Ultimi Conigli
(perché proprio tali sono, dolcissima dotterel,
e sono conigli multietcnici, bianchi, neri, gialli, marroncini, rossastri
oltre a quelli fantasiosi, azzurrini, violacei, verdolini, a strisce, a pois, a puntini, a virgole,
con il dittongo, la dieresi e chi più ne ha ha più ne metta)
che fuoriescono dal cilindro poetico di Gianni D’Elia,
giunto dopo lungo andare da Pesaro a Bobbio
per concludere il laboratorio poetico “Sudate carte”,
edizione settembre 2004:
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Mai finire il verso con la sdrucciola, finire con la piena
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Citazione di Ungaretti: il poeta segue il senso non il suono
Possiamo anche dirla: seguire il suono del senso
Cioè farsi l’orecchio, scrivere badando all’orecchio (e alla realtà circostante)
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La differenza tra poesia e prosa è l’intonazione
Non sono i materiali a far differenza ma il tono, cioè la successione di suoni che crea emozione nel lettore
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La poesia è spazio canoro che crea effetti (è palco, è teatro)
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Studiare la grammatica per poi magari deviarla
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Ridurre al massimo articoli e preposizioni articolare
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No “le mani”, scrivere “mani”
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Endecasillabo, settenario, dodecasillabo: quel che si vuole, basta che sia verso
Scrivere come si vuole ma poi tradurre in versi
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Compito finale:
da qui a settembre, prima della nuova edizione del laboratorio,
scrivere 3 poesie in versi, secondo tradizione metrica.
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Buon lavoro, garcon les compagnons
merci beaucoup aux poetiens et bravò a l’orateur
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aurevoir ai brev e ai cativ, ai romansier e ai sognator,
con botta furtoina e poc dulur
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[ “Amethiste”, di Tamara de Lempicka,
http://www.abacus-gallery.com/paintings/Lempicka_Amethyste_1946.shtml ]