Sinistra Democratica: a Roma sabato per il nuovo, superando le rendite di posizioni individuali (occasione persa a Piacenza)

Siamo persone coerenti e responsabili. Non usciamo dal Partito, partecipiamo alle elezioni amministrative sostenendo il Sindaco uscente di centrosinistra”, sono queste (a grandi linee) le parole con le quali Davide, coordinatore provinciale della Mussi, ha annunciato la decisione di rinviare l’uscita dai D.S. lanciati verso la costituzione del Partito Democratico. Saranno così quattro i candidati del correntone di sinistra presenti a Piacenza nella lista unitaria dell’Ulivo in vista delle amministrative di fine maggio, tot rappresentanti dei D.S., tot della Margherita, tot provenienti dalla fantomatica società civile.

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Del resto, come diceva domenica Ferruccio Braibanti a tavola tra le amene colline di Gropparello, così è la politica: “se non hai rappresentanza nelle istituzioni locali, conti nulla”. Ineccepibile: sono i principi che stanno alla base della politica come arte del compromesso, della filosofia dei fini che giustificano i mezzi, della filosofia tutta Andreottiana che il potere logora chi non ce l’ha.

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Sono i motivi per i quali conto nulla, in quell’arena politica. Non ho incarichi, sono come sempre tagliato fuori, ma lavoro sui valori, sulle idee e non è l’isolamento che mi spaventa.

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Certo con a mia volta tutte quelle incoerenze che derivano dal non essere un essere divino e superiore ma niente altro che un piccolo, piccolissimo uomo (peraltro un po’ basso e grassottello), non vivo però di piccolo cabotaggio, di qualche posizione di rendita conquistata presso qualche piccola più o meno dimenticata sede istituzionale. Non sono politico perché sono amministratore comunale. Non sono proprio amministratore comunale. Credo ancora nel valore prevalente della politica come elaborazione di valori, di strategie programmatiche orientate allo sviluppo e al progresso.

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Nel 1985 il segretario provinciale dell’allora Partito Socialista mi convocò, alla conclusione di una brillante tornata elettorale, per chiedermi se volevo un incarico amministrativo o un incarico politico. Non ho avuto esitazioni e sono entrato in segreteria provinciale iniziando peraltro una collaborazione con l’Avanti! nazionale (ancora oggi sulla parete del mio ufficio fa mostra di sé la pagina intera realizzata sul tema del nucleare pubblicata nel lontano 1988).

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Proprio per questo, proprio perché allora non ho avuto esitazioni a scegliere l’elaborazione politica di grande respiro lasciandone ad altri l’attuazione in sede di amministrazioni, proprio per questo quando il Partito, al Congresso del 1988, si votò completamente al craxismo, la mia presenza fu apparentemente cancellata.

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Nel Partito. Non nella società, dove ho continuato a lavorare sui valori. Della pace. Della negazione della guerra, della tutela dell’ambiente, della salute, del lavoro, dell’equità, della solidarietà, della giustizia. Con l’impegno nella mia attività lavorativa al servizio dei cittadini. Ma anche facendo poesia, specie quando si allargava la forbice del livello di coesione con certa politica delle nomenklature locali di Partito (laddove ben poca era la differenza tra il vecchio Partito Socialista e gli attuali Democratici di Sinistra, in entrambi i casi dominati a livello locale dal “Partito degli amministratori“, teso in primis al problema della conservazione del ruolo istituzionale individualmente conquistato).

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Confesso. Sono estremamente deluso dalle scelte, in perfetta linea con le più obsolete consuetudini del “mestiere della politica”, della maggioranza della corrente di sinistra della mia provincia. Una sede dove si erano raggiunti risultati ragguardevoli, con un 25% dei consensi, ovvero un numero di gran lunga superiore al dato regionale e nazionale. L’incombere delle elezioni amministrative (la scadenza è ormai a meno di un mese) porta invece alla luce l’incoerenza del dover trovare un punto di equilibrio tra prospettiva di grande respiro (uscita dai D.S. e lavoro per la costituzione di una nuova sinistra socialista) e mantenimento del piccolo cabotaggio, delle posizioni di  gestione amministrativa.

