“Il lupo nell’abbazia”, romanzo di Marcello Simoni, Mondadori Libri editore, 2019

Non lo posso negare: il medioevo da sempre ha un ruolo ‘fascinoso’ nella mia fantasia e le letture del genere si sono susseguite negli anni, prima, durante e dopo l’indimenticabile “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Con “il lupo nell’abbazia” Simoni ci prende per mano e ci porta nell’inverno dell’anno domini 832, in un’abbazia benedettina nei pressi di Fulda, in Germania. Tanta la neve, tempo di bufera che avvolge tutto e tutto immobilizza. Costringendo alla sosta nel convento di una delegazione dell’imperatore Ludovico il Pio, decine di armati inclusi. L’abate Rabano accetta con piacere d’offrire ospitalità anche se non manca il dubbio che l’arrivo della guarnigione non sia proprio casuale, che l’Imperatore voglia verificare la fedeltà dei religiosi. Non è comunque questo il tema portante del racconto che, invece, si concentra sul mistero di terribili omicidi che sconvolgono la quotidianità di preghiera dei frati. Due cadaveri vengono ritrovati sbranati da una specie di belva e, visto che nel bosco circostante si dice ci siano dei lupi affamati, si pensa subito ad una incursione degli animali. Il panico si diffonde nell’abbazia e nel giro di poche ore un silenzio tombale sembra calare nella comunità assediata dentro alle mura. Adamantius, un giovane monaco appena arrivato a Fulda, non è però convinto della tesi offerta dall’abate Rabano. Inizia ad investigare nell’abbazia coadiuvato da tre giovani confratelli, impertinenti, scostanti, ma buoni di cuore, capaci di dare una scossa a lunghe tradizioni morali alla ricerca di segreti sopiti e messi a tacere. Quattro protagonisti che non potranno far altro che cacciarsi nei guai, tra scelte proprie e l’inesorabile destino che addirittura sembra indicare proprio in loro, i colpevoli. Un noir di grande emozione e interesse, mentre altri monaci vengono trovati assassinati e brutalizzati mentre sono sempre più numerosi gli indizi che tuttavia ci portano al finale sorprendente e decisamente d’effetto. Insomma, un giallo (con qualche pretesa ambientazione storica) piacevole, intrigante e affascinante, con innumerevoli misteri capaci di affascinare il lettore. Una lettura da non perdere.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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