Ma il gatto nero quel co' gl'occhi neri quel che mangia meloni coi porcini confondendo salviette e salvetti, beve sal-vini quel verde e quel nero canta l'Aida e la canzon del carneval la canzon d'la befana e quela d'la Rosina con la pancia gonfia che scoppia come 'na mina e rutta e fa aria dal cu.., che fa, intanfa tutto il locale dall'Alpe alla Trinacria? E se il vento bussa alla porta senza ma e senza perché apri la finestra apri l'ali prendi il volo, che volere è volare, fuggi fuggi scappa scappa tega ca l'è mei, magari dietro la porta l'è lù, l'è quel questurino coll'occhio nero che t'ammira e ti prende di mira colli occi neri neri paro paro a quelli del gatto nero ormai, lui, imbriaco. Siamo fritte dicono le sardine con le pinne bionde sentendo l'olio che ribolle ma è solo il motore della corriera che corre nella prateria veloce veloce più veloce del nero cavallo ma che sarà quel fumo bianco e azzurro che esce dal tappo del radiatore, tieni stretto il volante guida guida e ancora guida presto o tardi lo troverai un autogrill a Fiorenzuola e dopo Casalpusterlengo dove tutto sarà fumo il questurino non ci crede che quel che spacci non è marihuana e manco pakistano ma sano calzino spaiato e quando finalmente vedi la nebbia che sale tranquillo è il vino dell'osteria che presenta il conto t'insegue fino al tramonto quando scende la grandine e i contadini non sono mica contenti ma arriba arriba il gatto nero con gli occhi gialli si chiama dicono Ho Chi Minh vien forse da Taiwan ma lui dice gò un disturb al bus del cul beve un caffè si sparlecca i baffi chiari bagnati dell'arancione d'un vecchio melone felice fa le fusa e ci scappa un bel ruttino che sembra più un ruttone che fa rima con panettone e perfin con torrone. 'Na contadinella occhi scuri che par 'na gatta con la coda ritta t'offre il frutto del pero. L'è mia l'ura del sciopero l'è mia l'ura del precetto. Ed è già dicembre.
Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio, pubblicato nel 2009, le ultime copie disponibili presso Libreria Internazionale Romagnosi, Piacenza
ANTEFATTO (ancora in viaggio per anelito d’amor poetico rap-presentar)
Monica Noia, da Varese, scambio “in natura”, ma stia serena Dalila, su tratta del suo libro per il mio. AnnaMaria Arlotta, arriva da Rieti, vuole il libro a Roma, alla costituzione di Sinistra Democratica, 5 maggio 2007, mentre rileva che m’impegno nel fare il solito partitino del due per cento, “la sinistra non smetterà mai di farsi male”. Opinioni: non tutti siamo disponibili ad allinearci con il baffetto Massimo d’Alema ai diktat papalini. Ileana da Modena, Giusy da Bari e Massimo Avenali da Pescara che acquista a mezzo di post-pay. Stefania Bellani, assistente sociale, “la tua poesia, il piacere di avere ancora illusioni”. Giulia Contardi, pensionata, alla “prima” nel 2005 fu la prima a presentarsi con la copia di “E’ severamente proibito” pretendendo dedica e firma autografa. Poi con Maria Rina Fraschetta e Laura Molinari arrivò Antonella Losi. Per lei la falce, il martello, la stella sulla punta della falce. Rossa, naturalmente e naturalmente nulla a che vedere con i realisti “Massimo d’Alema e PierLuigi Bersani ex tutto e oggi Partiti Democratici in procinto d’arrivare democristiani. I Verdi maturando diventano rossi, secondo Giulio Andreotti. I rossi di ieri, però, sbiancano. Lavati con Prodix e Veltronix, il potente detersivo che fa bianco il Cavaliere nero e scancella le sinistre.
S’ammaina rossa bandiera
L’ANELITO ALLA GLORIOSA MORTE DEL VALOROSO SCONOSCIUTO SOLDATO IGNOTO E SENZA NOME SPESSO ISPIRA POESIA
Un giorno anche se non l'aspetti [ma se ci badavi magari l'evitavi] incontri di faccia la tua morte.
