“Castel San Giovanni deve rimanere un ospedale!” Lo chiedono i cittadini della Val Tidone con una raccolta di firme in corso. Vien da pensare che il futuro con un ospedale unico provinciale nel capoluogo non sia la panacea di tutti i mali, anzi

Questo il modulo elaborato per la raccolta di adesioni in corso in Val Tidone

Parla chiaro il testo del documento elaborato da un gruppo di cittadini (referente Lino Anelli) per riaffermare il bisogno di un ospedale che possa definirsi tale in Val Tidone e non un semplice ‘Presidio di prossimità’ come verrebbe definito nel linguaggio formale dell’attuale Direzione dell’Asl piacentina decisamente orientata, in linea con la Regione e la Sindaca del capoluogo, verso la realizzazione di una nuova struttura a Piacenza (sostituendo, abbattendo e riconvertendo ad uso non sanitario l’attuale Polichirurgico di via Taverna).

In pratica un intervento promosso a livello regionale e confermato dalla dirigenza locale con l’avvallo dei Sindaci della provincia che muove nel senso della costante riduzione della spesa sanitaria (i famosi “tagli” utili di fatto a favorire l’inevitabile ricorso alla sanità privata) con tutti i problemi di qualità dell’assistenza che affliggono i nostri giorni. Basti pensare ai tagli del personale che determinano lunghe liste d’attesa per visite ed esami strumentali o anche per gli stessi ricoveri ‘programmabili’.

Così, viene lamentato, negli ultimi due anni a Castello sono ridimensionati diversi reparti (medicina, cardiologia, anestesia e rianimazione), è in atto il trasferimento della riabilitazione ortopedica a Fiorenzuola e il Pronto Soccorso viene ridotto a Punto di primo intervento con un funzionamento limitato alle 12 ore giornaliere per, in un prossimo futuro, venire ulteriormente trasformato in CAU ovvero Centro di emergenza urgenza per codici bianchi e verdi. In pratica, in caso ad esempio di infarto, il residente specie nelle zone periferiche dovrà essere trasportato in ambulanza fino all’unico Pronto Soccorso della provincia ovvero nel capoluogo.

Un destino che accomuna tutte le strutture ospedaliere della provincia ovvero oltre a Castello, tanto Fiorenzuola quanto Bobbio mentre languono i progetti per un’adeguata rete di assistenza territoriale e domiciliare alternativa.

Ma, concludendo, qualcuno non ci sta e chi firma pretende un incontro confronto comune per comune tra Ausl e popolazione della valle perché “siano ascoltati e riconosciuti quei bisogni che le decisioni di Ausl stanno mettendo in discussione“.

Qualcuno, dai palazzi della politica ufficiale, ascolterà?

Un’ambulanza della Pubblica Assistenza Val Tidone e Val Luretta in piazza a Castello

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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