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Mi domando: ma questi candidati che cercano uno spazio proponendosi agli elettori con un partito destinato ad essere quello contro il quale si sono fermamente opposti, come potranno domani a cuor leggero transitare in un partito diverso? Oppure non hanno alcuna intenzione di transitare e in cuor loro, finita la battaglia congressuale, intendono restare nel Partito Democratico?

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Tutto legittimo, certo. Ma not in my name, non certo col mio voto.

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Lo so, la mia è una posizione massimalista ma io credo che coerenza avrebbe voluto non partecipare a questa tornata elettorale, ciascuno garantendo impegno per la costruzione del nuovo Partito, quello della futura Sinistra Democratica.

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Tanto nessuno è insostituibile: sono tantissimi i candidati in diverse liste che potranno fare bene per la mia città e che magari sono e saranno disponibili ad ascoltare le proposte e le idee degli esponenti del futuro partito della Sinistra Democratica: non di noi abbisogna la città, ma delle nostre idee e dei nostri valori.

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Anche questo sarebbe l’avvio di un nuovo modo di fare politica, anche questo dovrebbe differenziarci da chi sceglie la strada del Partito Democratico, dell’incontro con i metodi di gestione del potere del buon vecchio nonno democristiano  Andreotti.

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Personalmente ho avuto richieste di candidarmi come indipendente in una lista riformista socialista, offerta che mi ha lusingato non poco ma torno a ripetere: questo sarebbe il momento di estraniarsi dal contingente, per dimostrare che nel nostro Paese esiste la possibilità di costruire una sinistra non solo di governo ma innanzitutto capace di elaborare una strategia di valori. Per questo ho ringraziato ma declinato l’offerta votandomi all’assenza.

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La grande scommessa non può essere quella dell’ingresso in un assise comunale, la grande scommessa é quella di realizzare l’incredibile, unendo sotto un’unica casa tutta la sinistra non allineata con il Partito Democratico, da Boselli a Bertinotti.

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Per questo sabato prenderò il treno per non mancare a Roma all’appuntamento con il futuro, lasciandomi alle spalle nella mia città quelle componenti della corrente che, finito il Congresso,  non hanno il coraggio della coerenza di Mussi o di Angius: iniziare nel concreto il lavoro per la costruzione del nuovo.

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Senza esitazioni, anche pagando di persona, superando qualche rendita di posizione individuale raggiunta che oggi comunque non avrebbe più senso alcuno.

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[ “Le spigolatrici”, di J.F: Millet, http://it.wikipedia.org/wiki/Le_spigolatrici_%28Millet%29 ]

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

4 Risposte a “Sinistra Democratica: a Roma sabato per il nuovo, superando le rendite di posizioni individuali (occasione persa a Piacenza)”

  1. e bravo! Io anche saro’ a roma, ma il 12, (il 5 ho l’emergency day, non mi posso dividere) e per il 12 ho lanciato un vero e proprio appello per essere tantissimi. Visto che sono vicina forse un salto riesco a farlo anche il 5. (Per il 5 non ho trovato nè orari nè luogo, mi informi?) Hai ragione dobbiamo esserci e stavolta va fatto.

    besos rojos 😉

    Ladytux

  2. Claudio, è bello sentire che ci sono compagni in giro per l’Italia che hanno i tuoi stessi problemi e danno ad essi medesime risposte. Anche se credo che quei compagni che ancora nicchiano hanno solo bisogno di una scossa. Fino all’ultimo, molti hanno sperato che il partito democratico e l’ inevitabile separazione fossero solo un brutto sogno. Dobbiamo svegliarli. Ci vediamo il 5 Maggio a Roma.

    saluti socialisti

    claudio

  3. mah compagno.

    sono con voi nella richiesta di una grande Sinistra ma temo che Boselli si sia già defilato e che i tentennamenti ad unire partiti simili per tradizione (penso a PRC e PdCI da un alto, SD e SDI dall’altro) sia segno che le classi dirigenti si fermeranno quando si tratterà di far il passo indietro e di aver l’ampia visione che molti militanti (te compreso) stanno dimostrando.

    A Roma non penso potrò esserci, fatevi sentire anche per me.

    ciao

  4. C’ero anche io ieri a Roma…sarebbe stato bello conoscerci uno ad uno, ma come spesso accade, alla fine si rimane estranei…

    Ma, ognuno nel suo territorio, possiamo fare moltissimo!

    Ti invito a leggere il resoconto sul mio nuovo blog http://www.insiemeasinistra.it

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