“Quel fantastico giovedì”, romanzo di John Steinbeck, Bompiani editore, 2017

Quel fantastico giovedì è un romanzo del 1954 di John Steinbeck, conclusivo della trilogia che comprende Vicolo Cannery. Ritroviamo dunque la “piccola umanità” di un’America ormai lontana affossata dal tempo e dalla modernità, con protagonista Doc, un biologo che ama il suo lavoro, gli amici poveri e diseredati del quartiere, la birra e le donne. Eccoci dunque di nuovo a Monterey, un paese di pescatori nei pressi di San Francisco, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per l’appunto Doc ritorna reduce di guerra, ritrova il suo laboratorio, riprende a studiare ma qualcosa incide sul suo morale, una tristezza di fondo che lo avviluppa. Qualcosa che diventa un problema per gli amici: che sia il caso di trovargli una ragazza? Ed ecco, in uno splendido giovedì, arrivare Suzy, semplice e priva di cultura, una ragazza “da prendere con le molle“. Passa un breve periodo nel bordello di Fauna ma in breve si trasferisce in un vano caldaia con le tendine che fanno civettuola mostra di sè sulle finestre ovviamente finte, dipinte (qualcuno può raccontare come si vive in un vano caldaia?). In altre parole due personaggi assolutamente diversi, incompatibili, come afferma Doc. Ma gli amici, tutti i personaggi del quartiere, fanno combutta per far nascere l’amore. E Doc ci casca: Steinbeck ci racconta dell’indifferenza iniziale e poi lentamente del cuore che non può ignorare quella ragazza che diventa bellissima. Chi non ha mai provato l’amore che ti rende indispensabile ‘quella‘ donna e nessun’altra? Ma lei, innamoratissima, non ha dubbi: non potrà mai essere la donna, la compagna di quel biologo tanto istruito. Ah, l’amore, che cosa meravigliosa è mai l’amore, struggente, a volte tuttavia sfuggente, irraggiungibile. Ma val sempre la pena, viverlo nel cuore e nell’anima, perchè una vita senza amore ci rende soli e soli si muore.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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