“Quando muore un operaio”, lirica di Enrico Cerquiglini che Arzyncampo dedica al ricordo di Giuseppina Marcinnò, operaia schiacciata ieri sotto una pressa in fabbrica

Un operaio, olio su tela di Martina Donati

Quando muore un operaio non muore nessuno,
apre il telegiornale la strage e la commozione
internazionale del Presidente del Consiglio.
Quando muore un operaio pochi sempre meno
ricordano che sotto la tuta c’era carne di uomo
carne non pregiata non curata spesso non quotata.
Quando muore un operaio meglio cambiare canale
guardare una partita di calcio un thriller americano
almeno lì muoiono dando spettacolo e si vede tutto.
Quando muore un operaio lascia figli che vedranno
sul comodino la foto del padre e madri tre volte
martirizzate e genitori che appassiranno di lavoro.
Quando muore un operaio non c’è lutto nazionale
non c’è politico che non pianga e mostri indignazione scatarrando propositi e promettendo resurrezioni.
Quando muore un operaio si assume un altro
al suo posto lieto di avere un lavoro dopo il funerale
e le condoglianze di rito per la morte di un marito di un figlio di un parente di un padre di un amico.
Quando muore un operaio qualcuno ride felice
tanto a morire sono loro e sono miliardi senza nome
e lavorano e comprano e continuano a non capire
e a morire e a lasciare vedove e posti vacanti.

Muore travolta da una pressa. Tragico infortunio in una ditta di Monticelli (PC). La vittima è Giuseppina Marcinnò, residente da anni a Castelvetro Piacentino, 65 anni. Da una prima ricostruzione pare che stesse lavorando su un macchinario dotato di una sorta di pressa. Per motivi da chiarire qualcosa è andato storto e la donna è rimasta schiacciata. Una tragedia avvenuta in un contesto davvero terribile. A pochi giorni dal Natale e dal suo compleanno: Giuseppina avrebbe compiuto 66 anni il 24 dicembre. Inoltre la donna si trovava a fine turno e pare stesse ultimando gli ultimi lavori prima di lasciare l’azienda. Sarebbe andata in pensione tra poche settimane.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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