9 agosto 1945: 'Fat Man', la bomba contenente 6,4 kg di plutonio, viene sganciata su Nagasaki. 80.000 civili muoiono.


http://www.ohglobe.com/2011_03_16_archive.html

Alle 11 del mattino , mentre ero in camera con un compagno di studi, sentii il rumore di un B-29 che passava sopra la nostra testa. Pochi minuti dopo l’ aria si accese di una brillante luce gialla e sentimmo un enorme colpo di vento. Terrorizzati, ci precipitammo giù per nasconderci nel gabinetto. Più tardi , quando mi ripresi, vidi che nel tetto si era prodotto un buco, tutti i vetri erano andati in frantumi e una scheggia mi aveva procurato una ferita alla spalla, che sanguinava. Uscendo, vidi che il cielo da azzurro era diventato nero e aveva cominciato a cadere una pioggia nera. Poco dopo cercai di arrivare alla mia scuola medica a Urakami, ma non ci riuscii a causa degli incendi scoppiati ovunque. Incontrai molte persone che ritornavano da là. Avevano i vestiti stracciati e brandelli di pelle che pendevano dal corpo. Vagavano come fantasmi.

L’ indomani riuscii a raggiungere Urakami. Restavano soltanto le strutture in cemento e in ferro. Avvicinandomi alla scuola , vidi cadaveri neri e carbonizzati, i cui arti mostravano il bianco delle ossa. Dentro l’ edificio scolastico distrutto trovai qualche  mio compagno ancora in vita, ma incapace di muoversi. Anche i più forti erano accasciati a terra. Parlai con loro e mi dissero che si sarebbero ripresi, ma in realtà tutti sarebbero morti entro poche settimane. Non potrò dimenticare lo sguardo di quegli occhi, nè il suono di quelle voci, mai. Salii sopra la collinetta dietro la scuola . Gli alberi avevano perso il fogliame , la collina verde era diventata bruna. Vi trovai molti studenti, medici e infermiere, e alcuni pazienti fuggiti dall’ ospedale. Erano debolissimi e assetati, gridavano: Dammi acqua, acqua, ti prego. Avevano i vestiti a brandelli, sporchi e insanguinati. La loro condizione era gravissima. Portai giù dalla collina parecchi amici, caricandomeli sulle spalle . Servendomi di un carretto trainato da una bicicletta, li portai a casa. Tutti morirono entro pochi giorni. Alcuni amici morirono con la febbre alta, in delirio. Altri si lamentavano di un malessere generale e avevano diarrea con sangue. In tutte le scuole pubbliche che visitai, trovai moltissimi sopravvissuti portati lì da persone sane. E’ impossibile descrivere l’ orrore di quelle scene. Mi ricordo le voci che gridavano per il dolore e un lezzo terribile. Me lo ricordo come un inferno. Anche tutte queste persone morirono entro poche settimane.

Michito Ichimaru

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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