Ultima cena da Gigi ammirando la street art, il pullmino degli Hippies di ieri e la nostra Panda blu di oggi, l’aperitivo quello africano e quello fresco col vento, la Monaca che ci saluta ed é già l’ora di partire: non é un addio, Monza, ma solo bye, bye.

Il muro in viale Regina Margherita di Savoia a Monza, dirimpetto al ristorante Gigi

Ultime ore in quel di Monza e soprattutto ultima cena, al ristorante da Gigi, due passi dal nostro albergo, l’Hotel de la Ville, praticamente a ridosso del parco di Villa Reale. Con un dettaglio che, per noi abituali ammiratori di tutte le forme dell’arte, non può non evidenziarsi. La presenza di espressioni di street art, ovvero opere di giovani artisti anonimi che genericamente di notte, armati di bombolette spray, lasciano artistici messaggi al mondo intero ‘lavorando‘ sui muri della città. Beh, si dirà, in fondo niente di straordinario: in tante città seguendo l’esempio di Bansky i giovani si esprimono così. Vero e infatti così sarebbe anche a PIACENZA dove, da qualche tempo, appaiono emoticon normalmente piangenti dove magari si distrugge del verde per realizzare palazzine residenziali oppure l’ennesimo supermercato. Autori reoconfessi i ragazzi del ‘Laboratorio Popolare della Cultura e dell’Arte”. Ma, tra i muri di Monza e i muri di Piacenza, c’è una differenza sostanziale: le espressioni di street art nella cittadina brianzola restano, a Piacenza vengono cancellate nel giro di una notte: NON SI DISTURBA CHI CEMENTIFICA.

Monza: il ricordo di tempi andati

Sarà che, con l’avanzare dell’età, ci si sente sempre più legati ai ‘tempi che furono‘, quelli che chiamiamo ‘i nostri tempi‘ che per tutti son ‘quelli che non ci sono più‘. ‘Fantastici‘, ‘allegri‘, ‘quelli dove si facevano casini che nessuno dimentica più‘ e che soprattutto chi è venuto dopo manco se li sogna. In altri tempi il tempo della gioventù di ciascuno di noi. Bene. Quindi, visto in esposizione il modellino del buon vecchio pullmino Wolkswagen, quello degli Hippies, del tempo di Woodstock, delle vie del rock, dei concerti al parco Lambro, a Zerbio, a Misano mare, gli anni del fate l’amore non la guerra, delle prime ragazze in in spiaggia in topless, quello che al massimo andava a 90 km/ora, beh, potevo non acquistarlo? 8 € e rotti, subito esposto sul cruscotto della nostra attuale Fiat Panda. Piccola, brillante, blu, mai stata un mito ma che ieri come oggi e meno di domani “la serva PANDA’ dapartut“.

Nell’attesa dell’aperitivo nel giardino dell’Hotel de la Ville con lo stormir delle foglie mosse dal vento

Così arriva l’ora in cui son chiusi i bar e pian piano si spegne la città. Ultima notte in un albergo da sogno, ricordando le emozioni di un soggiorno ricco di stimoli da parte di una Monza generosa: dalla mostra nella splendida monumentale Villa Reale, alla visita nella Cappella di Teodolinda con la visione della storica Corona ferrea, reliquia che secondo la leggenda conteneva i chiodi della passione di Gesù e che ha incoronato molti Re d’Italia a partire dai Longobardi, da Federico Barbarossa, da Napoleone Bonaparte. E ancora i dipinti alla Casa degli Umiliati dedicati al lavoro nei campi nella Brianza dell’Ottocento ma soprattutto quei due aperitivi: l’uno, rinfrescante, in piazza Duomo tra turisti – e turiste – di passaggio in un giorno di sole e calore implacabile, l’altro nel giardino dell’Hotel de la Ville nell’unica miracolosa oretta di vento a godere del fresco. Forse dono gentile per i due turisti da parte di lei, l’onnipresente nelle contrade della città Monaca di Monza.

Ogni donna la sua borsa a spalla o a tracolla

Così alfin concludendo, c’è ancora il tempo per un salto in piazza Duomo, il saluto definitivo (almeno per ora) all’Hotel de la Ville con il gentilissimo personale preposto molto attento ai nostri desiderata, un ciao ciao al parco e alla Villa Reale con una garanzia: torneremo ad ottobre, quando al Belvedere aprirà la prossima mostra: dai mostri giapponesi si passerà alle streghe che, con le loro magie, ammaliavano le genti dei villaggi e dei paesi europei. Come quella strega che – come qualcuno dice – starebbe sul Vesuvio in compagnia di Gennarino, mitico corvo dalle penne nere e il becco giallo. Dopodiché bastano pochi minuti, eccoci alla nostra Pandina blu, acqua minerale, aria condizionata a balla, pieno (nonostante i rincari per la scellerata inutile scelta di Draghi di boicottare la Russia per l’invasione Ucraina) di GPL e di benzina, imbocchiamo la SS527 e via, si va.

Ciao Monza, bye, bye

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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