“L’ospedale di Castello sta diventando un presidio di prossimità”. Lo sostiene la minoranza di ”Civiltà Castellana” che teme la cannibalizzazione da parte dell’ipotizzato futuro nuovo ospedale di Piacenza

L’ospedale di Castel San Giovanni

(NdR) Si propone il testo della nota inviata alla stampa locale dal gruppo consigliare valtidonese di minoranza ‘Civiltà Castellana’ che esprime preoccupazione per il ridimensionamento dell’ospedale di Castel San Giovanni conseguente alla ipotizzata realizzazione (tra una decina d’anni) del nuovo ospedale a Piacenza. Un destino che del resto sembra poter interessare tutte le strutture ospedaliere della provincia, da Castello a Fiorenzuola a Bobbio. Una prospettiva che, a prescindere dalle dichiarazioni d’intenti ufficiali, in realtà inevitabilmente determina già da ora e determinerà nel futuro un ridimensionamento complessivo della sanità piacentina presente nel territorio della provincia. Va ribadito infatti che la nuova struttura del capoluogo avrà, come attestato dalla stessa Direzione Asl, una funzione di mera sostituzione dell’attuale ospedale di via Taverna il ché significa nessun miglioramento in termini di specializzazioni, strumentazioni a disposizione, personale sanitario presente. Anzi. Dal punto di vista provinciale avremo appunto un impoverimento assistenziale complessivo nelle strutture periferiche (di prossimità) con l’aggiunta del disagio di rendere necessario per tutti in via prioritaria il ricovero nel capoluogo ovvero lontano dalla residenza. Si ribadisce quindi quanto già da tempo andiamo affermando, ovvero la perplessità e il dubbio rispetto alla necessità di investire e spendere oltre 300 milioni di Euro in un nuovo ospedale quando risultati di riorganizzazione e razionalizzazione rispetto alle attuali criticità, risultati sostanzialmente analoghi a quelli sbandierati dalla Direzione Asl con l’ipotizzata realizzazione di una nuova struttura potrebbero invece essere raggiunti semplicemente intervenendo sull’attuale polichirurgico di via Taverna – come ipotizzato dal progetto tecnico elaborato e proposto dal Comitato piacentino SalviamOspedale -, risparmiando fondi da destinare anziché nel cemento e nel consumo di suolo agricolo nello sviluppo della medicina del territorio, nel rinnovo degli strumenti tecnologici, nell’adeguamento del personale dedicato. Nel contempo salvaguardando i livelli assistenziali garantibili dagli ospedali dei Comuni della provincia.

Carlo Capelli, ex sindaco, consigliere comunale lista civica di minoranza a Castel San Giovanni

IL TESTO DELLA NOTA DI CIVILTÀ CASTELLANA

“Non abbaiavamo alla luna quando dicevamo con forza che il nostro ospedale sarebbe stato via via depotenziato fino a renderlo un presidio di prossimità”. Il gruppo Civiltà Castellana (lista civica rappresentata dall’ex sindaco Carlo Capelli), già nel 2019, sostenne convintamente la causa del comitato a salvaguardia dell’ospedale locale che raccolse oltre 19mila firme per fermare il processo di depotenziamento che, di lì a pochi anni, sarebbe stato inarrestabile. “Da due anni il nostro nosocomio non esiste più – ha detto Carlo Capelli – come un fiore a cui stanno togliendo a poco a poco i petali, fino a scomparire, nonostante gli investimenti e i soldi che nel tempo si sono spesi. Ma non basta mettere i denari se questi sono mal investiti”.

“Da un paio d’anni diversi reparti sono stati ridimensionati – dice il gruppo consiliare – il Pronto Soccorso è stato ridotto a Punto di Primo Intervento (per codici bianchi e verdi) aperto solo 12 ore, con la conseguenza che gli interventi, anche diagnostici, sono stati dirottati sull’ospedale del capoluogo”. “Accade anche che dopo il triage in Pronto Soccorso si venga dimessi e si inviti il paziente a rivolgersi all’ospedale di Piacenza. Manca del tutto la presa in carico! Questo è inammissibile”, denuncia Capelli. “Si fa sempre più chiaro quello che era l’obiettivo del piano socio sanitario votato dai sindaci nel 2017, ovvero la riduzione della rete ospedaliera ad un unico ospedale, quello del capoluogo. Una conferma che ci è arrivata – prosegue il gruppo di Civiltà Castellana – dall’ultima conferenza territoriale socio sanitaria del 14 settembre scorso in cui la direzione dell’Ausl ha dichiarato che a Castel San Giovanni non ci sarebbe più stato un pronto soccorso perché questo diventerà un presidio di prossimità”.

Lucia Fontana, Sindaco di Castel San Giovanni, accusata di scarsa lungimiranza politica per non aver tutelato il futuro del presidio ospedaliero castellano

La riorganizzazione prevederà un reparto per brevi degenze e un Ospedale di Comunità (OsCo) per lo più a gestione infermieristica. Interventi da realizzare con i 4 milioni di euro precedentemente stanziati per il Pronto Soccorso. “Ci chiediamo come si possa pensare di privare la val Tidone di un presidio di sanità così importante – domanda Roberta Bargiggia – non capisco la Regione che da una parte spinge al ripopolamento delle aree montane e dall’altra toglie servizi indispensabili e di prossimità”. “Il sindaco Fontana – continua Capelli – nel suo ruolo di presidente della conferenza territoriale socio sanitaria, non ci ha ascoltato; le avevamo chiesto un consiglio comunale aperto con la partecipazione dell’Ausl, ma non abbiamo avuto riscontro. Eppure avrebbe potuto e dovuto lottare per tutelare il presidio di Castello, noi l’avremmo certamente appoggiata. L’avrei fatto in prima persona – prosegue Capelli – dopo essere stato per dieci anni nell’ufficio di presidenza della Conferenza Socio Sanitaria. Ma non ci ha presi sul serio perché credeva di non arrivare a questo punto di non ritorno, dimostrando una totale mancanza di prospettiva e lungimiranza politica”.

“La consigliera Valentina Stragliati ha organizzato la vista a Castel San Giovanni dell’assessore regionale Raffaele Donini ma neppure qui siamo stati invitati. Ha gestito il tutto in modo personalistico, eppure la sanità è una materia che riguarda tutti cittadini. È mancato del tutto un metodo condiviso”. Roberta Bargiggia sottolinea che “sarebbe stato auspicabile condividere con l’intero consiglio un incontro di tale importanza perché è ora di iniziare a dire come stanno effettivamente le cose ed evitare slogan illusori”. “Sarebbe stata una battaglia che avremmo voluto fare insieme – conclude la nota di Civiltà Castellana – ci dispiace constatare che neanche i sindaci della CSS abbiano avuto il coraggio di rappresentare l’interesse dei cittadini. Ci sarebbe piaciuto essere al fianco del nostro sindaco per difendere l’ospedale con una visione moderna e una prospettiva funzionale per il territorio”.

Ospedale di Castel San Giovanni “ridotto a Punto di Primo Intervento (per codici bianchi e verdi) aperto solo 12 ore, con la conseguenza che gli interventi, anche diagnostici, sono stati dirottati sull’ospedale del capoluogo. Accade anche che dopo il triage in Pronto Soccorso si venga dimessi e si inviti il paziente a rivolgersi all’ospedale di Piacenza. Manca del tutto la presa in carico! “

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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