie, delle schiave, con sguardi d'intesa ed ammiccanti sorrisi raggiungono aitanti giovani valligiani. Diretto Ventidodici, ora di ripartenza, un'entità velata accarezza il seme, lo stesso seme che cresce nel ventre delle donne tornate ai carri dei mercanti. Sorride nel sonno l'incappucciato alla visione del prossimo inverno, alle risate di celia dei valligiani, ai racconti attorno ai fuochi.