“Bakeneko, Nekomata, Nekomusume, gatti e donne da tener lontani” come suggerito dalla mostra a Monza dedicata agli Yokai, i demoni del Sol Levante

Illustrazione di Loputyn

IL BAKENEKO, GATTO MOSTRUOSO

Il bakeneko (“gatto mostruoso”) è uno yōkai, una creatura soprannaturale della mitologia giapponese, evolutasi da un gatto ed in possesso di abilità metamorfiche simili a quelle di kitsune (volpi) e tanuki (creatura del folklore giapponese, basata sul cane procione) . Spesso viene confuso con il “cugino” nekomata in cui il tradizionale legame tra gatto e defunti risulta più forte, in generale però la distinzione tra i due è molto sfumata.

Tradizionalmente un gatto può diventare un bakeneko se raggiunge un’età molto avanzata o un peso particolarmente elevato (si parla di esemplari che, una volta uccisi, raggiungevano il metro e mezzo di lunghezza), tuttavia vi sono racconti su gatti trasformatisi dopo essere stati nutriti in una casa per diversi anni o per l’attaccamento al proprio padrone.

Solitamente un bakeneko ha l’aspetto di un comune gatto ma di dimensioni molto maggiori, ha la capacità di camminare sulle zampe posteriori, di creare spettrali sfere di fuoco e di assumere sembianze umane (spesso mantenendo tratti felini); nel caso si trasformi in una donna viene solitamente chiamato nekomusume (“donna gatto”). A volte, può persino arrivare a divorare una persona per sostituirsi ad essa.

Come molti yōkai poi, il bakeneko ha la tendenza a rubare l’olio dalle lampade delle case: questa caratteristica potrebbe fondare le sue radici nel fatto che gli Andon (tradizionali lampade giapponesi di carta) erano spesso alimentati con olio di sarde.

IL GIORNO CHE LA VECCHIA MADRE DI TAKASU GENBEI CAMBIO’ IMPROVVISAMENTE

In un famoso racconto il vecchio gatto di un uomo di nome Takasu Genbei scomparve improvvisamente. Nello stesso periodo la madre dell’uomo cambiò completamente carattere, diventando schiva e scontrosa al punto da consumare i suoi pasti sempre da sola rinchiusa nella propria stanza. Quando i familiari, preoccupati, decisero di spiarla, non videro un essere umano ma un mostro dalle sembianze feline che mangiava su una carcassa animale. Ripugnato, Takasu decise allora di uccidere la creatura dalle sembianze di sua madre, che, trascorso un giorno, riprese l’aspetto del vecchio gatto di cui non aveva più notizie. Successivamente, sotto al tatami (tradizionale pavimentazione interna giapponese composta da pannelli rettangolari modulari, costruiti con un telaio di legno o altri materiali rivestito da paglia intrecciata e pressata) della stanza furono ritrovate le ossa sbiancate dell’anziana donna.

HIRASE, ATTENTO ALLA PORTA ALLE TUE SPALLE

Un altro racconto dell’era Anei parla di un certo Hirase di Sakai (città dell’odierna prefettura di Osaka). Di notte, mentre era intento a leggere un libro nella sua stanza, sentì aprirsi all’improvviso la porta alle sue spalle e, prima che potesse fare qualsiasi cosa, da essa entrò un braccio mostruoso che lo afferrò per i capelli. Spaventato, Hirase riuscì a colpire il braccio con la propria katana, facendo fuggire il proprietario. Il mattino dopo, in giardino, Hirase ritrovò l’arto che l’aveva attaccato, constatando che aveva l’aspetto di un enorme zampa felina.

