Ogni villa ha la sua storia, e il suo fantasma d’ordinanza. Solo che, paradossalmente, la seconda vita di “Villa Carenzi”, a Bobbio, in un paesino di nome Piancasale, è cominciata proprio quando sono cominciate a circolare certe storie agghiaccianti. I visitatori, infatti, non mancano, e, anzi, sono cresciuti nell’ultimo periodo. Complice un tam tam sul web, il fenomeno di chi vuole acchiappare il fantasma è schizzato, nei numeri, alle stelle. Le vecchie foto non sono difficili da trovare, perché, come ogni villa ha la sua storia, ogni famiglia ha il suo album di ricordi. E “Villa Carenzi” è lì, gloriosa e indimenticata, con quello stile dittatoriale e imponente, nei quadretti sui tavolini in sala. Tinteggiata di bianco, una perfetta villa per le vacanze, oggi ridotta in rovina. Precisamente, la struttura era una “colonia elioterapica”, della quale rimangono i resti della colonia del 1937, sorta sulle terme di Sant’Ambrogio per sfruttare le sorgenti termali saline della zona. Poi, le leggende sono moltiplicate.
«Dicono che a causa dei bombardamenti dell’ultima guerra mondiale questa casa fu rasa al suolo con i bambini all’interno – racconta un visitatore arrivato da Brescia -. Alcuni amici mi hanno raccontato che, una volta entrati, sono stati assaliti da un freddo molto strano. Sulle pareti, strani disegni, tra cui una persona crocefissa con la testa di un gallo e bambini che facevano il girotondo. Dicono che, una volta arrivati alla villa, di sera, i vetri si appannano e compaiono sulle auto le manine dei bambini (questa testimonianza ci è stata confermata anche da un residente, ndc) ». L’allarme, a Bobbio, più che per i fantasmi (anche se un gruppo di operai giura di aver sentito grida di bambini provenire dalla casa, mentre sistemavano la strada, poco tempo fa), riguarda il rischio di sette, anche considerato il fatto che, tempo fa, sarebbero state ritrovate galline sgozzate. «Ma perché nessuno storico, nemmeno locale, ha mai confermato l’uccisione di questi bambini? – chiede uno scettico intervenendo in un dibattito sul web -. Il via vai di visitatori genovesi, pavesi, milanesi, cremonesi, lodigiani, bresciani, parmigiani è continuo. Nel 2003, ha già ceduto un balcone, la scala per il piano di sopra è in parte ceduta e il tetto non sembra in buono stato. I rovi sono cresciuti a dismisura».
Quindi, due strade. O “Villa Carenzi” torna al suo antico splendore, magari come alberghetto, ora che sono ripartiti i lavori per le terme, oppure, sottolineano gli abitanti, la villa deve essere demolita. Troppa insicurezza per chi la visita, troppi problemi. Troppe paure. E, soprattutto, troppe domande (sono stati realmente uccisi bambini in quella casa? Ci sono stati bombardamenti?). A cui solo un’accurata ricerca storica potrebbe dare risposta.
Elisa Malacalza [articolo pubblicato in Libertà, quotidiano di Piacen za il 6 settembre 2012]