Le rap-presentazioni di ArtInsieme: scelta di un mondo equo, giusto, solidale, libero da Bossi e Berlusconi. Arte e Libertà

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Cinquantatre. Sono 53 le poesie pubblicate nei due libri stampati. Oltre a 5 racconti ed un sesto inserito nell’antologia edita da Noubs di Pescara, “Limite acque sicure”. Soprattutto alcune liriche sono diventate cult, difficile manchino nella scaletta di ogni rap-presentazione, a prescindere dalle specifiche caratteristiche di ciascun appuntamento e dal pubblico che ci si trova di fronte.

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Perché pubblico che trovi o che ti aspetti determina che di volta in volta si plasmi la scaletta, si modificano le scelte e poesia che cambia naturalmente corrisponde a cambio di scelta nell’esecuzione musicale da parte di Francesco. Oltre a determinare nuove prove da parte della lettora, Tiziana Mezzadri fino a quando, scelta come attrice protagonista in un’importante commedia, ha dovuto dichiarare forfait almeno fino a giugno e, alla pubblica rap-presentazione dei valori di giustizia, solidarietà, libertà espressi dalle poesie, dalla musica, dalla band, si è offerta di partecipare Emanuela Schiaffonati.

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A Piacenza, il 23 marzo, alla rap-presentazione chiesta e promossa dalla lista elettorale di ‘Sinistra, ecologia, libertà e Idee Verdi’ per sostenere il candidato Presidente Vasco Errani e i candidati di lista Leo Bolliger, Maura Cesena, Antonio Tagliaferri, quando dalla borsa ho estratto la scaletta Francesco non ha esitato a lamentare l’ennesimo cambiamento che gli era stato comunicato solo due giorni prima costringendolo a rideterminare i suoi pezzi rapportandoli alle nuove scelte poetiche.

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Il bello della partecipazione. Le rap-presentazioni non sono solo l’esposizione delle liriche del poeta. Sono sempre più un fatto d’insieme. La forza non più di un singolo ma di un gruppo, una band, l’allegra compagnia che volontariamente s’impegna per diffondere valori condivisi. E, come in ogni gruppo, ciascuno ha buon diritto di dir la sua.

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Il 4 dicembre, a Piacenza, alla presentazione del secondo libro, la scaletta era tutta basata sulle nuove poesie, tranne “le donne di Mortizza”, ormai bandiera della band e come tale riprodotta in entrambe le pubblicazioni. Già alla rap-presentazione successiva, a Castel San Giovanni, Tiziana Mezzadri [ fino ad allora lettora ufficiale ed esclusiva, ndr ] lamentò un profondo legame con alcune poesie della prima pubblicazione e, tra le altre, venne seduta stante riesumata “Al banco del pesce del mercato”.

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Dell’idea si fece alfiere anche Carmelo Sciascia che da un lato propose di unirsi alla band esponendo i suoi dipinti e dall’altro suggerì di svincolarsi dal singolo libro, di offrire scalette rapportate a tutte le poesie che accompagnano il pubblico lungo il viaggio tra i valori che sono bandiera della band, del poeta, del musico, della lettora, del pittore, del critico, dell’amico, di tutti quanti partecipano volontariamente, pagando anche di tasca propria, all’avventura delle rap-presentazioni.

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Con una morale che par di poter ricavare: passano in secondo piano le poesie stesse ed ancora meno conta il fatto del libro, semplice supporto, veicolo della trasmissione delle idee e dei valori. Quel che conta, quel che avvolge e coinvolge chi ascolta ed immancabilmente esce soddisfatto al termine d’ogni esibizione sono i valori esposti e rap-presentati dal filo comune che lega ed unisce gli attori.

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Francesco, pochi giorni orsono, ha lasciato un commento ad uno dei resoconti delle nostre esibizioni: dice di sperare che la sua musica possa anche solo in parte, trasmettere emozioni come sanno fare le liriche del poeta ma in verità sempre meno quelle poesie vivono separate dal fatto musicale ed anzi il tutto diventa amalgama con i colori di Carmelo, con la voce della lettora, la rap-presentazione poetica diventa poesia di ArtInsieme. Arte e Libertà.

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Ciascuno dei partecipanti ad ogni esibizione non torna a casa con un libro, esce dalla sala con un ricordo, il ricordo di un momento collettivo che non è più nemmeno della poesia, della musica, dei dipinti, della band, ma è diventato di tutti i presenti. Ricordo. Partecipato. Un’ora che ha scaldato il cuore, accarezzato l’anima, accompagnato un istante di vita quotidiana. A ripensarci, un brivido corre lungo la schiena del poeta. Brivido di commozione, di partecipazione, di gratificazione per quanto offerto, per quanto condiviso, per quanto dato dal palco e quanto  dalla platea restituito.

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Ripensando. Alla mano di Emanuela. Quando all’ultima poesia, il 23 marzo, nella sala Giordano Bruno dell’editrice in forma cooperativa Vicolo del Pavone prenotata dalla lista elettorale ‘Sinistra, ecologia, libertà’ per l’esibizione di ArtInsieme in viaggio per Vasco Errani, quando Emanuela alza la mano al cielo a simulare il volo d’una colomba, recitando “speriamo sia una colomba quella che in cielo bianca vola” e non la bianca argentea metallica sinistra carlinga di un cacciabombardiere pronto a seminar morte a Belgrado, a Nassiriya, a Bagdad, in Afghanistan, in Eritrea, in Palestina, in Cecenia.

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E i trenta in sala, mentre Francesco attacca con l’organetto diatonico le note di una ballata irlandese, musica di pace, i trenta in sala battono ritmicamente le mani, partecipando, condividendo. Sala libera da Berlusconi, dalle minacce e dai toni urlati da La Russa, Gasparri, Bossi, Brunetta, dal sorriso mellifluo ed unto di Boldi, comunista rivestito. Sala libera dal nucleare, dalle risorse gettate a mare per costruire un inutile ponte sullo stretto, sala per uno sviluppo ecocompatibile che garantisca il domani alle nuove generazioni, per l’acqua pubblica, per non arricchire quei pochi faraoni a danno di tutti gli altri. Direzione un futuro che non ci costringa più sui tetti delle fabbriche chiuse per trasferimento della produzione in India, in Cina, in Pakistan, nuove mete dello sfruttamento del capitale imprenditoriale.

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Un futuro senza padroni delle televisioni e governanti impuniti per prescrizione del reato commesso o per aver approvato leggi ad personam, pro domo propria, ad uso consumo e tutela del proprio personale borsellino, del proprio tornaconto personale. Un futuro dove governo della cosa comune e aspirazione poetica ad un mondo migliore trovino finalmente un terreno comune, un punto d’incontro condiviso.

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