“Il giovane Holden”, romanzo di Jerome David Salinger, Einaudi editore, 2008

Holden Caufield, sedicenne americano anni cinquanta, altezza sopra la media, tipici capelli a spazzola. Una bocciatura in tasca per troppi voti negativi e il biglietto che lo riporta a New York, ad affrontare la delusione dei genitori e del padre in particolare. Approfitta di alcuni giorni di ‘libertà’, prima che la scuola informi del suo ritorno a casa. Ci racconta delle sue diciamo avventure e delle sue rabbie verso il mondo intero. Passa a salutare un suo professore che immancabilmente lo sommergerà con una ramanzina per la sua svogliatezza: non era questo che il ragazzo voleva (ma i ‘grandi’ non capiscono mai?). Tornato nel dormitorio incontra Stradlater, suo compagno di stanza, noto ‘mandrillo’, in procinto di uscire con un’amica d’infanzia di Holder, Sally, della quale il nostro è innamorato (almeno forse). Dà fuori di testa, insulta a morte il compagno e alla fine si ritrova un bel pugno sul naso. Incazzato, con Stradlater, con il professore, con la scuola, esce in piena notte armi e bagagli per andare alla stazione, urlando “Sogni d’oro, imbecilli”. Arrivato nella Grande Mela si rifugia in un albergo d’infimo ordine ma presto esce vagando per la città alla ricerca di locali frequentati da femmine (ma a quell’ora se non sono prostitute sono comunque più vecchie di lui) e che servano alcolici ai minorenni. Al rientro, praticamente ubriaco, incontra Maurice che gli offre una scopata per 5 dollari con una prostituta. Lui, peraltro vergine, accetta per poi pentirsene amaramente, finirà di nuovo pestato. Ma, non tutto in una notte, il ragazzo continua con le sue avventure e naturalmente finisce scoraggiato e depresso, decide di fuggire dal suo mondo, dalla sua famiglia, decide di andare da qualche altra parte lontana a cercare un qualunque lavoro. Un romanzo sicuramente strano, pieno di rabbia e di disattamento (tipico di un sedicenne?) e forse proprio questo ne ha garantito un successo letterario: nessuno sa perché Holden ha tanta rabbia e per questo vi ha letto la propria rabbia, la propria voglia di ribellione, di scappare via, di costruirsi (a sedici anni!!!) una vita alternativa. Insomma, un romanzo comunque da leggere, fino al finale a sorpresa. Una curiosità per concludere: nell’edizione originale del libro la copertina è completamente bianca, per scelta dello stesso autore, il quale desiderava che il libro venisse scelto per il contenuto e non per la copertina. Anche la copertina dell’edizione italiana Einaudi, collana Tascabili, lo è, e non riporta neanche la trama o la biografia dell’autore.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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