La clinica Riposo & Pace sorge in un luogo ameno su ridenti colline, dove è tutto un cinguettar di uccellini su prati tosati a dovere, gli edifici lindi e luminosi, il personale amabile. Proprio in fondo al parco si intravede un padiglione un po’ appartato. Alfio Pallini viene portato con la forza e con l’inganno nella villa dagli affezionati (si fa per dire) nipoti, ridotto all’impotenza si accorge ben presto dove sia capitato, sedazioni su sedazioni, personale robusto e convincente, legacci e sbarre. Quel che più inquieta l’arzillo vecchietto, relegato nella camera 9, è che il suo vicino di letto cambi di continuo, i nuovi arrivati non fanno in tempo ad ambientarsi che vengono portati via coperti da un lenzuolo bianco. Alfio, che già progettava la fuga, diventa ancor più sospettoso, nasconde i farmaci, va curiosando, origlia le chiacchiere delle dispotiche infermiere, si convince – ah, la demenza senile – che qui si somministrano farmaci che portano alla morte dolce, l’eutanasia, così cerca di mettersi in contatto con il suo antico badante, Ulrich, l’unica persona di cui si fidi, colui che potrebbe fargli guadagnare l’agognata libertà, il ritorno a casa. Non demorde, non si arrende, e le sue reazioni allarmano medici e inservienti che decidono di procedere con maniere forti e definitive. Una parodia fantastica e feroce che mette alla berlina l’ambiente medico dove troppo spesso sulla cura prevale l’elemento monetario, chi più paga o comunque per lui pagano i familiari interessati, apparentemente meglio alloggia: straordinaria la scena del dialogo tra il Professore direttore della clinica e i familiari dei pazienti appena deceduti: “passi pure in segreteria a regolare i conti”. Mi ricorda, nel corso della mia lunga esperienza e permanenza lavorativa in ospedale quel tale primario che, conclusa la visita, invitava a metter mano al portafoglio salvo, alla richiesta della fattura, chiamare in corridoio a gran voce il nome della segretaria. Naturalmente inesistente per cui, con sommo rammarico, la fattura non poteva rilasciarla, lui. Ma invece i soldi li prendeva eccome. Ma, tornando alle vicende della clinica (privata) Riposo & Pace, non manca pagina nella quale succede qualcosa, Alfio ne combina di tutti i colori e le conseguenze sono spesso gravi ma soprattutto per il personale infermieristico e medico che dovrebbero occuparsi della sua vicenda. Ovvero, come lui pensa, ammazzarlo. Ma il lettore non creda di poter dar per scontato nulla: Recami riesce a sorprendere e a presentarci situazioni e scenari inattesi, sempre nuovi.<