“La guerra di Joseph”, romanzo di Enrico Camanni, Vivalda editori, 1998

Una cosa buona la Grande Guerra l’aveva fatta: aveva unito due uomini diversi. Senza la guerra il conte, uomo di città, e il montanaro avrebbero attraversato il secolo per mari lontani. Questo libro racconta la straordinaria amicizia tra un soldato e il suo ufficiale, un uomo di valle e un uomo di città, due destini accomunati soltanto da una grande passione: la montagna. Nella primavera del 1916 la guida del Cervino Joseph Gaspard e il conte fiorentino Ugo di Vallepiana si incontrano sulle dolomiti di Cortina, dove vengono destinati ad una missione impossibile: il camino sud ovest della Tofana di Rozes. Lo scalano in sedici giorni di sforzi funambolici, sotto il tiro incessante dell’artiglieria austriaca, poi partecipano all’inutile carneficina del Castelletto, sopravvivono alle imboscate notturne in Val Travenanzes, superano il terribile inverno del 1917. Finchè un fulmine di maggio, sulla cima della Tofana, entrò nella spalla sinistra di Gaspard e gli uscì dallo stesso piede, fermandogli il cuore. Il tenente Ugo vide i vestiti marci del compagno che fumavano, il suo petto che fumava, la bocca che sputava fumo e si contraeva in una smorfia disumana. Gli spalancò la bocca e gli soffiò dentro l’aria, per due ore continuò a soffiare la propria vita nel suo petto svuotato, e lo incitava, lo supplicava, gli raccontava cose belle, finché Joseph mosse la mano destra e lo ringraziò. Il soldato Joseph Gaspard, grazie al tenente Ugo di Vallepiana, morirà a Valtournenche il 4 aprile del 1974, a 93 anni. Il romanzo di una grande storia d’amicizia nella cornice di una guerra che ricordiamolo è una soluzione atroce e stupida, sempre, ma un secolo fa si è combattuta una guerra forse ancora più atroce e ancora più stupida di tutte le altre: la guerra delle Alpi. Subita da giovani condannati fin dal principio alla morte bianca o alla pazzia.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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