Sogni dautore: Carmelo Sciascia, artista, pittore, incontro alla festa di Mortizza per un sogno di sinistra (parte 2^)

[ Carmelo Sciascia dona un quadro alla poetessa Bruna Milani ]

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Ultime note delle ballate di Francesco, ultimi versi nell’aria recitati da Tiziana, chiudo il libro poetico pargol del cor in sul finir dell’undicesima rap-presentazione, festa per l’Unità della Sinistra, Mortizza, ottobre 2007.

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Un tizio over cinquanta ma fisico giovanile, vestito di jeans, seduto attento per tutta la serata, m’avvicina, “ma tu come le conosci le donne di Mortizza, eri forse innamorato d’una di loro?”.

Mi si presenta così Carmelo Sciascia, per scoprire che il mondo è piccolo, che la poesia e il libro poetico pargol del cor sono uno strumento straordinario, un mezzo per giungere a contatto con altri mondi, mondi diversi che, in questo caso, a mia insaputa fan parte del mio mondo.

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Nato in Belgio, studi ad Agrigento, laureato filosofo a Palermo, insegnante, quindi ferroviere a Piacenza, oggi artista, pittore con residenza a Mortizza, zona golenale, a due passi dal grande placido fiume che attraversa la pianura diretto verso il mare. Per arrivare nella frazione puoi passare sull’argine, qualche chilometro oltre la città, tra centrali idroelettriche, boschine, ponti avveniristici destinati all’alta velocità ferroviaria, baracche di legno per la pesca, pontili per qualche barcone, cave di ghiaia e sabbia, il depuratore al servizio della città, la ciminiera dell’inceneritore, qualche auto tra le frasche dai movimenti ondulatori sospetti.

I mesi legati alla pubblicazione delle mie poesie, l’affermazione pubblica del mio proporre poesia, del mio essere poeta, le uscite, le esternalizzazioni, mi hanno regalato esperienze, contatti, rapporti impareggiabili. Un poeta, dice una mia poesia, mente strana, bambino, ingenuo come mi ha definito Ivano Tagliaferri nella introduzione. Pericoloso, bisogna guardarsene perché non è normale, cammina sulle nuvole, mente sciocca, ragazzino, ruba l’anima. Sogna.

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In un mondo fatto di realismo che poi fa rima con opportunismo, aziendalismo, arrivismo, un mondo che sembra aver dimenticato poesia ma invero, forse, questa è la mia esperienza, nell’ombra oltre le sfavillanti luci dell’apparenza, sono in tanti a sognare di avere ancora sogni, sono in tanti ad aver bisogno di poesia, sono in tanti ad avvicinarsi ai poeti.

Carmelo non ha acquistato il libro poetico pargol del cor, sostenendo che, visto l’annuncio dell’imminente uscita del prossimo secondo libro amor sens confin, è ormai quello da acquistare. Intanto mi ha rivelato che, di me, del mio passato, sapeva tutto fino ad un certo punto. Fino a quando ha lavorato con babbo Fabio, ferroviere capotreno, suo collega e ogni babbo si sa passa le ore a raccontar di gioie e dolori venuti dal figlio.

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I miei amori giovanili, l’impegno politico, gli studi fino ad un passo dalla laurea, la laurea, la borsa di studio a Torino, il lavoro in Fiat a Modena. Poi venticinque anni or sono per babbo Fabio è scoccata l’ora della pensione ed anche Carmelo ha lasciato la ferrovia dedicandosi a tele e pennelli, ha perso di vista babbo Fabio, i suoi racconti, il progredire della vita di quel figlio, “non ho mai saputo che facevi poesia, per questo ero curioso di sentirti”.

Curiosità che s’intrecciano, perché il mondo alfin è piccolo piccolo. Anche per babbo Fabio, quando nel 2004 uscì sul quotidiano locale la notizia che avevo vinto un concorso di poesia a Napoli, fu grande sorpresa: “non avrei mai immaginato che mio figlio scrivesse poesie”.

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Similitudini, curiosità. Finito lo spettacolo, conclusa la recita, una stretta di mano e Carmelo se ne va, torna a casa, il poeta si sposta alla cassa della festa mentre arriva babbo Fabio con mamma Maria: “dimmi, babbo”, “lasagna per me, tortelli per mammà”, “da bere acqua minerale?”, “va bene caro figlio”, “allora in tutto fan dieci euro”.

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Per sostenere il sogno, d’un mondo giusto, equo, solidale, diverso dal mondo dell’individualismo, dell’arraffa tu che arraffo anch’io, e per questo, per i sogni anche i babbi e le mamme pagano. Con saluto e omaggio all’amico Carmelo, artista, pittore, filosofo, a suo modo poeta, uno di quelli dei sogni.

 

Tutti i dipinti sono presenti, con altri, nel sito www.carmelo-sciascia.com

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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