Novità letterarie da Infinitestorie.it (35/12) con un omaggio alle Nozze Americane di Jessica e Fabio, sposi al suon dell’Elvis rock

E’ stato un successo il viaggio organizzato dall’Elvis fan club di Piacenza del Presidente Marco Barabaschi che, con un gruppo di 41 persone, ha attraversato molti Stati americani per trovarsi sulla tomba di Elvis Presley la notte fra il 15 e il 16 agosto nel 35° anniversario della sua morte. Ma sicuramente la sorpresa più bella e meno prevista dai partecipanti a Las Vegas nel Nevada «Enorme luna park nel deserto» dove c’è stata una romantica sorpresa: due coppie del gruppo (Jessica Barabaschi di Piacenza con Fabio e i modenesi Silvia e Carlo) si sono sposate nella piccola Graceland Chapel addobbata di fiori bianchi e rossi. I matrimoni sono stati celebrati da “don Elvis”, l’officiante vestito come Presley, che ha allietato la cerimonia interpretando canzoni di Elvis accompagnandosi con la chitarra. Bellissimo e profondo, raccontano i presenti, il discorso agli sposi. Dunque: tanti auguri a tutti e naturalmente auguri speciali agli amici Jessica, splendida in azzurro, e Fabio.

Per tutti

* Nel nome dello Zio * di Stefano Piedimonte (Ed. Guanda, pp. 249, euro 16,00). Lo Zio è un boss della camorra, lucido, spietato, con un grande talento imprenditoriale. Un leader e un affarista nato, due doti decisive nei Quartieri Spagnoli. Ha però una fatale debolezza: il Grande Fratello. Non si perde una puntata del GF neanche quando è costretto a vivere in latitanza, braccato dall’agente di polizia Woody Alien, così soprannominato per la bruttezza intellettualoide, che potrebbe incastrarlo grazie a un misterioso informatore. Allora i guaglioni dello Zio – i cinque “mostri” Alberto ‘o Malamente, Germano Spic e Span, Sandruccio la Zitella, Pasquale Bruciulì e Biagio ‘o Femminiello – arruolano un “bravo ragazzo” per mandargli un messaggio dalla Casa: il pusher Anthony, ventenne incensurato, ma in compenso lampadato e depilato. Dopo un estenuante addestramento, Anthony riesce a superare il provino ed entra nel cast. E sarà proprio lui a dare il colpo di… scena. Con una scrittura plastica e uno humour paradossale, Stefano Piedimonte ha trovato un modo speciale di raccontare una realtà dura come quella napoletana: restituisce operai e manager del crimine ai loro gesti, ai loro tic, al loro linguaggio, alla loro infernale quotidianità, e proprio per questo li colpisce nel vivo.

* La ragazza dai capelli di fiamma * di Carolina De Robertis (Ed. Garzanti, trad. di Stefania Cherchi, pp. 280, euro 16,40). Buenos Aires, 2001. Perla Correa è sempre riuscita a ingannare tutti quelli che la circondano. Ogni mattina si sveglia e lucida la sua superficie di studentessa modello, bella ragazza radiosa, irreprensibile figlia di buona famiglia. Sua madre è avvolta di bellezza e foulard importati e suo padre è un uomo forte e fiero nella sua uniforme militare perfettamente stirata. Perla è sempre stata considerata molto fortunata ad averli come genitori. Eppure questa è soltanto una maschera che la ragazza indossa per nascondere il dubbio che le si agita dentro, e sul quale invano tenta di chiudere gli occhi. Un dubbio che si nutre di mezze frasi delle compagne di classe, sguardi impauriti dei vicini, libri di storia sui desaparecidos che suo padre le ha tassativamente proibito di leggere. Ma una notte, mentre è sola in casa, un uomo entra nel suo salotto. Sembra disperato e affamato. È lì per raccontarle una storia. Una storia che narra di due ragazzi giovani che si amavano, di pesanti stivali neri che sfondano la porta di casa, di un carcere senza scampo e di un ultimo volo sul Rio de La Plata. E che incendia la vita perfetta di Perla riducendola in fumo. Inizia così un viaggio che la costringe a confrontarsi con la vera se stessa e con la storia più dolorosa del suo paese.

