Il Nirvana del post rap-presentazione del 15 marzo a Sant’Antonio con “70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesia”, #sempredallapartedellapace

16 ottobre 2024: Lorena Tassara, assente il giorno precedente nella rap-presentazione alla libreria Postumia di Sant’Antonio, via Whatsapp mi manda questa fotografia e scrive: “Ciao Claudio, comprato stamattina alla Libreria Romagnosi!“. Un esempio da seguire!

Venerdì scorso, il 15 marzo, alla libreria Postumia di Sant’Antonio io e Francesco abbiamo dato vita alla rap-presentazione numero non so quante, prima o poi dovrò contarle, ricostruire un lungo sentiero percorso di contrada in contrada, di borgo in borgo, ma penso già siano più di 100 a partire dall’ormai lontano 2004. 9 libri e ogni volta le mie poesie, le sue ballate all’organetto diatonico e via in libertà, di comuni sensi. Appunto io e Francesco. Naturalmente tutto è studiato prima, preparo la scaletta, gliela mando un paio di giorni prima, lui ringrazia, magari dà un’occhio poi tanto va a orecchio, come gli viene. Ascolta le parole dei racconti in versi, prende l’organetto, inizia una Ballata d’altri tempi. Venerdì però l’ho colto di sorpresa, leggendo fuori programma “Bar Santa Rita in fondo allo Stradone“, lui ha ascoltato e zac, ha suonato forse la più trascinate delle ballate. E vai, gira l’elica, romba il motore… pardon, diciamo andiamo a mille, in perfetta sintonia poesia e musica, musica e poesia. Comune visione dei valori della vita. Contro tutte le guerre, contro l’invio di armi, contro il genocidio del popolo Palestinese. Normalmente del gruppo fa parte anche Dalila, moglie e compagna di vita o compagna e moglie nella vita, designata lettora al modo medievale perché lei sa recitare i versi trovando il giusto ritmo ma in questa nostra città che, grazie alle centinaia e talvolta migliaia di camion che ogni giorno vanno e vengono dai capannoni della logistica, presenta il più alto livello di inquinamento da polveri sottili tra tutte le città della (un tempo) verde Emilia, Dalila son due mesi che tra alti e bassi fa i conti con tossi e raffreddori. Superata la pandemia da Ser Satanasso il Covid, ma quanti feroci batteri s’aggirano ghignanti nell’aria che respiriamo? Ultimamente poi la tosse di Dalila s’è fatta feroce e ormai è passata una settimana da quando due colpi di quella tosse hanno provocato la rottura di una costola e il medico è stato categorico: con quella tosse e quella costola non si esce e non si legge poesia. Così venerdì io e Francesco ci siamo arrangiati e alla fine l’ennesima rap-presentazione è giunta al termine, tanti saluti e tutti a casa e qui viene il bello. Per giorni resto avvolto nel sottile velo di nebbia del Nirvana, la realtà che mi circonda inesorabilmente resta leggermente offuscata, in secondo piano. Passano le immagini della serata, i volti degli intervenuti. Sono stati 15. Franca Bonara, già medico psichiatra, che insiste per proporre una cena a casa sua con amici, “ottima scusa, dice, per un accurato riordino generale dell’appartamento“: l’immenso potere dell’ospitalità. Giusy Pecis Cavagna, scesa dai monti dell’Appennino, dalla paradisiaca Groppovisdomo in Val Vezzeno dove ha realizzato, con Paola Cerri, un libro destinato a far storia raccogliendo racconti e testimonianze di emigrati che nel ‘900 hanno lasciato le nostre terre per cercar fortuna e lavoro all’estero magari inizialmente accolti malamente (italiens maccaronì) ma che alla fine hanno saputo farsi rispettare lavorando sodo, lavorando bene. Naturalmente Giusy porta anche i saluti della Paola, di servizio (volontario) alla biblioteca di Gropparello per garantirne l’apertura e la disponibilità a quanti ne avessero necessità. Perché sia chiaro, se c’è chi legge chiunque scriva sopravvive, altrimenti tanto vale andar per viole. Daniele Camia, si è fatto crescere un barbone da premio Nobel, forse in corrispondenza del tempo d’attesa già trascorso per una risposta dalle case editrici nazionali per il suo nuovo libro e allora nasce il sospetto che quella barba arrivi alle ginocchia e nonostante la speranza sia l’ultima a morire e chi la dura la vince il sospetto è che dovranno inesorabili arrivare le forbici per evitare d’inciamparci, nella barba, ma caro amico nessun problema, non si vive e non si pubblica solo con case editrici nazionali, anche tu sai bene che esistono altre opportunità, case editrici piccole, magari legate ad un territorio specifico, ma più attente e disponibili nei confronti dei giovani scrittori. “Lo so che tu punti al Nobel della letteratura ma tempo al tempo e vedrai che maturano le nespole, piccoli autori siamo ma cresceremo“. E il commento a Daniele pare piaccia, s’avvicina col mio libro alla mano, gradisce la firma con dedica personalizzata. Scambi di simpatie amicali tra accomunati dall’ugual passione per lo scrivere nero su bianco storie, racconti, pensieri ora in prosa, ora in versi. Ancora: Ferrante Trambaglio, Michele Rizzitiello, Roberto e Rita Galesi, Nunzio Delpanno, Marco Vaccari, Imad Chamali con Enrica Lisoni, Cristina Balletti, Graziano Gessi. Non mancano Roberto e Luigia Botner, consuoceri fedeli frequentatori delle rap-presentazioni forse per inviare un comune pensiero di saluto a quei nostri ragazzi, nipoti incluse, ormai già da un anno emigrati letteralmente e concretamente dall’altra parte del mondo alla ricerca del loro destino e del loro futuro. Non pervenuta invece Lorena Tassara con il marito Carlo. Ma nessun problema: il giorno dopo, sabato 16, eccola alla libreria Romagnosi da Claudia e Marzia Gobbi per il firmacopie degli ultimi due suoi libri e che fa? Acquista a sua volta un paio di libri, di uno fa foto e me l’invia a mezzo whatsapp ed io quella foto la passo qui nel blog e indirettamente in facebook in modo che tutti vedano e seguano l’esempio (pubblicità occulta? Nientaffatto: palese invito all’emulazione!). Naturalmente quel libro immortalato non è altro che “70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesia“. E mo’? Come mi ci risveglio dal Nirvana della rap-presentazione a Sant’Antonio? Semplice, allestendo e programmando la prossima ovunque sia ma sempre e ancora e comunque per portare musica e poesia contro tutte le guerre ricordando che una ragionevole bandiera bianca che salvaguardi la vita non è mai una vergogna. La vergogna sono le armi e l’invio di armi sempre più potenti ad uno dei due belligeranti che provocano solo dolore, distruzioni, morti. Proprio come dice Papa Francesco. Purtroppo tra la disattenzione economicamente interessata dei potenti comandanti d’una democrazia malata di neoliberismo guerrafondaio collusi con i fabbricanti d’armi.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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