“Via Lusardi e dintorni”, ricordi di Maria Vittoria Longeri, edizioniLir

Un romanzo di vita, un diario del vissuto in un quartiere di periferia di una piccola città, Piacenza. Non avrà grandi fortune, forse, questo libro se non tra quanti nati negli anni cinquanta hanno vissuto un’epoca ormai dimenticata fatta di personaggi che oggi possiamo definire leggenda, fantasmi che bisogna aver conosciuto altrimenti possono sembrare niente altro che frutto di fantasia. Il padre, ferroviere, che andava a lavorare a qualche chilometro di distanza in bicicletta, non era neanche nell’immaginario la possibilità di una moto, di una vespa. Così il padre, quando non era di turno, ne approfittava per portare i figli a scuola, regolarmente sulla canna della bicicletta. Oppure andava a prendere il ghiaccio per il mobile che fungeva da frigorifero. Si giocava in cortile, erano vere e proprie torme di ragazzi e ragazze. C’era, tra i ragazzi, chi litigava volendo primeggiare, essere il capo e toccava a qualche ragazza fare da paciere tra i due rivali. Si tagliavano fogli a strisce che venivano arrotolate intorno al pollice destro, si tiravano formando un lungo cono, si incollava la punta con la saliva. Erano i piriò, i pirioli, veri e propri proiettili da inserire nelle cerbottane e dare il via a terribili battaglie campali. Ociu mulassa c’ariv a caval, altro gioco divertentissimo, altroché passare ore ed ore nella solitudine di una stanza a giocare a video giochi alienanti! Figure, si diceva, che ormai non sappiamo neanche immaginare, come al muleta, l’arrotino, che si presentava nella strada due o tre volte l’anno: “Donne correte, è arrivato l’arrotino!”. D’estate arrivava il carretto del gelataio e alla sera? Bisognò aspettare il 1960 per l’arrivo in casa del televisore, un apparecchio grande, largo e profondo, con ben sei tra tasti e manopole da manovrare, tecnologia avanzatissima. In realtà Maria Vittoria è nata due anni prima che a mia volta vedessi la luce ed entrassi in quel mondo che fu la mia infanzia e la mia gioventù. Non so cosa i miei figli oggi circa trentenni potrebbero pensare e provare se mai leggessero questo libro. Io ho rivissuto i miei primi anni  in quella che era ed è tuttora la mia città. Emozionante. A tratti commovente. Talvolta nostalgica. Insomma, grazie Maria Vittoria.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.