Nuove uscite letterarie: informazioni da Infinitestorie.it (2/2008)

Per gli appassionati del genere “Cultura”
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* La mia casa di campagna *

di Giuseppe Comisso

(Ed. Longanesi, pp. 296, euro 18,60)

 La prima edizione di questo libro apparve nel 1958. Vi sono raccolte pagine scritte in un lungo arco di tempo e in parte trasfuse da opere come “Felicità dopo la noia”, “Capricci italiani”, “Un gatto attraversa la strada”. Sono storie che compongono un capitolo di quel “romanzo dei sentimenti” che Comisso scrisse lungo tutto il suo percorso di artista felicemente tormentato: vi è l’incanto di certe morbide sere d’estate, il sogno frammisto al bisogno, un’allegria fatta di piccole cose ormai diventate un ricordo lontano; e vi è, soprattutto, la “meraviglia visiva” di cui parlò Montale e che potrebbe essere considerata una sorta di icona per definire il mondo di Comisso.
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Per gli appassionati dei generi “Cultura” e “Storico”
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* Il medico del sultano *

di César Vidal

(Ed. Ponte alle Grazie, trad. di Alessio Cazzaniga, pp. 208, euro 13,50)

 Il XII secolo volge al termine, la Palestina è percorsa dagli eserciti del Saladino, intenzionato a coronare un’intera esistenza votata alla causa dell’Islam attraverso l’occupazione della Terra Santa e la riconquista del suo cuore pulsante, Al-Quds, la splendida Gerusalemme. Nelle retrovie delle armate musulmane incontriamo, carico di anni e di fatica, Mosè ben Maimon, costretto a mettere la sua ormai celeberrima arte medica al servizio del Saladino. Ripercorriamo la sua vita in Egitto, segnata dalla nostalgia per l’amata Sefarad, perduta al di là del Mediterraneo. Seguiamo il suo travaglio di coscienza che accompagna la sofferta decisione di prendersi a cuore, e sulle spalle, le sorti delle comunità ebraiche d’Egitto, contro una casta di notabili intriganti, attenti soltanto a difendere i privilegi guadagnati all’ombra dei dominatori musulmani. Ironia della storia, nel cammino che lo porterà a diventare uno dei più saldi punti di riferimento del suo popolo, Maimonide è accompagnato proprio da quel sultano che tanto stringerà i ceppi agli ebrei della Diaspora, il Saladino, a cui riconosce suo malgrado, pur nell’inconciliabilità religiosa, quell’autorità che solamente gli spiriti illuminati sanno ispirare.
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Per tutti
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* Scarpe azzurre e felicità *

di Alexander McCall Smith

(Ed. Guanda, trad. di Stefania Bertola, pp. 246, euro 14,50)

 Alla Ladie’s Detective Agency N.1 non capitano quasi mai casi troppo complicati. Precious Ramotswe, la fondatrice, questa volta dovrà affrontare però alcune vicende dai risvolti inquietanti: un appropriamento indebito di provviste alimentari cui segue un ricatto, un medico disonesto che trascura la salute dei pazienti. E come al solito, le indagini rappresentano l’occasione per la detective di approfondire i complicati meccanismi che muovono i comportamenti umani compresi quelli delle persone a lei più vicine: il marito JLB Matekoni, con la testa sempre fra i motori; la direttrice dell’orfanotrofio, decisa e altruista; il nuovo collaboratore Polopetsi, pasticcione e volenteroso; e l’immancabile signorina Makutsi, la sua assistente occhialuta, capace di perdere la testa per un paio di scarpe azzurre, scomodissime, ma che hanno il potere di renderla felice.
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* La fine dell’alfabeto *

di C.S. Richardson

(Ed. Garzanti, trad. di Stefania Cherchi, pp. 142, euro 12,60)

 Ambrose Zephir fa il pubblicitario e vive a Londra in una piccola casa vittoriana piena di libri. È sposato con Zipper, avida lettrice di ogni cosa, ma con una passione smodata per “Cime tempestose”. Alla vigilia del suo cinquantesimo compleanno scopre di avere una malattia incurabile. Gli resta un mese di vita: trenta giorni, non di più. E decide di partire. Insieme con Zipper intraprende un viaggio intorno al mondo, dalla A alla Z in tutti i luoghi che ha amato e dove avrebbe sempre voluto andare. Da Amsterdam a Zanzibar, da Berlino alle piramidi di Giza, passando per la torre Eiffel e Parigi, la città testimone del loro primo incontro. Mentre i giorni scorrono lettera dopo lettera, Ambrose e Zipper trovano il coraggio di vivere appieno ogni prezioso istante strappato al futuro. Fin quando, a Istanbul, il loro viaggio prende una piega inaspettata. Con grande intelligenza, humour e uno stile unico, C.S. Richardson ci regala una bellissima fiaba sull’arte e sulla mortalità, un’avventura di libertà e di amore.
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* La moglie del filosofo *

di Philibert Schogt

 (Ed. Garzanti, trad. di Elisabetta Svaluto Moreolo, pp. 174, euro 15,60)

 Tempi duri per Vera Samson: è stata al fianco di Luuk per anni, sostenendolo economicamente e psicologicamente mentre lui inseguiva il sogno di scrivere un saggio sul controverso filosofo francese François Malmédy dal titolo “La soglia del dolore”. E adesso, proprio quando un editore si mostra interessato a quanto Luuk ha scritto, ecco che lui l’ha piantata in asso per un’altra. Poi “La soglia del dolore” arriva in libreria e Vera scopre con sgomento che Luuk non soltanto l’ha citata nel suo libro con nome e cognome, ma che, sbandierando dettagli imbarazzanti della loro vita privata, l’ha dipinta per novecento pagine come una “sirena della mediocrità”, come l’emblema del “nemico” da sconfiggere di cui ogni “eroe” ha bisogno per affermare se stesso. Mentre il libro viene osannato dalla critica, i genitori di Vera vorrebbero che lei ne pretendesse il ritiro dal mercato, mentre la sua amica Angela la spinge a lanciarsi in una controffensiva mediatica. A Vera non resterà che corazzarsi e trovare il modo di far fronte a questo spietato attacco alla sua personalità.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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