Se memoria non m’inganna il Mercato Europeo a Piacenza, sul lungo viale del facsal, fu un’invenzione, nove anni fa, dell’allora assessore alla cultura Stefano Pareti (anche se non son pronto a giurarlo, non metterei diciamo la classica mano sul fuoco). Un’iniziativa che, allora, vidi con un certo sospetto del tipo poca cultura e molto spettacolo acchiappavoti.
A nove anni di distanza non posso che chiedere scusa all’ideatore, sia esso lo Stefano (in seguito letteralmente ‘trombato’ dal Sindaco renziano Reggi) sia qualche altro amministratore pubblico.
Il Mercato ancora un volta si è dimostrato una grande kermesse capace di attrarre migliaia di piacentini soprattutto per gustare i piatti della cucina internazionale, dall’Austria alla Germania, dalla Croazia all’Ungheria, dall’Irlanda ad Israele e così via di gusto in gusto.
Una grande occasione di relax, di incontro tra la gente della città, di comunanza e di fratellanza mentre sui cieli del mondo intero incombono le ombre fosco della minaccia della guerra.
Il tutto, lo si permetta, in barba a quei (pochi) residenti che, ammantandosi delle vesti di strenui difensori dell’equilibrio naturale degli alberi del facsal, pretendevano di mandare a ramengo la kermesse: la si organizzasse a danno di altri viali, di altri alberi e soprattutto dalle loro delicate orecchie!!!
Maramaldo fu un referendum indetto dal quotidiano locale, Libertà, che ai residenti e alle loro pretese non lasciò scampo: i piacentini vogliono il Mercato sul facsal anche perchè non sono certo i mercanti con i loro tre giorni di festa che fanno male alle piante del viale. I piacentini lo hanno dichiarato votando e, nei fatti e con i fatti, lo hanno ribadito riversandosi a migliaia nel lungo viale tra i banchi in una vera grande kermesse di fine estate dal gusto europeo.