Per gli appassionati del genere “Cultura”

* Le due facce dell’innocente * di Elie Wiesel (Ed. Garzanti, trad. di Giulio Lupieri, pp. 140 euro 17.60). Yedidyah è un giovane giornalista che lavora a New York nella redazione di un quotidiano. La sua specialità è la critica teatrale, è sposato con un’attrice ed è molto ben introdotto nella scena teatrale newyorkese. Nessuno è più bravo di lui nel raccontare i successi effimeri, le glorie dimenticate, il fascino racchiuso nella nascita di una nuova stella e la malinconia che colora il suo crepuscolo. Ecco perché rimane estremamente sorpreso quando il suo capo gli affida un compito molto diverso dal solito: occuparsi della cronaca del processo di Werner Sonderberg, un giovane tedesco residente negli Stati Uniti. È stato accusato dell’omicidio di un suo anziano parente, trovato morto in fondo a un crepaccio nei monti Adirondack. Di fronte al giudice, Sonderberg si è dichiarato “colpevole e non colpevole”, scatenando l’attenzione morbosa di tutti i media. Neppure i più accaniti cronisti, però, riescono a far emergere la verità: quello che pareva solamente un distinto gentiluomo europeo nascondeva molti segreti, riguardanti la sua identità e il suo coinvolgimento nella tragedia dell’Olocausto. Segreti che lui e Werner hanno dovuto affrontare sull’orlo di quel crepaccio. Segreti che lo stesso Yedidyah ha paura di fronteggiare perché lo riportano indietro nel tempo, alla storia della sua famiglia, a una cicatrice che il tempo non ha ancora sanato. E che forse mai potrà sanare.

Per gli appassionati dei generi “Avventura” e “Thriller, Horror, Noir”

* Il cacciatore * di Clive Cussler (Ed. Longanesi, trad. di Annamaria Raffo, pp. 365, euro 17,60). America dell’Ovest, primi anni del Novecento. Lui è “Il Macellaio”, così lo hanno soprannominato i giornali e non a caso: appare dal nulla come un fantasma, rapina le banche il giorno di paga dei minatori e scompare senza lasciarsi dietro né tracce né testimoni. Soltanto una scia di morti. Gli stati dell’America dell’Ovest, dalla California al Texas, dall’Arizona al Montana non sono più al sicuro. Isaac Bell è l’uomo migliore della Van Dorn Detective Agency. Freddo e determinato, il migliore per dare la caccia a un assassino come questo. Solamente Bell può risolvere il caso. Lui, ultimo discendente di una dinastia di banchieri che all’attività di famiglia ha preferito la vita pericolosa ed eccitante del cacciatore di banditi, lui che in un batter d’occhio può estrarre la derringer dal suo cappello e fare fuoco. Basandosi unicamente sul proprio straordinario intuito, Bell inizia le indagini, alla ricerca di una minima traccia, di un piccolo errore del criminale che possa condurre alla sua identificazione. E il bandolo dell’intricata matassa sembra proprio essere un’avventuriera bellissima e senza scrupoli, che si fa chiamare Rose Manteca, una donna che ha già irretito uno degli investigatori della Van Dorn e che sembra molto interessata a sedurre Bell. Forse Rose potrebbe condurli al Macellaio.