La mia morte non ha cappuccio non ha mantello non ha falce né volto bello
la mia morte toccata in sorte poverina manco é cadaverina
la mia morte non rispetta e non paga canoni vive libera, fuor di stereotipi
la mia morte non é buona morte non é cattiva né orrenda morta
la mia morte é solo morte non chiamata ma toccata in sorte
luce abbagliante accesa protesa fiammella traballante dal minimo soffio offesa
non é mancanza di rispetto ma t'ignoro o mia morte, resta chiusa fuor nella corte
scusa tanto ma ti rigetto non s'hanno d'aprire quelle porte non é ancora l'ora della cattiva sorte.
Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio, pubblicato nel 2009, le ultime copie disponibili presso Libreria Internazionale Romagnosi, Piacenza
ANTEFATTO (ancora in viaggio per anelito d’amor poetico rap-presentar)
L’ultima rap-presentazione del 2006, quella nel cortile interno del Castello di Carpaneto, è stata la più difficile. Venti i presenti. Lara Muroni ed Emilio, novelli sposi. Una mamma con la figlia dodicenne amante della poesia. La musica di Francesco d’accompagno alle poesie. Dalila a battere il tempo degli applausi. Alcuni disabili, altri anziani ospiti dell’ospizio. Il dialogo con la diversità, fuor dei parametri consueti. Si propone quel che ovunque ha suscitato emozione ma a Carpaneto rispondono volti immobili, inespressivi. Ma si va avanti fino alla fine perché non esiste futuro, in un mondo nel quale il confronto è sempre e solo tra uguali.
Migranti: le grand voyage, di Pascal Milcendeau
RENZO E LUCIA SULL’ACQUE DELL’AL FURAT (in viaggio a far conti con la storia)
Una barca, Renzo e Lucia, in fuga da Bassora e lenta discesa nella notte lungo il corso del fiume fino alla foce: solo silenzio, nessun rombo assordante, sulle rive dell’Eufrate nessun fiore nasce
Scendeva il sole ai docks del porto lasciando passo alle anime grigie, sfuggenti ombre avvolte di nebbia, mani tese nell'infinito imbrunire.
Furtivamente saliti sull'ultima barca pagando amaro iniquo balzello, mentre in banchina lentamente, la chiglia sfondata, un mercantile gemendo affondava.
Correnti d'aria tra le torri supreme, ombre avanzanti occultanti i contorni, incerte note di vecchia radio accompagnavano impietose le mosse del cecchino.
Arrancando al largo fluviale agendo sul remo, prima barca Renzo e Lucia, strappa ad Erode Giuseppe e Maria,
addio Al Basrah, palpita il cuore nella morsa, superando l'ultima rete c'abbandoniamo al pianto sommesso.
Allo sfilare dei profili dei minareti spezzati di Khorramshahr poi Abadan ed infine Al Faw, mentre ghiaccia il sangue dai canti graffiato delle sirene, solo silenzio, nessun rombo assordante, sulle rive nessun fiore nasce
forse alla foce rivedremo rivedremo la luce la luce rasa illuminare onde, in lento millenario succedersi del Golfo forse.
Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio, pubblicato nel 2009, le ultime copie disponibili presso Libreria Internazionale Romagnosi, Piacenza
ANTEFATTO (e il viaggio continua per anelito d’amor poetico rap-presentar)
Francesca C. ha ispirato, proposto, voluto, introdotto la serata nell’antica chiesa di Sant’Ilario, diventata auditorium comunale. Era il 2 dicembre 2005 e damigella Francesca coinvolgeva amici suoi, Pietro Gruppi e Marco Varani, chitarra e canto, che hanno accompagnato le poesie recitate da Tiziana M. che amava quella poesia, “Al banco del pesce sul mercato ho incontrato quella donna che avevo perdutamente amato” e quando recitava erano calorosi applausi tutti suoi e del suo inchino. In sala presente Carla F., in attesa del futuro da dirigente ospedaliero. Sul palco è salita Stefania P., a quel tempo che fu consigliere comunale di Rifondazione Comunista. Al microfono alla sala piena, a pugno chiuso ha detto “provaci ancora, Claudio“. Per lei ancora a sua insaputa la poltrona da dirigente sindacale di categoria.
Le Fonti di Giminiano (particolare), olio su tela di Niccolò Cannicci
DOLCE MARIA (nel limbo azzurrognolo ove tre sorelle si rimirano belle)
Ora di musica per le tree sorelle nella stanza con vista sul fiume, maestre melodiose le lunghe dita, spetta a Flora al piano star seduta.
