Giusto due piccole note mentre il panorama si tinge del nero più fosco: abbandonato alle ragnatele il dattiloscritto che dovrebbe diventare il secondo libro poetico, nemmeno a pensarci da settimane e settimane di scrivere un rigo, un verso che sia uno, abbandonata la presenza nei siti letterari e poetici, la testa e il cuore vanno altrove ma che ci si può fare? Và dove ti porta il cuore e, indubbiamente, questa non è la fase in cui di poesia si scrive.
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Del resto tutta la vita non è altro che un continuo susseguirsi e alternarsi di fasi, di cicli per cui ora la poesia si vive, poi di poesia si scrive.
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Non so esattamente in quale fase io sia. Non in quella in cui si scrive.
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Eppur dunque di poesia si vive.
Qualche tempo fa andando per lavoro a Bobbio con una collega
(una collega speciale, anzi specialissima,
è stata tra le primissime acquirenti di “E’ severamente proibito …”),
nel corridoio dell’ospedale dove ho lavorato per tre anni abbiamo incontrato un’infermiera, Lucia Piga, già incrociata varie volte ai laboratori poetici proposti in Bobbio da Alberto Belloccio.
Mi ha salutato.
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Non come dottore. Non come collega.
Nemmeno con un confidenziale Claudio.
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“Buongiorno, poeta”.
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Così anche lei ha meritato l’appellativo di collega speciale. Invero una conferma, visto che già la sapevo a sua volta acquirente del libro poetico pargol del cor.
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Non solo.
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Qualche sera fa, uscendo per la consueta sgambata notturna con Topper, ho incontrato Lodovico Gaiuffi, quello che era venuto a Pavia, per ascoltare le poesie recitate da Tiziana. Quello che, alla fine, si era commosso.
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“Ehilà, poeta, dove vai? Ricordati di avvisarmi, quando organizzi qualcosa”
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Le chiamerei emozioni.
“Poeta / filosofo, ragazzino, scemo / questo mondo non lo sa /
questo mondo sogna di te”
Emozioni che ti danno le ali, ti portano a volare lassù, nel cielo blu dipinto di blu.