 Per gli appassionati del genere “Thriller, Horror, Noir”

* Un mare di silenzio * di Cristina Rava (Ed. Garzanti, pp. 306, euro 16,60). È un freddo pomeriggio di Capodanno, in un paesino dell’entroterra ligure. Ardelia Spinola, genovese, è medico legale. Viene chiamata per un duplice omicidio: due algerini uccisi a fucilate in una casupola di campagna. Uno faceva il pediatra, l’altro era ancora un ragazzo. Poco lontano, mentre si avvicina al suo pick-up, Ardelia trova una chiavetta USB e prima di consegnarla al giudice decide di dare un’occhiata. Quando la apre, trova un testo in arabo. Inizia così un’indagine difficile e molto pericolosa, anche perché Ardelia ama fare di testa sua. Per fortuna a darle una mano, c’è Gabriel, un ottantenne che dalla vita ha imparato molte cose. E poi ci sono le amiche, quelle che arrivano da Genova e quelle che incontra nelle sue avventure. Cristina Rava ci fa scoprire una Liguria inedita, piena di ricchezze segrete, colta nella luce fredda dell’inverno: piccoli borghi, un tempo chiusi su se stessi, ma anch’essi ormai aperti al mondo. È lo scenario ideale per Ardelia, un personaggio femminile di rara simpatia, con le sue manie e le sue passioni: i gatti che vivono con lei, le specialità della cucina locale e di quella etnica, le chiacchiere tra donne, e il suo pick-up Mitsubishi L200, indispensabile compagno delle sue escursioni notturne lungo le strette stradine dell’entroterra.

* Savana padana * di Matteo Righetto (Ed. Tea, pp. 180, euro 10,00). Il Brenta da una parte, il Piovego dall’altra. Due corsi d’acqua stringono a tenaglia una terra piatta umida e tignosa dove l’afa d’estate è mortifera. Tra queste campagne c’è San Vito. Una chiesa, tre condomini e qualche villetta su una strada lunga e dritta che spacca in due l’intero paese. Con un bar da una parte e uno dall’altra. In mezzo, cinesi, zingari, una banda scalcinata di delinquenti locali, una statua di Sant’Antonio e un carabiniere che crede di sapere il fatto suo. “Savana padana” è un irresistibile “western” teso, graffiante, crudo e ambientato in una landa perduta del Nordest di oggi; un romanzo che gioca con i dialetti, i colori, il sangue e le corrotte geometrie umane e sociali di una terra epica.

* Stephanie ammazza 7 * di Janet Evanovich (Ed. Salani, trad. di Andrea Carlo Cappi, pp. 302, euro 16,00). Il compito di Stephanie questa volta è proprio semplice: ripescare il latitante Eddie DeChooch, accusato di contrabbando di sigarette dalla Virginia. Eddie è ormai quasi in pensione, ma non ha perso le buone abitudini e la sua scomparsa scatena l’inferno. Molto presto Stephanie deve destreggiarsi con un cadavere crivellato di colpi nel giardino del latitante, due amici scomparsi e nessuna idea di come risolvere il caso. A complicare la situazione, già piuttosto difficile di per sé, ci si mettono la scoperta che perfino Nonna Mazur ne sa più di lei su Eddie e i suoi loschi traffici, le minacce di un mafioso locale e la proposta di matrimonio da parte di Joe Morelli. Forse Ranger potrebbe darle una mano, ma Ranger è disposto ad aiutarla soltanto se Stephanie finalmente si deciderà a dargli quello che lui desidera ardentemente. Tempi davvero duri per la cacciatrice di taglie più sexy e famosa d’America.

