“Il fidanzamento del signor Hire”, romanzo di Georges Simenon, Adelphi editore, edizione 2003

Un romanzo che sembra trascinarsi senza particolari entusiasmi. Non proprio noioso ma di una calma incapace di entusiasmarti, un racconto di vita quotidiana che non capisci quale sia l’interesse coinvolgente. Il signor Hire è un uomo tranquillo, piccolo, grassottello, senza fama e senza gloria. Tuttavia sospettato dell’omicidio di una ragazza di bella vita e, per questo, sorvegliato a vista da ispettori vari uno dei quali addirittura s’insidia nel gabbiotto della portineria del suo palazzo. “Perché non confessa, signor Hire?”, chiedono di fatto agenti e vicini che ormai lo evitano impauriti. Lui, consapevole della sua innocenza, esce ogni mattina, sosta al bar, attende alle sue occupazioni lavorative, passeggia, si concede serate al cinema o in qualche club particolare dove beve un analcolico o una spremuta. Ancora, sempre tenuto d’occhio, sempre seguito e sorvegliato, al lunedì passa al bowling per giocate che lo rivelano vero campione. E, alla sera, attraverso la finestra del palazzo di fronte origlia la bella Alice dal seno prosperoso che sembra ammiccargli, che toglie sottoveste e tutto il resto e si stende a letto lasciando intuire un generoso invito. Niente altro dunque che un guardone? No, semplicemente un uomo solo, deluso dalla vita e dall’amore me chee ancora vorrebbe poter sognare. Ed è questo il nodo centrale del romanzo che, sul finire, prende improvvisamente ritmo e lascia a bocca aperta. Che dire, non potendo e non volendo svelarlo, quel finale? Bene, diffidare sempre di una barista troppo generosa ed anzi diffidare di una donna che immotivamente mostra con eccessiva disinvoltura il meglio di sè – in termini fisici – quando in fondo tu non le hai mai parlato. Ma Hire non segue il consiglio, si attacca al sogno, così, appunto nel finale del libro la calma piatta che lo caratterizza nella sua quasi completa interezza, diventa incontenibile bufera.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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