“Gli arancini di Montalbano”, racconti di Andrea Camilleri, Finegil editoriale Spa, 2007

Gli arancini di Montalbano è la quarta raccolta di racconti brevi di Andrea Camilleri proposta in edizione speciale da Finegil nel 2007 aventi come protagonista il commissario di Vigata, Salvo. Segue le precedenti raccolte ovvero, nell’ordine, “Un mese con Montalbano“, “La prima indagine di Montalbano“, “La paura di Montalbano“. Inutile ripetere dell’urticante vezzo di Camilleri di far parlare i protagonisti nello slang siciliano, spesso incomprensibile per un lettore polentone del nord. Tuttavia, ormai assuefatto o comunque rassegnato ad andar per intuito in certi passaggi, devo riconoscere che le trame dei venti racconti gialli proposti sono intriganti e avvincenti, solo in parte grazie al condizionamento della naturale simpatia garantita dalla visione delle fiction televisive, con Catarella in gran spolvero. Il titolo di questa quarta raccolta prende il nome dall’ultimo dei venti racconti inclusi: siamo a fine anno e il nostro commissario decide di passare il capodanno ospite a cena da Adelina, la signora che gli prepara i pranzi e gli sistema la casa, ottima in cucina soprattutto appunto quando si parla dei suoi deliziosi arancini. Una sera speciale, per Adelina, che si ritrova in casa, oltre a Salvo, i due figli, per una volta entrambi liberi dal carcere. Ma mai dire mai. Gli inquirenti, indagando sul furto in un supermercato di Montelusa trovano il portafogli di Pasquale, appunto uno dei due figli di Adelina. In realtà per una volta il ragazzo è innocente, il portafogli è solo casualmente perso, ma come dimostrarlo? Montalbano saprà sfoderare tutta la sua arguzia e astuzia. Quindi, in generale, buona lettura.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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