Ada e Maria elevano un'ode al Signore, alla gloria dei cieli, è così che si confà alle pulzelle di buona società.
Splendide note avvolgono la mente voci cristalline sfiorano il cuore, tutta la grande antica magione sembra sospesa in tacito ascolto.
Nella biblioteca si culla compiaciuto assiso in attesa messer lo futuro, scambia sguardi con il destino, si, signorine, sono pronte tre valigie.
Valigia bianca con rossa croce per sorella Flora, mani fatate, l'attende ansiosa poliambulanza, sarà amorevole crocerossina.
All'ortiche trine e perline, non vestirà abiti talari, Camillo s'avvia al sentiero, nel bosco Ada sarà sua sposa.
Canti di fede, canti gregoriani, buon Dio proteggi la nostra casa da spiriti malvagi non sia invasa, i piani del maligno risultino vani.
Ma nell'ombra giù in cantina, umida la sabbia del pavimento, s'insinua tra i mattoni delle volte, l'acqua del fiume insidia fondamenta.
Vacilla l'assetto consolidato, il piano si fa curvo ed inclinato, nulla da fare per dolce Maria, varcherà il confine della pazzia.
I’m half-sick of shadows, said the Lady of Shalott(Sono mezza stanca delle ombre, disse la Signora di Shalott), olio su tela di John William Waterhouse. Storia: Elaine di Astolat viveva in una torre sull’isola di Shalott, lungo un fiume nei pressi di Camelot. Passava le giornate tessendo quel che vedeva attraverso uno specchio, non potendo guardare direttamente Camelot perché una maledizione l’avrebbe fatta morire. Ma un giorno, attraverso lo specchio, vide Lancillotto e se ne innamorò. Stanca della maledizione che la teneva isolata dal mondo, si voltò a guardare il cavaliere. Poi, salì su una barca e morì, mentre la corrente la portava fino a Camelot.
Vietato attraversare i binari, Servirsi del sottopassaggio, pubblicato nel 2009, le ultime copie disponibili presso Libreria Internazionale Romagnosi, Piacenza
ANTEFATTO
Gropparello, 29 giugno 2006, ottava rap-presentazione proposta voluta e organizzata da Ferruccio Braibanti: per la prima volta viene recitata la favola di Aneis e Sorin, nella sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso, l’ex cinema del paese dell’appennino dove sul finire degli anni quaranta è nato l’amor di mamma contadina e papà venuto da una città lontana, sfollato in campagna per sfuggire al precetto del nero Podestà; e l’Incappucciato dal volto coperto, sorridendo, ha pensato: “scegli il luogo dove portare il tuo cuore e lì troverai il tuo Paradiso“.
Brooks, Thomas; The Dawn of Love; Paintings Collection
ANEIS E SORIN, AMORE IN TERRA DI SIENA(nel limbo azzurrognolo ove al Campo restano due ombre danzanti)”
Si snoda il cammino lungo la pianura, al bivio sale il sentiero verso il cielo, sulla collina dominano antiche mura, oltre porta maestra s’apre la città.
Rimbombano i passi sull’acciottolato, s’allungano ombre tra le vecchie case, sono annoiati gli stanchi destrieri posti a trainare antiche vetture.
D’un tratto si apre una piazzetta, alla fontana ti puoi abbeverare, ora si tratta del Drago la contrada, quindi a seguire Quercia e Pantera.
Inattesa si presenta scalinata, occorre scendere antichi gradoni, s’apre a stupita ammirazione lo spettacolo di piazza, del Campo.
Nei giorni d’attesa della sfida del Palio, a terra eran seduti un principe e una dama, amore impedito, amore negato, ma l’amore non è mai vano.
Ore ed ore a sospirare il suo viso ad ammirare quando i suoi occhi videro il suo volto si spense il sole, il mondo s’abbagliò.
Domina l’argento del disco lunare, leggera brezza movea larga gonna, ciò che nel Regno è impedito vissuto è in sogno in terra di Siena.
Quando a sera il Campo s’abbrunì Aneis e Sorin, sdraiati sul selciato, aprirono estesa arcata alare, s’alzarono al cielo, oltre l’alte torri.
Amore impedito, amore negato, ma l’amore non è mai vano, due ombre ballano sul Campo, è un sogno, sai, la terra di Siena.