Sono usciti allo scoperto i cittadini dell’Alta Val Tidone che, come preannunciato martedì 28 novembre (leggi qui), da circa un mese hanno avviato una raccolta di firme su una petizione che chiede chiarimenti sul futuro dell’ospedale di Castel San Giovanni. Forte è infatti la preoccupazione per un temuto depotenziamento della struttura che, con l’avvento di un nuovo ospedale provinciale nel capoluogo, potrebbe essere ridotto a “presidio di prossimità”. Del resto, viene evidenziato, negli ultimi due anni a Castello sono ridimensionati diversi reparti (medicina, cardiologia, anestesia e rianimazione), è in atto il trasferimento della riabilitazione ortopedica a Fiorenzuola e il Pronto Soccorso viene ridotto a Punto di primo intervento con un funzionamento limitato alle 12 ore giornaliere per, in un prossimo futuro, venire ulteriormente trasformato in CAU ovvero Centro di emergenza urgenza per codici bianchi e verdi.
Pronta la replica di Lucia Fontana, Sindaco di Castel San Giovanni (che in realtà risponde ad una recente precedente interpellanza del consigliere di minoranza Carlo Capelli): la riabilitazione ortopedica, ha affermato il Sindaco, resterà a Castello e la chirurgia ortopedica verrà potenziata in virtù di una convenzione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna il cui personale verrà in Val Tidone per chirurgia e riabilitazione ortopedica. Dunque nessun trasferimento a Fiorenzuola? Nientaffatto! Il trasferimento è necessario per consentire alcune ristrutturazioni, ma sarà temporaneo e non definitivo, ha precisato Fontana. Ma non solo. Il Pronto Soccorso resta operativo sia pure nelle sole ore diurne e quanto alla notte subentrerà il CAU (Centro di emergenza urgenza per codici bianchi e verdi) nel quale verrà impegnato personale di emergenza urgenza (che, si spera, sarà personale medico).
Insomma belle promesse che giungono in realtà dal livello regionale con la stessa Fontana che si dichiara fiduciosa sì ma solo “moderatamente fiduciosa” come dire che fidarsi è bene ma con la Regione, il futuro per le strutture sanitarie della provincia nelle menti della Direzione Asl e dell’amministrazione comunale del capoluogo entrambe concentrate sulla realizzazione di un nuovo ospedale nel capoluogo investendo in epoca di tagli e di scarse risorse milioni di euro col rischio che ben poco rimanga a disposizione delle prossimità ovvero per la medicina territoriale e ospedaliera delle periferie.
Non entra in questa disamina l’ex Sindaco Capelli che tuttavia all’insegna del detto che la fiducia è una cosa seria, giudica la situazione con estrema cautela: “troppe volte ci hanno propinato annunci di ogni tipo. Una volta il nostro doveva diventare l’ospedale della donna, un altro un hub di chirurgia plastica, una volta tutto ed il contrario di tutto ma la verità è che oggi è una scatola vuota“.
Parole pesanti alle quali si aggiungono ora le 300 firme già raccolte dai residenti nell’alta Val Tidone che sostanzialmente esprimono analoga preoccupazione e altrettanta richiesta di dibattito pubblico diretto con la Direzione Asl e in proposito ci si domanda se la minoranza consiliare comunale rappresentata da Capelli aderira’ alla raccolta di firme avviata come si usa dire “dal basso” ovvero direttamente da singoli cittadini, oltre e a prescindere da consuete sigle rappresentative di parte.