“Egitto svelato – I sarcofagi egizi di Deir El-Bahari”, esposizione a Piacenza Palazzo Gotico fino al 26 febbraio 2023

Letteralmente la mostra che ti lascia a bocca aperta: chapeau all’assessore Christian Fiazza per essere riuscito a garantire un risultato d’eccellenza superando la concorrenza di altri Comuni italiani. Purtroppo la visita è supportata solo da un modesto depliant pieghevole mentre un catalogo di approfondimento sul periodo storico sarebbe stato più che auspicabile: necessario, soprattutto per un pubblico di giovanissimi. Tuttavia, a parte l’appunto, la mostra resta comunque straordinaria e riporta il visitatore al tempo dell’Antico Egitto, intorno al 1078-747 a.C., con i sarcofagi e le mummie recuperate a fine ottocento nella necropoli di Deir el Bahari, in riva occidentale del Nilo, a poca distanza da Luxor e in prossimità della Valle dei Re.

I reperti che troviamo esposti nel salone del Gotico – tutti originali – provengono dal Secondo Nascondiglio, un’incredibile tomba collettiva scoperta nel 1891 nella quale furono ritrovate almeno 450 bare e tavole di mummie, nonché un numero incalcolabile di oggetti dei corredi funerari. In particolare nella prima sezione della mostra troviamo alcuni preziosissimi sarcofagi splendidamente decorati appartenuti proprio ai Sacerdoti e alle Sacerdotesse di Amon della XXI dinastia oggi conservati all’Art & History Museum di Bruxelles. Con un’osservazione curiosa: come distinguere quando la mummia contenuta nel sarcofago fosse un uomo o una donna? Semplice: inutile ricercare tracce di tratti del viso maschili o femminili – rappresentazione della presenza di barba inclusa -, sarà necessario osservare la posizione delle mani. Sono aperte quelle delle donne, chiuse a pugno quelle degli uomini.

Nella seconda parte del percorso i visitatori possono invece ammirare mummie e sarcofagi provenienti da diversi Musei italiani – tra cui il MANN di Napoli –. Tra gli ed oggetti dei corredi funerari in evidenza quattro vasi canopi (usati nell’Antico Egitto per conservare le viscere estratte dal cadavere durante la mummificazione) e alcune piccole statue, gli ushabti che in egizio significava “quelli che rispondono” e che quindi sostituivano il nobile defunto alla chiamata per i lavori agricoli nell’aldilà.

Per concludere l’ultima sezione dedicata al restauro antico e moderno dei pezzi: fulcro di questa sezione è l’innovativo modulo “Europa”, una galleria di cristallo di 16 metri , un vero laboratorio di restauro altamente tecnologico, progettato dall’IER per gli interventi in pubblico, vincitore del Visit Brussels Award come nuova concezione espositiva, grazie al quale i visitatori possono assistere dal vivo e in diretta al restauro di un sarcofago egizio e interagire con i restauratori al lavoro.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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