“Itaca” (nel limbo azzurrognolo ove albergano illusioni che van perse) [11], la saga dell’Incappucciato dal volto coperto in viaggio sul treno toccato in sorte lungo la mysteriosa Valle del Serchio in Garfagnana, di Claudio Arzani

La giovin donna s’approccia alla riva del torrentello

(NdR) prosegue con l’undicesiomo ‘racconto in versi’ la pubblicazione del viaggio intrapreso nella misteriosa Valle del Serchio in Garfagnana sul treno toccato in sorte dall’incappucciato dal volto coperto. La saga é inserita nel volume “Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio – Racconti poetici in versi e in prosa”, Vicolo del Pavone editore, Piacenza, 2009. La pubblicazione delle liriche in Arzyncampo é programmata in occasione dei mercoledì, non casualmente in contemporanea con i “mercoledì coi grilli per la testa”, iniziativa letteraria in via Roma al 163 dove peraltro recentemente il libro é stato riproposto. Attualmente risultano pubblicate “Tarot (nel limbo azzurrognolo ove albergano spiriti ed anime perse)”, “Nel residuo di tracce di caffè, un bambino se ne vaDiecimo Pescaglia (ove fagotto scuro sulla linea binaria non é un gatto nero) , “Antica Mulina (ove gli amanti ballan intorno alla luna)“, Linea aperta con l’aldilà (ove s’ode sguaiata, smodata, grottesca risata)“, “La fiera dei mercanti”, “Casa rossa, casa cantoniera (oltre il ponte ove vivono anime perse)” , “740.278, locomotore a vapore (al valico del Lupacino transita anima persa)”, “Capolinea“. e “Fate nere, Fate le streghe – (nel limbo azzurrognolo chiude la porta una dama di nome Senza)”

Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio, pubblicato nel 2009, le ultime copie disponibili presso Libreria Internazionale Romagnosi, Piacenza

ITACA (nel limbo azzurrognolo ove albergano illusioni che son perse)

La giovin donna e un bambinello
s'approcciano alla riva del torrentello
sul lato destro domina possente
di roccia un solido portentoso masso

avvinto nel verde dei rampicanti
con alle spalle il folto del bosco,
tra ombrose ed oscure piante
a fatica s'inoltra diurna luminaria

riflette il sentiero vividi colori,
sembrano ballare tra i rododendri
vibranti chiazze spezzano il mondo tetro,
all'ombra d'un faggio un uomo osserva

con la sinistra la donzella
afferra il lembo della lunga vesta
si intravvede ammiccante sottovesta
lascia scoperta la caviglia destra

balza la tesa del copricapo
sgrana gli occhi l'uomo accovacciato,
intona un canto il bambinello,
della fanciulla s'ammira il bel volto

s'ammira avvolto in pudico foulard
ma ecco imprevisto che se ne sfugge
libero irrequieto un ciuffo di chioma,
scaglia il suo dardo l'intrigante Cupido,

di trilli, squittii ed altri versi animali
nell'aere del bosco s'intona un concerto,
tra lo stormire delle verdi fronde
s'alzan note di canzon della natura,

madido sudore imperla la fronte
del re dei Proci seduto nell'ombra
vorrebbe fermare il cammin della donzella
e il bambinello mandare a giuocare

ma laggiù alla curva del torrente
ecco apparire un vecchio barcone,
malandato e con la vela strappata,
a fatica da un contadino governato

sotto i raggi del sole inclemente,
il volto coperto al remo s'affanna,
l'Incappucciato ritorna al suo regno,
la donzelletta saluta e sorride.

Torna nell'ombra il re  dei Proci,
cala la sera nasconde il sentiero,
salgon sul barcone donzella e bambinello,
sul grande masso dorme ignara lumachella.
Il sogno del re dei Proci

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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