“Al servizio di chi mi vuole”, romanzo di Giorgio Scerbanenco, Garzanti Elefanti

L’approccio ad un libro di Scerbanenco è sempre garanzia dibuona lettura. In questo caso ci troviamo di fronte ad Ulisse Ursini, marcantonio di parà alto due metri, alle prese con la decisione dei superiori di non approvare la rafferma. Motivazione? Insubordinazione, eccesso d’amore per le minorenni, violenza? No, niente affatto, ‘semplicemente’ un piccolo incidente che ha causato una leggera lesione all’orecchio sinistro.Quindi addio aereoporto di Pisa, amici e colleghi, addio alla divisa, addio alla passione, il lancio col paracadute simulando il combattimento. Il guaio è appunto questo: che Ulisse non sa fare altro, che per lui la  divisa è questione di cuore ed anzi di sangue. L’importante sono i valori per i quali combattere e da difendere. Tornato mestamente a Milano, per una serie di casi fortuiti conoscerà quel gruppo di cubani (siamo negli anni sessanta) che programmano l’assalto a Fort Marianna, in Florida, un deposito di armi dell’esercito a stelle e strisce. Prese le armi dovranno portarle fino al mare, caricarle su una nave in attesa, superare il confine delle acque territoriali, sbarcare a Cuba per armare l’esercito dei rivoltosi contro la dittatura. Lui, Ulisse, dovrà lanciarsi da un piccolo biplano da turismo, scendere all’interno del forte, fare prigioniera la piccola guarnigione addetta alla sicurezza, riuscire ad aprire il grande cancello di accesso al cortile e alle grotte dove sono custodite centinaia di armi. Tutto qui, molto semplice, vero? Eppure, incredibile, Scerbanenco riesce a dipanare la semplice vicenda in ben 258 pagine con un susseguirsi di colpi di scena assolutamente avvincenti. Perchè quando uno scrittore è un Maestro non finisce mai di stupirti, ti sa prendere per mano pagina dopo pagina in una lettura senza sosta. Impareggiabile.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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