* Una donna non dimentica mai * di Jerker Eriksson e Hakan Axlander Sundquist (Ed. Corbaccio, trad. di Umberto Ghidoni, pp. 504, euro 17,60). Il commissario della polizia di Stoccolma Jeanette Kihlberg sta indagando sulla morte di alcuni giovani immigrati, quando si trova a dover risolvere un caso ben più “importante” per la sua risonanza mediatica: l’assassinio brutale di un uomo d’affari noto per le sue attività filantropiche. Jeanette si rivolge all’amica Sofia Zetterlund, psicologa e profiler dalla personalità complessa e ambigua che, mentre collabora con la polizia, tenta disperatamente di liberarsi dai fantasmi del suo passato. Intanto, tra Svezia e Danimarca, una serie di omicidi raccapriccianti sembra far emergere uno spietato disegno di vendetta. Le indagini condotte da Jeanette Kihlberg riportano lentamente alla luce un passato oscuro e in apparenza indecifrabile: chi è davvero Victoria Bergman, e perché è letteralmente scomparsa nel nulla? Cos’è accaduto venticinque anni prima al liceo di Sigtuna, e che ha segnato in modo indelebile la vita di alcune studentesse di allora? E di cosa si occupa la misteriosa fondazione che fa capo all’istituto? Chi sta cercando di coprire il pubblico ministero von Kwist? Come se non bastasse, il commissario Kihlberg deve affrontare i problemi della vita di tutti i giorni: il divorzio, un figlio difficile, una relazione sentimentale pericolosa.

Per gli appassionati del genere “Sentimenti”

* Le parole del nostro destino * di Beatriz Williams (Ed. Nord, trad. di Elena Cantoni, pp. 459, euro 17,60). Amiens, Francia, 1916. Incurante della pioggia battente, una donna è in attesa fuori della cattedrale. Tra i fedeli raccolti in preghiera, c’è il capitano Julian Ashford, l’uomo per cui lei ha sacrificato ogni cosa e che tuttavia non rivedrà mai più. Quando tornerà in trincea, Julian morirà. Ma lei è lì per riscrivere il loro destino. Il nome della donna è Kate… New York, oggi. Incurante del gelo, una donna è in attesa davanti alla porta di Julian Laurence: sebbene sia la vigilia di Natale, deve consegnargli documenti urgentissimi. I due si sono conosciuti il giorno precedente, eppure, quando lei entra in casa, lui si comporta come se l’aspettasse da sempre, come se l’amasse da sempre. Ricambiare quell’amore le sarà facile: Julian è uno degli uomini più ricchi e affascinanti di Manhattan, è romantico, appassionato, intenso. Per qualche mese, la vita diventa un sogno da cui non ci si vorrebbe svegliare mai più. Ma poi, dal nulla, spunta un libro: la biografia di Julian Ashford, un prezioso volume corredato di foto e di lettere scritte dal celebre poeta-soldato durante la Prima guerra mondiale. La donna non ha dubbi: la calligrafia elegante e ordinata, gli occhi gentili, il volto che s’intravede sotto il berretto sono del “suo” Julian. E quel libro sta per segnare il loro destino. Il nome della donna è Kate… In un turbine di sentimenti e di misteri, di speranze e di passione, “Le parole del nostro destino” racconta la storia di un amore vero, un amore unico, un amore eterno.

  Per gli appassionati del genere “Storico”

* Roma. La spia dell’imperatore * di M.C. Scott (Ed. tre60, trad. di Gianluigi Zuddas, pp. 508, euro 9,90). 63 d.C. In una placida notte senza luna, le fredde e nere acque della Manica conducono in porto un vascello senza insegne. Sul molo sbarca Sebastos Pantera, una spia reduce da una lunga missione in Britannia, che lo ha profondamente segnato sia nello spirito sia nel fisico. Ma non è tempo di riposo. Ad attenderlo c’è il suo mentore, Seneca, che lo porta subito al cospetto dell’imperatore. Giunto in Gallia per assistere a una corsa di quadrighe, Nerone è infatti impaziente d’incontrare in segreto il suo miglior agente per rivelargli l’esistenza di un’oscura quanto minacciosa profezia: Roma sarà avvolta dalle fiamme e brucerà in cenere, annientata dalla sua abissale depravazione. Allora il Regno del Cielo si manifesterà com’è stato promesso. Terrorizzato all’idea che qualcuno stia tramando contro di lui, l’imperatore ordina quindi a Pantera di scoprire l’origine di quel testo misterioso. All’abile spia non resta dunque che piegarsi al suo volere e assumere una nuova identità, infiltrarsi tra le fila dell’esercito sui campi di battaglia e tra i circoli di potere nei palazzi della capitale, e chiarire un enigma che potrebbe nascondere una rete d’inganni, intrighi e tradimenti in grado di annientare il cuore stesso dell’impero. Il destino di Roma è nelle sue mani.

