“Racconti di Sarajevo”, di Ivo Andrić, Crocetti editore, 2023

Ci sono luoghi che, senza nemmeno avere coscienza del perché, nella mia mente restano avvolti in un velo di mistero e di magia anche se ben difficilmente potrò mai vederli, ‘toccare con mano’. Per questo quando alla libreria Fahrenheit di via Legnano, da Sonia, ho visto sullo scaffale centrale il libro di Andrić, non ho esitato un secondo ad acquistarlo, sostanzialmente sulla fiducia e sulla speranza, senza esitazione, certo di vivere comunque un momento di piacevole magica lettura (del resto l’autore é stato premio Nobel per la letteratura per cui la fiducia é inevitabile).

Racconti di Sarajevo, edizione di Crocetti, è una raccolta di nove brevi scritti che si svolgono nella città di Sarajevo in diversi momenti della sua lunga storia. Leggendo, quindi, si viene catapultati nella Sarajevo a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, città-mosaico di popoli e religioni, culture e tradizioni, tra imperi morenti e stati nascenti, crocevia tra l’Oriente più prossimo e l’Occidente; vi sono racconti ambientati durante il dominio turco, durante la liberazione dei turchi da parte delle truppe austro-ungariche, durante e appena dopo la Seconda Guerra Mondiale.

I protagonisti dei racconti sono sempre persone comuni, normali, quel genere di persone che vivono nel completo anonimato e che noi conosciamo di vista, ma con i quali non abbiamo scambiato più di un cortese saluto. La realtà viene resa in modo verista, senza fare sconti sulle immagini legate alla povertà degli abitanti di Sarajevo attraverso il tempo.

I racconti cercano di entrare e di portarci nell’anima della città, dove le religioni si mescolavano e all’ombra dei minareti e delle chiese fiorivano la poesia, il teatro e i commerci del bazar ma anche l’odio nei confronti del diverso. I personaggi, magistralmente delineati da Andrić, si esprimono con un tono di voce sommesso, pienamente consapevoli di raccontare realtà paurose, matrici delle più svariate forme d’odio. L’odio profondo che, ormai, sembra essere uno dei tratti distintivi di questi popoli, tra i quali anche oggi pare impossibile avviare un processo di dialogo prevalendo un nazionalismo radicato e irragionevole. Tuttavia all’odio si contrappone alla fine il senso di una meravigliosa umanità, al male che pure é presente, si contrappone ‘pareggiando i conti’, un senso di piacere del vivere insieme e così, alla fine, Sarajevo resta quel luogo magico che continuerò a percepire sognando un giorno di poter vivere la città in via diretta. In fondo non é così lontana.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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