In mostra al piano terreno della Galleria Biffi Arte di via Chiapponi 28 opere provenienti dalla Collezione Mazzolini di Bobbio, a ricostruire il delicato e proficuo rapporto di amicizia e amore per l’arte fra Giovanni Battista Ettore Simonetti (1909-1992), proctologo di fama internazionale, collezionista d’arte sensibile e illuminato, e uno specialissimo gruppo di pazienti: di fatto alcuni fra i più importanti artisti attivi nella Milano dell’epoca. Buona parte delle opere furono donazioni da parte di pittori in cura come Filippo De Pisis, Ottone Rosai, Giorgio De Chirico, Mario Sironi. La collezione risulta poi integrata dalle opere in possesso di Rosa Mazzolini, assistente del dottor Simonetti nell’ambulatorio di Milano, raggiungendo un complesso di 899 dipinti e sculture che consentono un itinerario significativo lungo l’arte del Novecento. La Mazzolini, originaria di Brugnello, ha poi lasciato in donazione nel 2005 alla Diocesi di Piacenza-Bobbio la collezione che, attualmente, risulta in esposizione permanente nell’apposita struttura museale realizzata a Bobbio.
La mostra alla Biffi di via Chiapponi risulta suddivisa in quattro sale: la prima sala è dedicata alla figura del medico Simonetti attraverso ritratti e documenti. La seconda sala mette in luce il rapporto medico-paziente, esponendo le opere più celebri degli artisti coinvolti. La terza sala, quella che si ritiene evidenziare in questo resoconto di visita, è un omaggio a Rosa Mazzolini, amante d’arte a sua volta, donatrice nel 2005 della collezione alla diocesi. Conclude il percorso la quarta sala dedicata ai carteggi e alla corrispondenza fra Simonetti e gli artisti, offrendo uno sguardo intimo sulle relazioni instaurate nel corso degli anni.
Infine colpisce l’attenzione suscitando stupore in particolare un’opera di Elio Mariani, “Camice vuoto” di indubbio rimando alla professione del dottor Simonetti ma che, separato dal contesto usuale, lascia completo spazio alla fantasia del visitatore che, di fronte alla visione, inevitabilmente risulta preda della fantasia abbandonandosi ad un viaggio verso un mondo/altro dove il camice del medico stanco può diventare tutt’altra cosa arrivando forse anche a prendere vita.