(NdR) prosegue con il nono ‘racconto in versi’ la pubblicazione del viaggio intrapreso nella misteriosa Valle del Serchio in Garfagnana sul treno toccato in sorte dall’incappucciato dal volto coperto. La saga é inserita nel volume “Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio – Racconti poetici in versi e in prosa”, Vicolo del Pavone editore, Piacenza, 2009. La pubblicazione delle liriche in Arzyncampo é programmata in occasione dei mercoledì, non casualmente in contemporanea con i “mercoledì coi grilli per la testa”, iniziativa letteraria in via Roma al 163 dove peraltro recentemente il libro é stato riproposto. Attualmente risultano pubblicate “Tarot (nel limbo azzurrognolo ove albergano spiriti ed anime perse)”, “Nel residuo di tracce di caffè, un bambino se ne va”, “Diecimo Pescaglia (ove fagotto scuro sulla linea binaria non é un gatto nero)“ , “Antica Mulina (ove gli amanti ballan intorno alla luna)“, “Linea aperta con l’aldilà (ove s’ode sguaiata, smodata, grottesca risata)“, “La fiera dei mercanti”, “Casa rossa, casa cantoniera (oltre il ponte ove vivono anime perse)” e “740.278, locomotore a vapore (al valico del Lupacino transita anima persa)”
CAPOLINEA
Stazione di Aulla, binario al capolinea, trascina al deposito il locomotore, lento sferragliare tre gemiti di lamiere ad una ad una si spengono le vetture. Son tutti scesi i passeggeri col copricapo ed i bagagli, resta nell'ombra in terza vettura sagoma scura con azzurro cilindro. Attraverso il finestrino scostata la tendina ammira sfavillanti luci colorate luci lontane di notti danzanti riflesse sull'onde del fiume che scorre. Visioni filtrate di sensi d'allegria, ruotano le pale del Mouline rouge, s'alzano gonne nei vortici delle danze, passi di passione sull'assito della balera. Notte bohémienne in costa alla valle, nel deposito ferroviario buio e silenzio, la scura sagoma resta in vettura sul bordo del cuscino di rosso velluto. Notte di tregenda avvolta nei dolori, vorticano nel cielo nubi minacciose, prendono forma d'oscura creatura avvolta in un saio col volto coperto. S'alza il vento scompiglia le chiome dei pioppi, dei salici dai lunghi rami, ululano le anime di guerrieri imprigionati dall'incantesimo delle fate nere. Fate nere, fate birichine, in punta di bacchetta tante stelline, il cilindro fanno sbalzare, va a rotolare lungo il corridoio. Lampo di luce abbaglia il finestrino, appare argenteo lo scudo della luna, la sagoma oscura è un pacco dimenticato che delle genti i dolori ha imprigionato. Sul pavimento della vettura la luna proietta l'ombra d'una croce, vita e morte giocano a nascondino, cala il sipario, il viaggio è terminato.