Resisti o popolo mio, resisti loro. A Gerusalemme ho curato le mie ferite, innalzato i miei dolori a Dio e portato l’anima sul palmo della mano per una Palestina araba, non accetterò la soluzione pacifica né mai abbasserò la bandiera del mio paese fino a levare loro da una patria e farli piegare per un tempo a venire. Resisti o popolo mio, resisti loro. Resisti all’aggressione del colonizzatore e segui la carovana dei martiri, strappa la costituzione vergognosa che ha portato umiliazione forzata impedendoci di ripristinare giustizia. Hanno bruciato bambini senza colpa e Hadil ,con cecchinaggio in pubblico, l’hanno uccisa in pieno giorno. Resisti o popolo mio, resisti loro. Resisti all’assalto dei coloni non prestar attenzione ai loro seguaci che ci hanno incatenato con l’illusione della pace. Non temere lingue sospette la verità nel tuo cuore è più forte, finché resisti in una terra che ha vissuto grandezza e vittoria. Ali ha chiamato dalla sua tomba: Resisti o mio popolo ribelle, e scrivimi come vittoria nell’incenso hai i miei resti come risposta. Resisti o popolo mio, resisti loro. Resisti o popolo mio, resisti loro.
Dareen Tatour è una poetessa, fotografa e attivista sui social media palestinese di Reineh, una città araba tra Nazareth e Qana di Galilea. Nei suoi scritti e nella fotografia, rompe il silenzio sulle condizioni dei palestinesi e usa il suo lavoro letterario per incoraggiare le donne palestinesi a denunciare ogni forma di abuso e violazione dei diritti umani. Per questo suo impegno ha dovuto pagare un prezzo elevato. Dopo la pubblicazione della sua poesia Resist My People, Resist Them nel 2015, e altri post sui social media, Tatour è stata condannata da un tribunale israeliano per “Incitamento alla violenza e al terrore” e “sostegno a un’organizzazione terroristica”. È stata condannata a 5 mesi di carcere ed è entrata e uscita dagli arresti domiciliari e dalle aule di tribunale per tre anni. Nonostante ciò, continua a scrivere e pubblicare il suo lavoro.
Fonte: ultimavoce.it/palestina-libera.it/