In questo libro si rilegge la vicenda del Risorgimento e del brigantaggio come una “antistoria d’Italia”: per liberare i fatti dai troppi luoghi comuni della storiografia postrisorgimentale (come la pretesa arretratezza e miseria del Regno delle Due Sicilie al momento della caduta) e per evidenziare invece le conseguenze, purtroppo ancora attualissime, della scelta di affrontare la “questione meridionale” quasi esclusivamente in termini di annessione, tassazione, leva obbligatoria e repressione militare. Il Sud è stato trattato come una colonia da educare e sfruttare, senza mai cercare davvero di capire chi fosse l'”altro” italiano e senza dargli ciò che gli occorreva: lavoro, terre, infrastrutture, una borghesia imprenditoriale, un’economia moderna. Così, le incomprensioni fra le due Italie si sono perpetuate fino ai nostri giorni. Alcuni briganti spiccano per doti – umane e di comando – non comuni, come Carmine Crocco, che per tre anni tenne in scacco l’esercito italiano; e così le brigantesse, donne disposte a tutto per amore e ribellione; altri rientrano più facilmente nel cliché del bandito o dell’avventuriero, ma tutti contribuiscono a dare volti e nomi a una triste e sanguinaria pagina della nostra storia, che si vorrebbe cancellare. “Non si tratta di denigrare il Risorgimento, bensì di metterlo in una luce obiettiva, per recuperarlo – vero e intero – nella coscienza degli italiani di oggi e di domani“. Insomma possiamo definirlo un buon risultato storico e letterario critico delle tesi unanimiste e filorisorgimentali di tutti coloro che immaginano il nostro Risorgimento come una fraterna ‘Alba Nazionale’. Nulla di tutto ciò. Fu, in realtà, una guerra civile non dichiarata dove la colonizzazione del Sud in nome di una pretesa Unità lasciò alla popolazione del Regno delle Due Sicilie una duplice alternativa. Quella di Brigante o emigrante. Coloro che decisero di combattere questa Rivoluzione scelsero la sconfitta e la morte. E ne furono uccisi tanti, in nome di questa Unità. Gli altri, invece, scelsero l’incertezza e la fortuna altrove. Lontano dalla Patria. Dei 22milioni che erano, ben 15milioni varcarono i nostri confini, aprendosi al Mondo. Dando inizio a quel processo migratorio che è in corso ancora oggi. Molti invece vennero forzatamente spediti all’Altro Mondo. Grazie alle disciplinate e feroci truppe sabaude che combattevano per il Piemonte di Cavour che NON voleva l’Italia unita. Ma solo il Regno del Nord (Piemonte-Lombardia-Veneto).