E dopo tanti bla-bla-bla spunta la verità: i soldi per un nuovo ospedale non ci sono! E il comitato Salviamospedale in conferenza-stampa contesta il piano di Comune e Regione. “Con 100 milioni si amplierebbe l’attuale”. Riportiamo il resoconto pubblicato ieri da Libertà.

Da sinistra, Stefano Benedetti, Ferrante Trambaglio, Giovanni Ambroggi, Augusto Ridella, Stefano Pareti (foto Faravelli)

(Ndr) Il costo per realizzare un nuovo ospedale in area 5 o area 6 che sia supera i 300 milioni di € ed ora finalmente le carte si scoprono: i soldi non ci sono o perlomeno, informa ora la Regione, almeno 160 di quei milioni devono arrivare dai privati, forse le stesse società che risulteranno assegnatarie degli appalti per i lavori. Un’ipotesi che solleva molte perplessità per cui venerdì il Comitato Salviamospedale in conferenza stampa ha immediatamente contestato il piano di Comune e Regione sostenendo peraltro che basterebbero appunto 100 milioni per semplicemente ampliare l’attuale struttura. In proposito si propone in forma integrale l’articolo pubblicato sul quotidiano Libertà da Gabriele Faravelli nell’edizione di ieri 2 marzo.

I soldi per fare il nuovo ospedale non ci sono“. Il Comitato Salviamospedale di Piacenza alza la voce in merito alla recenti cifre riferite dalla Regione, che ha dato notizia di un investimento di 296 milioni di euro per costruire la nuova cittadella sanitaria. Mancano però 160 milioni, che dovranno essere reperiti – lo ha detto la stessa Regione – attraverso un partenariato pubblico-privato (Ppp). Su questo punto il comitato è molto scettico, oltre che contrario e orientato, come ripete da un paio d’anni, verso un progetto di ampliamento dell’ospedale già esistente. “Non ci sono i soldi, questo è un punto fermo“, ha detto Augusto Ridella che ieri mattina ha parlato in una conferenza-stampa tenuta al Caffè del Teatro insieme agli altri membri del Comitato Stefano Benedetti, Ferrante Trambaglio, Giovanni Ambroggi e Stefano Pareti. “Mancano 160 milioni, più della metà. La giunta regionale dice che li trova con il partenariato pubblico privato, ma in questo caso si deve fare un appalto per affidare a un’impresa il compito di costruire il nuovo ospedale“. Secondo il Comitato Salviamospedale, peraltro, per realizzare l’opera 300 milioni non sarebbero sufficienti, ne servirebbero 400. “L’eventuale privato – sostiene Ridella – deve avere ‘flussi di cassa’ notevoli per rientrare dell’investimento dei 160 milioni. E che cosa gli verrebbe dato? Forse i ticket? I biglietti dei parcheggi? La gestione di un bar interno? In verità l’ipotesi che si profila è che l’ospedale non abbia adeguati finanziamenti. Noi diciamo basta con le chiacchiere. Ci hanno ingannato perché così lasceremo una zona della città in totale degrado“. Ridella ha contestato per l’ennesima volta l’assunto che il Polichirurgico non ha spazi per essere ampliato. “Non è vero. E con i soldi davvero disponibili possiamo raddoppiare la struttura esistente, facendo una ‘cucitura’ e una nuova costruzione di 43mila metri quadrati con soli 100 milioni . Sarebbe l’occasione per rigenerare quella zona di città, soprattutto in via Anguissola e in via XXI Aprile dove ci sarebbe anche la possibilità di sfruttare i parcheggi esistenti“. Viene contestato a Regione e Comune anche il percorso che ha portato a questa situazione: “Pensare che per costruire e fare un appalto di un ospedale sia così semplice è assurdo, qui si è solo preventivato sulla base di ipotesi. Nemmeno a una riunione di condominio fanno previsioni così superficiali. Notiamo una approssimazione che fa paura e i piacentini devono stare molto attenti. Il nostro comitato non può fare altro che informare, non siamo i decisori. Lo sono invece il Consiglio comunale di Piacenza e la Regione. Devono intervenire. Se hanno già disponibile qualcuno che ci mette i 160 milioni lo dicano. Attenzione però, prima si devono fare i bandi. Mi permetto una battuta: se hanno trovato Armani che ci regala l’ospedale ben venga, ma non penso proprio che sia così“.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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