“Pietra d’inciampo, un auspicabile ripensamento”, la lettera inviata da Alberto Esse a Libertà

L’amministrazione comunale di Piacenza, su iniziativa dell’assessore Jonathan Papamarenghi, annuncia la collocazione di una ‘pietra d’inciampo’ alla memoria di Pietro Ricchetti. Fascista, ebreo e come tale catturato dai fascisti, incarcerato a Piacenza, consegnato alle SS naziste, assassinato. Ricordarlo e commemorarlo potrebbe essere un’iniziativa divisiva ma il dibattito e il confronto proseguono [ leggi qui ]: potrebbe essere l’attestazione ennesima del carattere razzista e violento del fascismo che non esitava nemmeno a colpire chi pure con convinzione aveva vestito la camicia nera sin dalla prima ora. Dunque, un’iniziativa che potremmo considerare a forte connotazione antifascista al pari di quanto già avvenuto in altre località!

A seguire la lettera inviata da Alberto Esse al quotidiano Libertà per auspicare il ripensamento da parte dell’amministrazione piacentina

Dunque il Comune di Piacenza ha deciso di realizzare in città la prima Pietra d’Inciampo per ricordare una vittima della Shoah. Ottima notizia. Peccato che la scelta fatta sia caduta su una persona, a cui va tutta la nostra umana solidarietà per la sua tragica fine ma che ha una storia alle spalle di collusione con il fascismo che non può che gettare un’ombra su questa scelta. Al di là del fatto che la sua biografia, almeno quella apparsa sulla stampa, appare contradditoria e confusa, ci sono almeno 3 elementi che appaiono inoppugnabili. Che sia stato un esponente fascista fino alla fine cioè fino all’8 settembre del 1943. Che abbia partecipato come VOLONTARIO alla criminale guerra d’Etiopia. Che sia rimasto fascista anche dopo la promulgazione delle Leggi Razziali mentre i suoi fratelli Ebrei venivano perseguitati. Di fronte a questi fatti una domanda nasce spontanea: è possibile che per ricordare la Shoah non si sia scelta su una figura, che avesse una storia meno ambigua e compromessa? A Piacenza nei due anni precedenti in occasione del Giorno della Memoria, sono stati insigniti della Medaglia d’Onore, come vittime del nazifascismo: COVATI Dino, MARCHESI Bruno, MASSARI Severio, MERLI Francesco, VICIGUERRA Secondo e alla Memoria BERSANELLI Donnino, CUCCURU Giovanni Antonio, LECCACORVI Cirillo, RAGAZZI Secondo. Inoltre sono stati insigniti della Medaglia d’Onore anche: CASSINELLI Ido, militare deportato dal 08/09/1943 al 01/08/1945 e internato nel Campo VI C a Hannover Meppen – Germania; GALLI Osvaldo militare deportato dal 13/09/1943 al 01/03/1945 e internato a Marienburg, Forbach; SILVA Bruno militare deportato dal 08/09/1943 e internato a Hidelsheim; SIVELLI Giovanni militare internato in Stalag IV B; VILLAGGI Renzo militare deportato dal 08/09/1943 al 10/05/1945.Possibile che almeno tra queste figure non ce ne fosse una più degna di avere la pietra di inciampo rispetto al signor Rebecchi, che tra l’altro non compare nemmeno in questo elenco? Il Giorno della Memoria dovrebbe essere un momento di unità nel ripudio di questo immane crimine storico ed allora perché il Comune ha fatto questa scelta divisiva che ha già sollevato la netta opposizione di tantissimi cittadini? Non una opposizione ideologica, come UNA persona ha scritto, ma una scelta semplicemente di buon senso, di opportunità e di logica. Allora proprio in uno spirito di unità almeno nei confronti della tragedia dello sterminio nazista, è troppo chiedere un auspicabile passo indietro da parte di Sindaca e Assessore alla Cultura? E’ troppo chiedere l’individuazione di un nuovo nominativo più inclusivo (tralasciando una decisione che appare come un regalo preelettorale ai falchi, FdI e Lega, dell’attuale amministrazione). Un nome che sia anche una semplice scelta di buon senso? Una scelta che oltre a chiudere una polemica evitabile, sarebbe un segno di rispetto alla Piacenza Medaglia d’oro della Resistenza, a tutti i perseguitati dal nazifascismo e, soprattutto, agli Ebrei.

P. S. Se si vorrà insistere in questa scelta incresciosa, non mancheremo di fare pervenire una necessaria documentazione su quanto sta avvenendo a Piacenza all’ideatore dell’iniziativa delle Pietre d’Inciampo, l’artista Gunter Demnig, ed a cui spetta l’ultima parola.

La lettera di Alberto Esse (Spagnoli) pubblicata sul quotidiano con la risposta del Direttore Pietro Visconti

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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