“70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesia” a Sant’Antonio, libreria Postumia, 15 marzo 2024, #sempredallapartedellapace

Ogni volta dubbi, incertezze, imprevisti. Dalila, una costola rotta per un colpo di tosse troppo forte, il dolore improvvisamente si riacutizza, deve dare forfait. Passano a prendermi due amici, Roberto e Rita, immancabili e arriviamo alla libreria, con un bel quarto d’ora d’anticipo. Non c’è nessuno. Fiato sospeso fino all’ultimo. Tutto normale. Sono diversi ad aver annunciato per un motivo o per l’altro l’assenza. Simone Tansini ha un’iniziativa artistica alla Biffi Arte di via Chiapponi e chissà quanti sceglieranno la presentazione del nuovo libro di Stefano Pareti, ex Sindaco della città. Due chiacchiere con il libraio, poi saliamo al piano superiore, nel salone dove si svolge l’ennesima rap-presentazione. Medaglia d’oro al primo arrivato, Graziano Gessi, amico poeta. Ed ecco Francesco Bonomini che seguirà le mie letture con le sue ballate eseguite all’organetto diatonico. Bene, noi ci siamo. Ed ecco la gente che arriva. Ferrante Trambaglio, ultimo segretario del Partito Socialista piacentino fino al congresso del 1994 che, dopo oltre cento anni di vita e di lotte a favore di chi lavora, ne ha decretato lo scioglimento. Immancabile, Michele Rizzitiello, attuale segretario piacentino di Sinistra Italiana, l’illustratore Marco Vaccari, l’artista Imad Chamali con la compagna Enrica Lisoni, la giovane scrittrice Cristina Balletti che, dopo due libri di fiabe per bambini, presto darà alle stampe il suo primo romanzo. Così, in breve, 15 sedie sono occupate e, considerato che siamo alla terza rap-presentazione con il mio nuovo libro e che la libreria è a Sant’Antonio, periferia cittadina, niente male. Si dà inizio “alle danze” ricordando che sono nato a Fiorenzuola d’Arda, a due anni immigrato in città per il lavoro di papà, prima casa a Sant’Antonio appunto poi via IV Novembre, infine via Dante. Erano tutti campi, era la fine degli anni ’50, a un passo dal boom economico che avrebbe significato il sorgere di gru ovunque, addio campi, trionfo del cemento.

La copertina del libro, illustrazione di Edoardo

Si parte dunque con “Quei ragazzi di Viale Dante, Piacenza anni ’60” e subito dopo “Quand’ero piccolo vivevo oltre il Vallo“, praticamente “Il ragazzo della via Gluck” in chiave locale. Io leggo, Francesco suona, qualcuno applaude ma non c’è tempo, il tempo stringe. Si ricordano i primi amori, “Al banco del pesce sul mercato ho incontrato quella donna che avevo perdutamente amato” e “Fate nere, fate le streghe”. Ma la poesia, dico, è anche e soprattutto fare scelte, decidere da che parte stare. Con chiarezza contro il nucleare che, civile o militare che sia, è sempre pericoloso, fa sempre male. Chernobyl e Fukushima insegnano. Contro un sistema capitalista e neoliberista che sempre più emargina gli ultimi e sfrutta chi lavora, si dà lettura dell’ironica e ribelle “E’ severamente proibito servirsi della toilette durante la fermata in stazione” perché si badi bene, il potere non solo proibisce, ma proibisce se-ve-ra-men-te!!!

Il tempo fugge, inevitabile ricordare che l’Italia ripudia la guerra, ricordate che qualcuno l’ha detto? Quindi come scritto nella 4^ di copertina del libro “Basta armi e No al Genocidio” ma non in senso generico, precisiamo: basta invio armi in Ucraina e non dimentichiamo che il nostro BelPaese nel 2023 ha inviato armi in Israele per 2,1 milioni di euro per cui del genocidio dei palestinesi a Gaza dove, oltre a pochi terroristi muoiono centinaia di inermi civili, anziani, donne e soprattutto bambini, beh, e di tutto questo noi anche se siamo indifferenti, non siamo innocenti. Ed è la volta di “Alpini 1918 (… e venne novembre … ma non bastò)“.

Illustrazione di Edoardo riprodotta nel libro

Non possiamo fare a meno, io e Francesco, di ricordare i giorni dell’incontro con Ser Satanasso, il Covid, i lunghi giorni d’ospedale tra la vita e la morte, poi il post Covid, il long Covid, il virus che, dopo, ti resta dentro, ti resta nell’anima. E gli amici che non sono più. Nelio Pavesi, venuto alle rap-presentazioni suonando al piano, Fausto Chiesa che delle poesie faceva l’analisi critica. “Terapia intensiva“, “Gli spiriti cantavano la canzone della paura“, “Nella stanza vicina“. L’emozione sale e allora tutti al “Bar Santa Rita in fondo allo stradone“, che conclude annunciando che “è giunta alfine l’ora finale, s’abbassa serranda, a casa chi può, gli altri a smaltire al giardino comunale“. Ma non è finita. Il sottotitolo del libro dice “Anni ’70, 70 anni, 70 racconti in versi” ed è inevitabile ricordare quegli anni di sogni, illusioni, quando pensavamo di rivoltare il mondo: “Tram linea 2, attraversa Milano, dal centro ai Navigli” e alla fine a Ferrante Trambaglio par naturale venga suonata la nostra ‘Bella ciao‘ come avevamo fatto nella rap-presentazione in via Roma al 163 con l’assessore alla cultura Christian Fiazza a seguire il tempo battendo le mani e la sala a cantare, come abbiamo fatto nella rap-presentazione al bar Tobruk a BorgoTrebbia con Davide Bazzoni a seguire con dirompente voce tenorile ma stavolta Francesco cambia, propone un canzone della resistenza francese (comunque “ora e sempre la Resistenza è ancora viva, sinistra unita per l’Alternativa“). Così giunge l’ora che la libreria chiuda, qualcuno si alza, qualcuno esce, ma non manca l’estemporanea: Nunzio Delpanno, vecchio compagno socialista ormai ultraottantenne, poeta, intona “la vie en rose“. Saluti a tutti e a tutte, saluto Francesco poi Roberto e Rita mi riportano a casa da Dalila. Alla prossima rap-presentazione, sempre con “70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesia” nel nome della giustizia, dell’equità, della pace.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a ““70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesia” a Sant’Antonio, libreria Postumia, 15 marzo 2024, #sempredallapartedellapace”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.