Per gli appassionati del genere “Storie vere”

* Il corridore * di Marco Olmo e Gaia De Pascale (Ed. Ponte alle Grazie, pp. 138, euro 12,50). All’inizio di questo racconto c’è un uomo che si guarda allo specchio e si chiede: “Sono davvero io quel vecchio lì?”. Il suo corpo non nasconde affatto il peso dei suoi sessantatré anni. Nessuno direbbe mai che ha la stoffa del campione. Del vincitore che non ti aspetti. E non in uno sport qualunque, ma nell’ultratrail, una disciplina estrema che significa decine, centinaia di chilometri di corsa sui terreni e nei climi più impervi, sulle Alpi o nei deserti. Marco Olmo è stato boscaiolo e camionista, infine operaio per ventun anni in una grande cementeria della provincia piemontese. Poi, all’improvviso, è iniziata la sua straordinaria avventura di corridore. Apparentemente un po’ tardi per la sua età. Ma Olmo viene dal “mondo dei vinti”, dal mondo delle montagne sconfitto dalla civiltà industriale. La sua traiettoria è ben di più di un eccezionale exploit sportivo, è un’occasione unica di riscatto, una vittoria profondamente umana. È da lì che il corridore distilla, misura lentamente la sua forza. Marco Olmo si guarda allo specchio, si conta le rughe. “Quel vecchio lì”, magro e capace di sopportare fatiche immani, non ha intenzione di fermarsi, e già immagina la prossima gara.

* I bambini di Torey Hayden * di M. Marlowe e T. Hayden (Ed. Corbaccio, trad. di Davide Cavagna, pp. 336, euro 19,90). Per anni Torey Hayden ha insegnato in classi speciali e a bambini “difficili”: da questa sua esperienza sono nati alcuni fra i suoi racconti più belli. In questo libro, Torey Hayden si rifà alle sue storie e le utilizza per inquadrare le relazioni con i bambini e i ragazzi e, insieme a Mike Marlowe, professore universitario che si occupa di formazione degli insegnanti, analizza quello che col tempo è diventato un vero e proprio metodo di insegnamento. Insegnanti, studenti, genitori e figli ritroveranno negli esempi contenuti tutta l’umanità e la passione che la Hayden ha profuso nei suoi libri e uno strumento fondamentale per impostare un rapporto basato sull’amore, sulla comprensione e sul rispetto reciproci fra adulti e bambini – difficili, problematici, disturbati – ma soprattutto, semplicemente, “bambini”.

Per gli appassionati del genere “Ragazzi”

* La principessa istamina * di Erik Orsenna (Ed. Salani, trad. di Francesco Bruno, ill. di Adrienne Barman, pp. 118, euro 11,00). Si chiama Istamina e ha undici anni. Di lei si dice: che è carina (non c’è nessun dubbio) e che è insopportabile. Ma Istamina qui protesta: “Il fatto è non tollero quello che non è tollerabile. Ad esempio: la gente che puzza, quelli che dicono le bugie, le persone troppo depresse, quelli che si mettono in gabbia da soli e quelli troppo felici per osare. Perché mi chiamano Istamina? Perché non sopportando quasi niente, sono allergica a tutto. Tranne all’amore, ai sogni e alla libertà, ovvio!”. Divertente come un giro sulle montagne russe, ecco un romanzo zeppo di quelle cose meravigliosamente incasinate che fanno di noi ciò che siamo.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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