LE LACRIME DEL BAKENEKO PER IL PADRONE DEFUNTO

Da altri racconti, invece, emerge il rapporto che i bakeneko hanno con il mondo dei morti ed il forte legame coi propri padroni, conservato anche dopo la trasformazione. Secondo uno di questi, durante un corteo funebre apparve un mostro d’aspetto felino che, scendendo dal cielo, trafugò il cadavere per poi sparire con esso. In seguito si scoprì che era il gatto appartenuto al defunto che si era trasformato in bakeneko. Potrebbe basarsi su questo fatto l’abitudine popolare di non far uscire di casa o, come accade a Tsushima, di rinchiudere in apposite gabbie i gatti il cui padrone sia morto da poco tempo.

Bakeneko

IL NEKOMATA, GATTO A DUE CODE

Il nekomata (“gatto a due code”) è uno yōkai, una creatura soprannaturale evolutasi da un gatto e caratterizzata dalla presenza di una coda biforcuta o addirittura di una seconda coda e dalla capacità di camminare sulle zampe posteriori.

Come per il “cugino” bakeneko e la kitsune, la trasformazione avviene solitamente quando il gatto raggiunge un’età avanzata (10 anni, secondo alcuni racconti): per questo motivo, fino al XVII secolo ai gatti spesso veniva mozzata la coda, secondo la credenza che questo avrebbe impedito la loro trasformazione in nekomata; tale superstizione potrebbe col tempo aver contribuito all’allevamento del bobtail giapponese, una razza di gatti privi di coda.

Tradizionalmente, la distinzione tra nekomata e bakeneko è molto sfumata, tanto che secondo alcuni racconti l’uno potrebbe trasformarsi nell’altro avanzando ancora con l’età oppure per aiutare una persona cara. In ogni caso, diversamente dal bakeneko, nel nekomata il legame col mondo dei morti è molto forte, tanto che si dice si nutra di carogne e possegga poteri necromantici e sciamanici come la capacità di far muovere i morti a proprio piacimento, semplicemente agitando le sue code. Di solito usa questo potere esclusivamente per il proprio divertimento, tuttavia, essendo estremamente vendicativo, è solito rianimare i parenti defunti di coloro che l’hanno maltrattato per perseguitarli e rivalersi di ciò che ha subito fino a che non venga placato con offerte in cibo, scuse e attenzioni.

Nekomata

NEKOMUSUME, LA DONNA GATTO CHE INDUCE MALATTIE

Un’altra caratteristica che, secondo alcune leggende relativamente più recenti, avvicina i nekomata ai bakeneko, sarebbe quella di possedere la capacità di trasformarsi in donne umane — nekomusume (“donna gatto”). Rispetto ai bakeneko però, essi appaiono come donne più mature, meno raffinate e circondate da un’atmosfera tetra e malsana, in grado di indurre malattie in chi rimane loro accanto troppo a lungo.

QUELLA FIAMMELLA CHE DI NOTTE IMPROVVISAMENTE VAGAVA PER LA CASA

Si racconta che secoli fa, nella casa di un samurai dell’Echigo di punto in bianco cominciarono a verificarsi inspiegabili fenomeni notturni: una strana fiammella vagava a qualche centimetro dal pavimento e fuggiva verso gli alberi dei vicini quando si cercava di prenderla, il filatoio prendeva a girare da solo, oggetti venivano trovati lontano da dove erano stati lasciati…
Un giorno il padrone di casa, che non si era lasciato impressionare da nessuna di quelle stranezze, notò un grosso gatto rossiccio che, comodamente appollaiato sul grande albero in giardino, si guardava intorno con circospezione. Convintosi che esso fosse in qualche modo collegato a quanto accadeva la notte in casa sua, decise di porre fine al tutto prendendo il proprio arco e scagliando una freccia contro l’animale. Il colpo fu preciso e per l’animale, nonostante qualche frenetico tentativo di liberarsi del dardo, non ci furono speranze. Accorso ad esaminare il corpo del gatto, il samurai notò che aveva dimensioni enormi, forse raggiungeva il metro e mezzo di lunghezza, ma soprattutto aveva due code.
Fatto sta che da quel giorno nella casa del samurai non si verificò più nulla di anomalo.

Fonti dei testi: wikipedia.it

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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