Giuseppe Defelici, già dipendente comunale, oggi pensionato e – potremmo dire – di professione escursionista amante soprattutto della Val Nure e della Val Trebbia, è intervenuto in via Roma al 163 alla rassegna “i mercoledì coi grilli per la testa“, presentando il suo “Fotogrammi di diario… andante” col quale ha saputo attirare l’attenzione dei presenti soprattutto raccontando di un torrente, il Curiasca, che in realtà sono due. Della serie: Piacenza e l’appennino piacentino spesso riservano sorprese anche per chi, nel nostro territorio, vive da sempre.
Eccoci dunque seguire, attraverso i racconti di Giuseppe, il Curiasca di San Michele e quello di Rosso che, seguendo percorsi particolarmente selvaggi e suggestivi, scendono fino al Trebbia, confluendovi all’altezza di San Salvatore il primo e di Brugnello il secondo. Il più famoso, quello di San Michele, parte da Coli, ai piedi del monte S.Agostino, e ben presto, tra l’acqua che scorre, l’ombra della foresta, la mulattiera, il canto degli animali e quella volpe che appare curiosa, sembrerà d’essere lontani dalla civiltà, immersi in una dimensione altrove.
Giuseppe con il suo libro testimonial racconta dunque di escursioni lungo i Curiasca attraverso cinque capitoli che definisce “briciole delle mie emozioni“. Così lo troviamo alla locanda in località Costiere dove si parla di pascoli e di pecore ma dove l’ultimo residente ancora si mette alla batteria per suonare Janis Joplin e James Brown mentre cala la sera e sembra di immergersi nel mare di stelle sopra ai monti.
Il cammino prosegue, ecco il vecchio mulino di sasso di Fossoli, le signore negli orti, l’incontro col cane da tartufi, l’occasione di mangiare pane e salame – perché chiunque incontri t’accoglie come si fosse amici fraterni da sempre – e quell’altra volta invece ecco uscire dallo zaino mandorle e cioccolata e mela magari – come documenta una delle tante immagini magistralmente riprodotte nel libro – all’ombra d’una delle case ormai abbandonate di Telecchio.
L’incontro con la magia delle nostre valli, concludendo, non rimane che proseguirlo attraverso la lettura dei racconti che, come li ha definiti Enrica, – amica e lettrice di Giuseppe – sono per l’appunto “andanti“, in movimento come la vita: un impasto di cuore, delicatezza e sensibilità e, in proposito, Giuseppe ha esposto alcuni acquerelli opera di Mariangela, la sorella prematuramente mancata. Di suo conto, a chiusura della serata, Dalila ha letto alcuni brani e tra questi i versi “Camminare / è intensità del cielo / e splendore dei paesaggi / camminare / è dominio di vallate e orizzonti / è giovarsi della simpatia di alberi e fiori“.