Massimiliano Barioglio, piacentino classe 1980, mercoledì 13 marzo ha proposto in via Roma al 163 la sua testimonianza di lotta contro la malattia mentale che già a partire dai 16 anni è diventata protagonista nella sua vita determinando l’abbandono degli studi al 2° anno di ragioneria e contemporaneamente l’abbandono della frequenza del conservatorio costringendolo a frequenti periodi di ricovero e cura e comunque di disagio interiore determinante difficoltà nel rapporto col mondo degli altri. Alla fine, dimostrando che credendoci si vince, la cronicità della malattia è stata superata. Oggi Massimiliano, dopo vent’anni di isolamento in casa, vive, si rapporta, si confronta, partecipa. Fermo restando, come ha evidenziato, che comunque la sua vita è condizionata. Non c’è spazio, ha affermato, nel mondo del lavoro salvo lavoretti qua e là, magari con inaccettabili offerte di impiego senza paga e per quanto all’assistenza da parte dei servizi sociali nella ricerca di una ditta disponibile, praticamente nulla: a fronte di oltre un migliaio di richieste di assistenza da parte di piacentini solo poche decine riescono a trovare una risposta positiva. Già, con amarezza Massimiliano ha affermato che “chi rimane indietro non ha possibilità di farsi sentire” e ha rilevato la necessità di avere garanzia, da parte del servizio sanitario pubblico, di continuità nell’assistenza medica cosa che, come ha sottolineato il dottor Massimiliano Imbesi, Direttore dei Centri Medici di Salute Mentale dell’Asl piacentina, richiederebbe un significativo aumento dei fondi a disposizione perché i medici sono pochi e i pazienti tanti. Imbesi ha poi proseguito esponendo nel dettaglio l’attuale organizzazione dei Centri: chi ritiene trovarsi in una situazione di bisogno può rivolgersi direttamente oppure mediante il medico di base ad uno dei diversi ambulatori presenti nel territorio per avere una visita conoscitiva entro dieci giorni oppure nelle 24 ore successive al contatto in caso di urgenza. Di regola viene garantita la presa in carico per un trattamento del paziente nel suo ambiente di vita ordinario anche perché le fasi di un disturbo psicologico, ha spiegato il professionista, possono essere diverse, fortunatamente solo in minima parte definibili gravi. Quanto allo stato della situazione economica anche Claudio Arzani, conduttore della serata e già Direttore della Direzione Amministrativa delle Rete Ospedaliera piacentina, ha rilevato la difficoltà di mantenere gli attuali livelli di servizi per la tendenza ormai consolidata negli ultimi anni alla diminuzione degli stessi all’insegna di logiche economicistiche che inevitabilmente si traducono in difficoltà nella sostituzione del personale medico e infermieristico e nell’aggiornamento delle dotazioni tecnologiche comprese quelle ordinarie. Tornando comunque al libro di Massimiliano “Ritorno alla vita”, pubblicato con la casa editrice “Scrivi le tue parole” di Pontedera, che appunto ne evidenzia il recupero di una certa normalità che non solo gli permette di uscire di casa, di aprirsi al confronto con gli altri ma gli porta numerosi riconoscimenti: a Roma, Milano, Reggio Emilia senza dimenticare l’intervista pubblicata sul Corriere della Sera e da ultimo la attuale recentissima premiazione a Cattolica quale vincitore del premio Pegasus. In conclusione di serata la proiezione del filmato “La pioggia” prodotto da edizioni musicali Level49 di Maria Chiara Ferri e realizzato dal regista piacentino Roberto Dassoni con le musiche composte e suonate al piano sempre da Barioglio.