“Si son presi il nostro cuore”, 25 anni senza Fabrizio De Andrè. Il 21 febbraio ai mercoledì coi grilli per la testa in via Roma al 163 l’omaggio al cantore degli ultimi

Ettore Cravedi, già insegnante all’ITIS, al Classico, allo Scientifico, laureato, culture del dialetto piacentino, giornalista collaboratore per anni con Tuttosport e la Gazzetta del Sud, grande appassionato della proposta musicale di Fabrizio De Andrè, mercoledì 21 febbraio coordinerà la serata omaggio al ricordo del cantautore genovese in occasione dei 25 anni dalla morte avvenuta nel 1999 a Milano. 

In particolare dalle ore 18,00 in via Roma al 163 alla Scuola Azzurra dell’associazione Fabbrica&Nuvole nell’ambito della rassegna culturale ‘i mercoledì coi grilli per la testa’ Ettore ricorderà i momenti più significativi della carriera di Fabrizio, il cantore degli ultimi che per decenni ha raccontato storie di emarginati, lui che aveva una famiglia agiata e faceva parte della Genova più blasonata.

Ettore Cravedi, già insegnante e giornalista piacentino

A 25 anni di distanza gli ultimi sono ancora tra noi: Geordie per bisogno ancora ruba cervi dal parco del re per poi venderli per denaro, sarà condannato e la sua donna ancora piange supplicando grazia e pietà, Andrea piange il suo amore ammazzato dalla mitraglia sui monti di Trento, oppure nel Donbass, o ancora nella striscia di Gaza, in Mozambico, al confine tra India e Pakistan. Così Andrea ancora guarda il fondo del pozzo profondo quanto basta e serve. Il vecchio pescatore assopito all’ombra dell’ultimo sole ancora versa vino e spezza il pane per chi dice “ho sete ho fame sono un assassino”. Forse oggi gli ultimi non sono più quelli di Fabrizio, oggi in molti casi il colore della loro pelle è diverso, oggi arrivano da lontano, fuggono da terre dove si combattono guerre feroci, dove sono in atto genocidi di interi popoli, dove la fame, la povertà, le malattie, l’orrore e le torture non lasciano speranza. Oggi parlano una lingua diversa, non possono capire e non sanno farsi capire.

Forse rispetto ai tempi di Fabrizio sono cambiati gli ultimi, oggi, ma sempre ultimi sono, hanno culture, stili di vita diversi ma con la loro diversità ormai vivono tra noi, cambiano il volto di Genova, delle nostre strade, delle nostre vie. Di via Pré ma anche della nostra via Roma. Così non stupisce certo che a promuovere la serata di mercoledì sia l’associazione Fabbrica&Nuvole del presidente Bernardo Carli e di tanti volontari che agiscono nel segno dell’inclusione sociale, della proposta di attività che siano propedeutiche a favorire l’inserimento nella nostra realtà di chi appunto deve innanzitutto capire, farsi capire, essere capito (così, ad esempio, l’associazione tra le proprie attività offre e organizza corsi di italiano per adulti e bambini, corsi di dopo scuola di supporto per giovani studenti o corsi di introduzione all’utilizzo di strumenti informatici, attività che costituiscono base per l’avvio del processo di coesistenza comune).

Mario Schiavi, cantautore e poeta piacentino

La serata, moderata come di consueto dallo scrittore e poeta Claudio Arzani, sarà inoltre arricchita dall’esibizione di Mario Schiavi, cantautore e poeta dialettale piacentino che proporrà due canzoni di Fabrizio appunto con traduzione nel nostro dialetto. Infine la conclusione con il rinfresco offerto dall’associazione e il saluto finale del presidente Bernardo Carli.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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