Il libro di Vincenzo De Luca “Nonostante il PD”. Dalla critica al PD e alla politica da parte del Presidente della Regione Campania, alla satira. Commento di Carmelo Sciascia

La satira a volte prende il posto della realtà. Succede che un personaggio lo si riconosca dal modo in cui viene rappresentato in televisione. Merito dei comici o degli imitatori come nel caso particolare che prenderemo in considerazione. Mi riferisco a Crozza, sì proprio a Maurizio Crozza che nel suo spettacolo Fratelli di Crozza prende di mira, ora uno ora un altro uomo politico, di rilevanza nazionale. Tra questi personaggi troviamo due Presidenti di Regione: Luca Zaia governatore del Veneto e Vincenzo De Luca governatore della Campania. Oltre la satira i due governatori hanno dei tratti politici in comune, basti pensare alla loro proposta di abolire il limite dei due mandati a governatore e di volere restare di conseguenza nel loro incarico vita natural durante. Così come all’unisono tendono ad indicare le loro rispettive regioni come “il migliore dei mondi possibili”. È sacrosanto il diritto alla critica ed alla satira ma può succedere che nell’opinione pubblica prevalga un’opinione del personaggio che non combacia assolutamente con la realtà. Prendiamo il caso di Vincenzo De Luca. Il suo ultimo libro (Nonostante il PD – Piemme 2023) è una critica radicale e condivisibile non solo verso il suo partito, ma verso tutta la classe politica di questo nostro paese. Il titolo risulta essere in qualche modo fuorviante. Vero è che l’analisi politica riguarda in primis il proprio partito, ma nulla vieta che possa essere estesa a tutti i partiti, sia della maggioranza che dell’opposizione. Il modello Campania è l’unica parte del libro da non prendere seriamente in considerazione, è infatti la parte che costituisce il nocciolo della satira di Crozza e credo l’abbia usata come canovaccio per il suo spettacolo. De Luca sostiene infatti che tutto ciò che si è fatto in quella regione è stato ben fatto, da prendere quindi a modello: Tout va trés bien Madame la Marquise.

Possiamo dire che il suo libro segue le direttive in uso nel vecchio PCI: l’esercizio della critica e dell’autocritica.  C’è infatti un sottofondo di nostalgia, quando le grandi ideologie rappresentavano il substrato di qualsiasi attività, quando cioè la solidarietà ed il senso della militanza costituivano la base delle vicende politiche e delle relazioni interpersonali. Gran parte del libro è una critica al PD, presentato come un partito opaco e drammaticamente debole, “privo di ogni forza di attrazione ed espansione, e senza un’identità percepibile”. Un PD che ha inseguito gli “accordi di governo in dispregio di ogni coerenza politica, nascondendosi dietro il velo dell’interesse nazionale, ma, sostanzialmente, per la paura di dare la parola di nuovo agli elettori, in caso di stallo politico-istituzionale”. Gli accordi di governo sono stati solo una spartizione di potere, senza nessuna efficacia operativa. Il successo di Fratelli d’Italia è da attribuirsi al fatto di essere rimasto estraneo alla logica degli altri partiti e di essersi schierato contro le tante scelte governative filoeuropeiste e filoatlantiche.  Non dobbiamo comunque dimenticare che la maggioranza politica è una maggioranza fittizia, perché espressione maggioritaria della minoranza del Paese. Oggi constatiamo come la pratica dei partiti di governo nei fatti capovolge le dichiarazioni programmatiche preelettorali (esempio eclatante la promessa cancellazione della legge Fornero sulle pensioni, legge che è stata riformata in senso peggiorativo). Evidentemente gli interessi dell’Italia o la dignità della politica restano doveri “del tutto estranei alla volontà di chi cinicamente pratica la doppia verità (una dall’opposizione, una dal governo)”.

La critica di De Luca nei riguardi del PD e dei partiti odierni è feroce, si sente tradito in prima persona come i tanti cittadini che avevano una concezione nobile della politica, una concezione gramsciana. Per l’ortodossia religiosa è più pericoloso un eretico che un ateo, così risulta più appariscente una critica al PD da parte di chi, come De Luca, vi ha militato e continua ad operare nelle Istituzioni ai massimi livelli.

Fa notare il Nostro come nelle tante manifestazioni per la pace, sono state spesso assenti due forze che dovrebbero essere antitetiche: il PD e F.d’I. Due partiti che ostentano fortemente il loro atlantismo: sono vergognosamente favorevoli all’invio di armi in Ucraina e totalmente subalterni alla politica degli USA ed alla teoria delle guerre preventive. Si arriva così all’assurdo della completa sottomissione politica che si manifesta, sarebbe comico se non fosse vero, anche in forme lessicali: Kyiv anziché Kiev come è da sempre stato in Italia il nome della capitale ucraina.

PD e FdI sono favorevoli all’invio di armi in Ucraina e totalmente subalterni alla politica degli USA. In base ai sondaggi invece oltre il 51% degli italiani è contrario e solo il 38% si dichiara favorevole

Per uscire dal provincialismo manca nel dibattito politico odierno il richiamo ai grandi temi, a come affrontare i grandi problemi che la moderna società ci pone e ci impone costantemente all’attenzione.

Qui il nostro Governatore ci presenta il conto elencandoci i temi che la politica dovrebbe affrontare e a cui dovrebbe dare risposte quanto prima possibile: 1) il rapporto cruciale fra la realtà dilagante dell’intelligenza artificiale e la vita democratica. 2) lo sviluppo del capitalismo e la transizione ecologica, tema che investe la quantità e la qualità del lavoro. 3) la globalizzazione e le conseguenti scelte economiche e geopolitiche. 4) l’Europa, quale sarà il suo destino? Una trasformazione in modello federale o un sistema intergovernativo com’è oggi?

Non mancano nel libro riferimenti autorevoli: da Vittorio Andreoli ad Erich Fromm, da Ignazio Silone ad Italo Calvino. Interessanti i capitoli sulla crisi della partecipazione alle tornate elettorali, lo spegnersi delle speranze e le passioni tristi, tanto da poter concludere con le sue stesse parole: “È davvero cambiata un’epoca, ma la politica-tutta quanta-non se n’è accorta”.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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