“Sul Bellagio Express Train, tra suntuose ville, panorami mozzafiato e gioiose signorinelle, poi sul Lungolago a Lecco in alto sulla ruota panoramica, ci ritroviamo bambini canticchiando in brasileiro viva la vida!”

Bellagio Express Train

Sono tanti gli amici e le amiche (e non solo) che hanno seguito le mie diciamo vicissitudini. 88 giorni di ricovero ospedaliero molti dei quali tra la vita e la morte nel 2020, altri ricoveri e soprattutto 21 giorni in malattie infettive nel 2021, infine un lungo periodo di riabilitazione e recupero che dura a tutt’oggi. Ma non solo: rifletteva qualche giorno fa un amico a sua volta passato attraverso la disavventura dell’infezione da Covid-19 che comunque, anche se sopravvissuto, ti cambia la prospettiva di vita. Prendi consapevolezza, considerata anche la nostra età (nel mio caso per quanto ARZyllo pur sempre sessantottenne) che non siamo eterni, che il buio finale comunque sta dietro l’angolo.

Bellagio Express Train: un percorso che si snoda tra ville superbe e panorami mozzafiato

Così in qualche modo ripassi la tua vita, gli episodi importanti, quelli felici, i successi, le anomalie, le occasioni perse, il rammarico per quanto è finito male. E ti domandi quanto sarebbe bello tornare bambino, riavere l’innocenza, la spensieratezza del tuo essere fanciullo, quando in sala mi sono nascosto sotto ad un mobile e tutti mi cercavano ma io tranquillo mangiavo l’uovo di Pasqua di cioccolato nonostante la festa fosse ancora lontana e la mamma avesse dichiarato – ciabatta in mano – l’assoluto divieto di toccarlo. Bene, qui a Bellagio niente cioccolato anche considerato il caldo che, pena mal di pancia, ne sconsiglia il consumo. Del resto, ora come allora. Con la differenza che oggi, ragionando col senno del poi, dell’età avanzata, senza l’incoscienza dell’infanzia, per negarsi al cioccolato non serve il ricordo della sgridata successiva e del mal di pancia successivo sopportato in silenzio.

A Bellagio dunque, niente cioccolato. Ma come negarsi il piacere di salire in vettura sul Bellagio Express Train confessandosi, nonostante il tempo passato, ancora ridente fanciullo almeno nell’anima?

Ville superbe, panorami mozzafiato, vicoli suggestivi e soprattutto belle signorinelle che fanno allegria alla vista con un pizzico di nostalgia per gli anni ormai lontani della gioventù quando la vita era in rosa e azzurro.

Così la mente va a quella ragazzina capelli chiari e capottino bianco. Avevamo chissà, forse sette anni, a scuola allora erano impensabili classi miste ma avevo la fortuna che lei stava nell’aula di fianco alla mia e tutte le mattine ci incontravamo per depositare il cappottino, la sciarpa e la cuffietta. Per lei tutto ora bianco, qualche volta rosa.

Allora andavo a scuola a piedi, percorrendo i 700 metri dello Stradone Farnese da casa mia alla Scuola Giordani. Poco prima del semaforo stava un negozietto di alimentari dove compravo la ‘veneziana’ per l’intervallo e qualche volta aggiungevo una caramella che poi, quando suonava la campanella e tutti si usciva in corridoio, offrivo a lei. E lei, spesso, mi portava un fiore che prendeva nel suo giardino o nei vasi di casa. Insomma, il tempo dei sogni.

Ma come il trenino gira e cambia percorso, così un giorno quella bambina coi capelli chiari e gli occhi blu mi disse che il babbo era stato trasferito, che a fine settimana cambiavano città. “Ma io quando diventerò grande tornerò a trovarti“, disse dandomi un bacio rigorosamente sulla guancia. “Ed io terrò un vaso di caramelle ancora per te per quando verrai“.

Era il tempo delle mele. Non ricordo se ho mantenuto la promessa di tenere quel vaso di caramelle. Forse alla fine come anni prima mi ero mangiato l’uovo di cioccolato forse anche le caramelle me le sono mangiate in solitudine e di quella ragazzina non ho più saputo nulla, non ricordo nemmeno il nome, semplicemente la vita è passata oltre.

Ecco, quel che alla fine conta: che la vita giri e passi oltre, vada avanti come appunto il Bellagio Train Express giunge all’ultimo giro, signori si scende. No, non prendo per mano Dalila perché come effetto post Covid ancora ho dolori muscolari al polpaccio, devo camminare con un bastone badando all’equilibrio ma passo dopo passo ci si avventura nelle vie dello shopping e inevitabilmente… trovo il modo di far sorridere gli occhi di Dalila, la mia compagna dagli occhi blu.

Così ci ritroviamo bambini sotto il caldo sole di Bellagio, l’azzurro del cielo e del lago, a passeggiare lungo il viale sorridendo del viaggio sul trenino. Peccato non ci sia anche una giostra con un bel cavallino che gira, che gira e va. Ma la giornata non è finita….

Ore 17.15, dopo una buona mezzora in coda stretti dalla massa di turisti, chi con la mascherina, chi sfidando il destino, in attesa del battello per il ritorno giunge l’ora dell’imbarco e poco dopo le 19.05 eccoci di nuovo a Lecco, giusto in tempo per raggiungere un ristorante pizzeria sul lungo lago e alla fine, ormai sceso il buio della sera, riprovare, dopo anni ed anni, a salire su una ruota panoramica insieme ai ragazzini e a qualche mamma con i suoi bambini. La vita, la vita che riprende, la vita che va avanti. Buona parte del futuro sta ormai alle spalle ma in quella fetta di cui ancora abbiamo diritto ne facciamo tesoro da quel punto più alto dal quale ammiriamo le luci di un paese che sembra incanto. Come un canto brasileiro, viva la vida.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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