Ieri sera, come da titolo, Emanuela e Francesco sono venuti nel nostro eremo estivo contadino a Donceto (Val Trebbia, all’ombra della Pietra Parcellara) per bortellina, salame, pancetta, mortadella, gorgonzola, un pò di buon vino e molte tranquille risate al fresco nell’antico portico costruito di sassi e fango. Ed oggi, Emanuela, nella sua pagina in fb (e son parole che fanno sorridere e fanno piacere), come segue ha scritto così …
Siamo 4 amiche al bar, al telefono, a chattare su WhatsApp, e abbiamo sempre qualcosa da raccontarci. Parliamo di tutto; musica e figli, arte e cani, libri e mariti. Ecco quest’ultimi sono una parte speciale dei nostri racconti; parliamo di loro con orgoglio, rispetto, amore e tenera rabbia per ciò che fanno o non fanno. Dopo tanto discorrere, ci siamo trovati, più di una volta attorno a un tavolo, oppure a vedere una mostra. In una di queste occasioni, la prima, ho conosciuto il marito di Dalila; pochi giorni prima avevo saputo, per caso, che era una persona autorevole nel suo lavoro, un dirigente, e che inoltre era anche uno scrittore e un poeta. Naturalmente mi sentivo un po’ in imbarazzo, forse in soggezione; appena ci siamo trovati di fronte ho incrociato due occhi curiosi, dietro gli occhiali, in un viso tondo da bambino. Mi ha salutato con timido rispetto, retaggio di un’educazione antica e mai dimenticata. Da allora ci siamo incontrati più volte, e ho scoperto una “brava” persona, semplice, accogliente, comica, intelligente e arguta. Volevo dedicargli questo post e dirgli che stando con lui si dimenticano tutti i suoi meriti lavorativi e creativi, risaltano solo la sua bontà e il suo amore per la famiglia. Adesso capisco perché la moglie non ha mai menzionato il suo lavoro, ma ha sempre e solo parlato di lui come compagno speciale; mi piaci caro amico, e in barba alla Dalila, la prossima volta che ci vedremo ti preparerò il mio budino al cioccolato..
Ed io, oltre a sorridere, che posso dire? L’aspetto di tutta gola, quel budino al cioccolato che peraltro ho già assaggiato quel dì in città a casa di Emanuela e Francesco pur con Dalila che mi tirava l’orecchie.