Ogni villa ha la sua storia, e il suo fantasma d’ordinanza. Solo che, paradossalmente, la seconda vita di “Villa Carenzi”, a Bobbio, in un paesino di nome Piancasale, è cominciata proprio quando sono cominciate a circolare certe storie agghiaccianti. I visitatori, infatti, non mancano, e, anzi, sono cresciuti nell’ultimo periodo. Complice un tam tam sul web, il fenomeno di chi vuole acchiappare il fantasma è schizzato, nei numeri, alle stelle. Le vecchie foto non sono difficili da trovare, perché, come ogni villa ha la sua storia, ogni famiglia ha il suo album di ricordi. E “Villa Carenzi” è lì, gloriosa e indimenticata, con quello stile dittatoriale e imponente, nei quadretti sui tavolini in sala. Tinteggiata di bianco, una perfetta villa per le vacanze, oggi ridotta in rovina. Precisamente, la struttura era una “colonia elioterapica”, della quale rimangono i resti della colonia del 1937, sorta sulle terme di Sant’Ambrogio per sfruttare le sorgenti termali saline della zona. Poi, le leggende sono moltiplicate.
Quindi, due strade. O “Villa Carenzi” torna al suo antico splendore, magari come alberghetto, ora che sono ripartiti i lavori per le terme, oppure, sottolineano gli abitanti, la villa deve essere demolita. Troppa insicurezza per chi la visita, troppi problemi. Troppe paure. E, soprattutto, troppe domande (sono stati realmente uccisi bambini in quella casa? Ci sono stati bombardamenti?). A cui solo un’accurata ricerca storica potrebbe dare risposta.
Elisa Malacalza [articolo pubblicato in Libertà, quotidiano di Piacen za il 6 settembre 2012]