“Storia del pinguino che tornò a nuotare”, romanzo di Tom Michell, Garzanti editore

Immaginate di trovarvi in autostrada e notare un cane abbandonato da qualche famiglia vacanziera. Magari ferito, col pelo arrossato, forse urtato da qualche automobilista inviperito per il bozzo rimasto lateralmente sul muso della Fiat 500 L nuova di zecca. Niente di più facile, se siete sensibili, che vi fermiate, vi avvicinate con qualche cautela, vi lasciate conquistare dagli occhi pesti coi quali Rocky (perchè ovviamente già gli avete dato un nome) vi guarda, non esitate a caricarlo in auto adagiandolo sul sedire posteriore, ve lo portate a casa e nulla vi separerà finchè, dopo un tempo adeguato, morte non intervenga. Bene, tutto facile e in fondo scontato. Ma immaginate invece di essere un giovane inglese arrivato in SudAmerica per un incarico di insegnamento in un noto college. Naturalmente, prima del debutto in aula, non vi negate un salto a conoscere una spiaggia di quelle che ti fanno sognare cullato dal vento che dolcemente soffia dal mare con la salsedine che rinfresca i polmoni. Ebbene, sulla spiaggia di Punta del Este, in Uruguay, trovi centinaia di pinguini coperti dal nero del petrolio arrivato con le onde dal largo mare dove una vecchia carretta marina non ha retto oltre i troppi viaggi da un porto all’altro. Centinaia di pinguini naturalmente morti: il petrolio fuoriuscito in mare non lascia scampo. TI chiude i pori, la pelle non respira più e lentamente il fato si compie. Tutti morti, tranne uno, comunque morente. Che fare? Immaginiamo decidiate di soccorrerlo, lo caricate in moto, lo portate con voi in collegio nell’alloggio che vi è garantito e, incredibilmente, riuscirete a salvarlo. Ovviamente lo riportate a mare ma lui, di tornare in acqua, non ci pensa proprio, non sa più nuotare. Non vi resta che dargli un bel nome, Juan Salvado, imparando come si fa, con un pinguino. perchè col cane dell’autostrada ce la sbrighiamo tutti ma con il pinguino come si fa? Non resta che leggere il romanzo-diario di Tom per talvolta commuoverci, altre volte sorridere e naturalmente immedesimarci e, in fondo in fondo, invidiarlo un poco Tom il fortunato che ha vissuto un’esperienza indimenticabile.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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